Corpi estranei di Christian Rovatti

Dopo il romanzo d’esordio “Comodo buco addio” pubblicato nel 2014, Christian Rovatti, musicista e scrittore bolognese, torna nelle librerie con “Corpi estranei”. L’autore, in quest’ultimo lavoro, è rimasto fedele al suo mondo narrativo, e un sottile fil rouge fa da cornice tra l’adolescente inquieto e ribelle di “Comodo buco addio” e l’uomo diventato adulto di “Corpi estranei” che non vuole mettersi in gioco, frenato dalla paura di soffrire. Una narrazione incentrata sulle vicende del protagonista, in un singolare fine settimana, che descrive i suoi stati d’animo, i rimandi del passato e le situazioni interiori di una nuova realtà. Un viaggio intimo e profondo tra i suoi conflitti e i suoi desideri che lo cambieranno in una Bologna, la sua città, grassa e decadente, “non ancora ammantata del suo brumoso ed elegante fascino invernale”, spettatrice da sempre dei suoi mutamenti, come lo sono gli amici, come è la sua musica. Ivan, musicista over trentenne, è rimasto solo; Maria lo ha lasciato dopo anni di convivenza e sente di essere precipitato di botto “tra le spine appuntite di un nuovo fallimento sentimentale”. Un inatteso e duro colpo lo ha steso di nuovo a terra. Nella solitudine di un uomo tornato ad essere libero, è alle prese con le sue inquietudini, passate e presenti, e quel senso di abbandono che mai negli anni lo aveva lasciato.

“Ti lascio, fulmineo ed inaspettato; e Ivan era ripiombato tra le fauci di un cupo e uggioso livore”.

Non si sentiva pronto a ricominciare un nuovo anno, per il terremoto che aveva lasciato dietro di sé lo strascico delle notti insonni e di terrore, per quell’inverno che stava lentamente avanzando con i suoi toni grigi e freddi e per la relazione con Maria, che sembrava essere finita del tutto. L’aveva conosciuta ad una festa in campagna, alta e un po’ sgraziata con i capelli rossi. Era nato subito un feeling tra di loro e per la prima volta nella sua vita in quella relazione amorosa, non legata ad un classico colpo di fulmine, ci aveva creduto.

“Se tutte le altre donne della sua vita erano violentemente precipitate dentro al suo cuore come degli asteroidi inaspettati, scuotendolo e tramortendolo, lei assomigliava di più ad un dolce e discreto satellite, che orbitandogli attorno lo aveva saldamente stretto in un abbraccio gravitazionale da cui egli era infine parso impossibile divincolarsi”.

In quegli ultimi giorni della settimana Ivan si sentirà stretto, cinto in una tela di ricordi e pensieri, in bilico su di un precipizio ed inizierà “ad avvertire il fragore della propria coscienza”. L’incontro con uno psicologo al quale aveva deciso di raccontare tutto di sé, il disagio e le cicatrici dell’animo senza il timore di essere interrotto, la smania di fare sesso senza preamboli e complicazioni, il pranzo domenicale a casa della madre, le ore trascorse in solitudine all’ascolto di alcuni dei brani musicali più amati ricercando il colore dei giorni (Sex Pistols, Led Zeppelin, Black Sabbath, Janis Joplin, Muddy Waters) e lo spulcio dei fogli ritrovati, “ricolmi d’inchiostro” che ripercorrono gli anni della sua giovinezza, lo condurranno ad un nuovo corso della sua vita.

“Dischiuse il plico e vi trovò centinaia di fogli… si chinò sul manoscritto e respirò a fondo l’odore greve della carta inumidita… e lesse alcune righe sparse. Cos’era diventato adesso? Giorno dopo giorno, senza che nemmeno se ne accorgesse, la vita lo aveva profondamente trasformato, fin quasi a renderlo irriconoscibile ai suoi stessi occhi. Un inevitabile sacrificio, che senz’altro gli aveva permesso di sopravvivere in qualche modo ai suoi tormenti più irrisolvibili, ma che collateralmente lo aveva indurito ed anestetizzato...”

“Corpi estranei” è un romanzo corposo, intenso, carico di emozioni, dalla trama davvero coinvolgente che conquista subito. Una storia che racconta il percorso interiore del nostro protagonista, doloroso e necessario, tra tormenti e gioie, successi e fallimenti, essenziale per dare un senso alle scelte di vita tra luci e ombre del suo io.