Come imparare a essere niente di Alessandro Banda

Attraverso un anonimo contabile-medium, tre noti protagonisti dei nostri tempi parlano dall’aldilà di ciò che sono stati, di quel che hanno vissuto, del loro privato, dei loro destini così come si sono tragicamente compiuti.
I tre personaggi non vengono mai espressamente nominati nel testo, bensì evocati come il Presidente, la Principessa, il Poeta. Diversissimi tra loro per professione ed esperienze di vita: un uomo politico importante, una regale acquisita, un intellettuale scomodo. Tuttavia i protagonisti sono accomunati da una sorta di inquietudine esistenziale e, soprattutto, da una profonda solitudine.Tutti e tre destinati ad una morte violenta. Tre morti rimaste, in parte, avvolte ancora nel mistero, e che a suo tempo destarono sgomento nell’opinione pubblica. Protagonisti alla ribalta sempre sotto i riflettori, anche nel momento del tragico epilogo di una morte eclatante, ma in realtà inappagati ed afflitti da un tormento interiore.

La narrazione del loro vissuto avviene per bocca di un uomo qualunque, un perfetto sconosciuto, il quale assurge per questo anch’egli a protagonista del libro. Un contabile di provincia dà voce a tre grandi della Terra. Un anonimo ragioniere, simbolo di una banale quotidianità generalmente riservata ai più, attraverso cui i tre illustri personaggi raccontano di sé, senza più alcun pudore persino del proprio intimo, fino a descrivere gli ultimi attimi precedenti il dissolversi delle loro vite, vissute all’insegna dell’apparente successo.

Un libro originale. Una narrazione che in alcuni passaggi richiede un certo impegno da parte del lettore, ma sempre meritevole comunque di attenzione. Pagine dal sapore quasi filosofico sulla contrapposizione tra le luci della notorietà ed il buio della morte. E su come tre grandi icone abbiano imparato, loro malgrado, ad essere niente.