Come cucinare il lupo
- Autore: M.F.K. Fisher
- Genere: Libri di cucina
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2014
Conservo da tempo, ben in vista nonostante lo abbia già letto anni fa, un libro in formato ridotto rispetto agli standard. Si intitola Come cucinare il lupo (Neri Pozza, 2014, trad. M. Ortelio) – il lupo è quello che bussa alla porta! – e l’autrice, l’americana M.F.K. Fisher (Mary Frances Kennedy Fisher), lo diede alle stampe nel 1942, in piena seconda guerra mondiale, quando la penuria di cibo era all’apice.
L’autrice lo riprese nel 1951, integrandolo con un vasto apparato di note e un’intera sezione di nuove ricette:
“Meno di dieci anni sono bastati a rendere per molti versi bizzarro questo mio libretto sul modo migliore di convivere con la tessera annonaria, l’oscuramento e altre miserie della Seconda guerra mondiale. E’ diventato, insomma, pur in un così breve lasso di tempo, una sorta di pezzo di antiquariato. […] Non dobbiamo più preoccuparci, almeno per il momento, di tenere una scorta di cibo nella credenza nel timore che il coprifuoco ci impedisca di uscire… Tuttavia, la Pace rimane piuttosto fragile”.
A meno di ottant’anni di distanza, invece, come sono diventate attuali, ahimè, queste parole. Spesso, in questi giorni, abbiamo sentito parlare di “guerra”, anche se sanitaria: non fra eserciti di diversi paesi, ma contro un nemico invisibile, subdolo e inafferrabile.
In questo contesto, fortunatamente, pur con le limitazioni di alcune libertà personali, non siamo sottoposti a razionamenti ed è assicurata la libera circolazione delle merci.
Ma... provate, in questi giorni, a cercare un chilo di farina o qualche bustina di lievito!
È indubbio che alcuni prodotti a volte scarseggino e che potremmo aver bisogno di qualche indicazione per “sopravvivere degnamente”, in tempi di sparizione di prelibatezze e di altri ingredienti essenziali alla buona cucina, per risparmiare, quando e dove si può, tanto più che “ovunque nel mondo si sprecano ogni giorno enormi quantità di cibo, ed è una vergogna oltre che un grave danno per l’economia”.
I consigli sono tanti: dal capitolo dedicato a “Come far bollire l’acqua” (consommé, zuppe, vellutate, minestre), a quello dal titolo, anch’esso molto attuale, “Come salutare la primavera”, o quello molto eloquente “Come non bollire un uovo”. Impareremo a fare il pane, "Come patire la fame in allegria” o “Come far parlare un piccione”.
Vegetariani e vegani non mancheranno di rabbrividire, leggendo le ricette dedicate ai vari tipi e tagli di carne; così come i patiti delle diete storceranno certamente il naso nel leggere dell’uso e delle dosi di alcuni condimenti e accostamenti azzardati.
“Divenuto in breve tempo un libro di culto e, negli anni successivi, una delle opere fondamentali della letteratura americana del dopoguerra”, stravagante e ricco di umorismo nero che l’autrice definisce quasi sempre involontario, presentando ricette, vecchie e nuove, alcune eccessive, altre divertenti, accompagnate da un aneddoto, da un personaggio o da commenti non sempre politicamente corretti, questo libro rappresenta una lettura piacevole, oltre che utile, per almeno due motivi.
Innanzitutto, anche se i libri di cucina, come le trasmissioni televisive e i siti internet, abbondano da diversi anni, ma pochi possono vantare meriti letterari.
M. F. K. Fisher, invece, scrive del cibo con tale eleganza, gusto e competenza che la semplice lettura dei vari capitoli provoca appetito o, quanto meno, curiosità e interesse. Basta un po’ di buon senso per suggerire che quando si cuoce qualcosa nel forno sarebbe meglio approfittare del calore per cucinare piatti diversi contemporaneamente e risparmiare gas? Strofinare un pollo con il limone, per mantenere i suoi succhi saporiti all’interno durante la cottura, è un’idea innovativa o una pratica conosciuta dai più?
Qualunque sia la risposta, di certo, oltre ai consigli pratici delle ricette descritte, c’è l’ironia con cui l’autrice racconta storie divertenti, sempre incurante delle calorie consumate, c’è lo sguardo di una donna che cercava di sopravvivere alle difficoltà, che ha dimostrato di avere idee innovative, moderne o addirittura sovversive.
A un livello più profondo, poi, c’è un insegnamento che percorre le pagine: i problemi che abbiamo ora, in questi giorni travagliati, nel fare la spesa e nel cucinare, sono solo lontanamente paragonabili a quelle incontrate da chi ha vissuto la Seconda guerra mondiale, ma sarebbe imperdonabile non conservare una certa sobrietà in cucina e non aver cura di ciò che ci nutre.
"Come la maggior parte delle persone, io sono affamata. Mi sembra che i nostri tre bisogni primari, cibo, sicurezza e amore, siano così intrecciati e legati tra di loro che non possiamo pensare solamente a uno di essi senza gli altri due. E così accade che quando scrivo di appetiti, io stia realmente scrivendo di amore e della fame di amore".
Se dobbiamo coltivare la prudenza, almeno a tavola, concediamoci una vita piena!
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Come cucinare il lupo
Lascia il tuo commento