Comodo buco addio
- Autore: Christian Rovatti
- Genere: Musica
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2014
"Comodo buco addio" (Giraldi Editore, 2014) è il romanzo d’esordio del giovane musicista bolognese Christian Rovatti. Scritto negli anni novanta quando era appena diciottenne, è stato conservato in qualche cassetto in tutto questo tempo, proprio come facciamo con i nostri ricordi di gioventù.
È il suo romanzo di formazione e il protagonista è Davide, un giovane studente dello Scientifico Fermi di Bologna. Davide si presenta come un ragazzo immerso in più pensieri e impegnato su più fronti. Intelligente, sensibile, rivoluzionario, pieno di passioni. Ama il cinema, il teatro, i libri e la musica.
In questo romanzo l’autore descrive la musica che ascolta, dai Led Zeppelin ai Jefferson Airplane, miscelandola a quella della sua generazione, riuscendo a trasformarla in un luogo magico, quello della scoperta per il giovane protagonista.
Un piacevole tuffo nel passato, riviverla nell’ascolto di uno studente liceale così come scoprire la biblioteca musicale presente nella sua casa con i Deep Purple, Grateful Dead, Doors, Allman Brothers, Van the Man, Cat Stevens, Jimi Hendrix, Jeff Beck, Janis Joplin, Who, Banco e PFM. Ma torniamo alla storia. Sono terminate le vacanze pasquali e le interrogazioni saranno più intense, i professori forse diventeranno più cattivi, le assemblee al circolo politico Terra e libertà (in onore del film di Ken Loach) si faranno più frequenti in vista delle elezioni. Il rapporto con il padre putativo, Roberto, è in piena crisi nonostante gli riconosca una cultura musicale per pochi e in tutto questo marasma mentale e fisico, un solo pensiero occupa la sua mente, giorno e notte, ed è Angela, la sua ragazza.
Mi ama ancora o vuole chiudere con me?
Un amore nato fra i banchi di scuola, Angela più grande di un anno, si diplomerà fra pochi mesi e si vede già pronta per una nuova esperienza. Il loro rapporto da qualche tempo è cambiato e Davide non se ne dà pace.
Quando si è poco più che adolescenti si è convinti che l’amore sia un sentimento che durerà per sempre e che senza la tua lei non potresti mai più vivere. Come si deve reagire quando si scopre di non essere più ricambiati? Nessuno insegna come affrontare le prime pene del cuore.
Il tema centrale della storia è proprio questo e l’autore narra in prima persona sia la sofferenza psicologica che la richiesta di aiuto del protagonista. Sono tante le difficoltà che si incontrano nel diventare adulti, come far fronte alle proprie debolezze e ad un amore non più corrisposto.
Una vicenda assolutamente autentica, una narrazione fresca, semplice, che coinvolge il lettore (siamo stati tutti giovani adolescenti e anche noi abbiamo vissuto i tormenti dei primi amori), un balzo indietro negli anni che ci trascina in un amarcord e facciamo nostre le riflessioni e le incertezze del giovane protagonista, comprendendo le sue vie di fuga.
“… non riuscivo neanche più a capire cosa stesse succedendo. Tutto l’entusiasmo di un tempo era stato risucchiato dalla, ahimè, consuetudine. Tutto il mio sincero e fresco desiderio di trascorrere del tempo con lei si era tramutato in una morbosa necessità di vederla e di sentirla vicina. Riversavo ogni mia insicurezza e debolezza su di lei, la opprimevo con gelosie assurde, l’annoiavo con discussioni spossanti e piagnistei infantili. Il genuino piacere di stare abbracciati per ore, la straordinaria voluttà con cui ci si baciava, l’eccezionale felicità che scuoteva i nostri cuori mentre passeggiavamo per Bologna tenendoci per mano, l’eccitante curiosità che ci pervadeva mentre esploravamo ogni centimetro quadrato delle nostre anime e dei nostri corpi: ricordi ormai sbiaditi … si dice che quando si è tristi non bisognerebbe bere … sentirsi tristi è come trovarsi su una piccola barchetta senza motore, senza vela, senza remi, alla deriva in mezzo al mare … avrei desiderato morire … invece me ne stavo lì, spalmato sul letto, incapace del minimo movimento, schiacciato e annichilito da un turbine di emozioni che mi stringeva le visceri in una gelida, invincibile morsa. “
Davide è debilitato, stanco e infelice, neanche gli amici di sempre, il Bestio, Miki, Zorro, il Benna, riescono a distoglierlo dal dolore che lo consuma. Lo sconforto domina la sua mente e l’anima, sembra non aver più forze per uscire dal quel buco dove è confinato. La musica è il suo rifugio e la complicità nelle note diviene fonte di introspezione del suo animo e in se stesso inseguirà e troverà le risposte attese.
Comodo buco addio
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