Cromo
- Autore: Andrea Biscaro
- Genere: Horror e Gotico
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2016
Orrore al quadrato per Andrea Biscaro, nel suo nuovo romanzo, un eco-thriller, un horror di militanza ambientale, che trasforma in un mostro da pelle d’oca l’impatto di sostanze non biodegradabili sul territorio. È la collana “L’orrore l’orrore”, delle monzesi La Ponga Edizioni, ad ospitare “Cromo” (pp. 128, euro 11,00), pubblicato ad Aprile 2016 con una copertina che riesce come poche a rappresentare efficacemente la vicenda raccontata.
Giovane la casa editrice, giovane l’autore. La Ponga è nata nel 2012, attenta a generi narrativi dal giallo al nero gotico, senza escludere il fantastico e il fantascientifico. Andrea Biscaro, ferrarese residente nell’isola tirrenica del Giglio, ha solo 36 anni, anche se vanta una carriera significativa, tanto da romanziere che nel mondo della musica, come cantautore. In questa veste, può inserire nel curriculum la collaborazione con Tiziano Sclavi, il papà di Dylan Dog: insieme hanno confezionato a quattro mani il libro-cd “Ballate della notte scura” (Squilibri, 2013). Tra i suoi romanzi vanno poi segnalati l’horror-zombie “Il buio nella bocca” (Safarà, 2013), l’horror “Il Vicino” (Safarà, 2014) e i gialli “Illune” e “Sangue d’Ansonaco” (Effigi, 2011 e 2015).
Ma veniamo al nuovo, nuovissimo, ecoaggressivo “Cromo”.
Quella fabbrica, quella puttana di fabbrica, ha prodotto veleni per cento anni e non smette, nonostante tutto. È una struttura che dovrebbe risultare ormai mera archeologia dello sviluppo, chiusa da tempo, in Liguria, a ridosso del litorale tra Varazze e Cogoleto. Se però anche nella realtà le carcasse post industriali continuano a diffondere inquinanti, figurarsi cosa può accadere in una fiction letteraria orrorifica. Quel colosso ligure immaginario diventa un golem, un grande essere informe, con quel Forno 70 che fuma ancora.
A Biscaro sembra congeniale il gioco degli specchi: un autore di thriller che racconta di un autore di thriller. Il protagonista della storia è un collega immaginario di Andrea ed è un noir a sfondo ecologico anche il libro che lo scrittore Antonio Brando (le iniziali, A. B., solo un caso?) che i lettori ricorderanno in azione e reazione (alle non poche sorprese), nei due gialli pubblicati da Effigi.
Lo ritroviamo invecchiato, immusonito, demotivato. L’ultimo thriller di successo risale a sette anni prima, poi il tracollo, mentale e fisico. Nell’ufficio milanese della sua storica agente letteraria, si presenta come un grasso signore senza più fiato e senza più desideri, un ricco e annoiato scrittore in pensione. Intanto, ha subito un incidente disastroso, che lo ha segnato. E fuma, senza ritegno.
Ma l’algida Valentina dimostra di credere ancora in lui (sebbene non si sentano da due anni) e gli propone un progetto interessante, una nuova collana di noir di ecomafia: i disastri ambientali italiani. La casa editrice offre un ottimo contratto e il primo soggetto, quello relativo al caso Stoppani, è davvero inquietante.
“Secondo me lo racconteresti da Dio!”
Costruito nei primi del 1900 da un industriale milanese, lo stabilimento produceva composti di cromo, impiegando nel processo produttivo sodio e potassio. Altre aziende erano nate in diversi Stati, trasformando il gruppo in una multinazionale della chimica, ma inquinando intanto pesantemente le falde acquifere, il fiume, il mare e il litorale, oltre all’area della fabbrica, ora dismessa. Uno dei più terribili disastri ambientali, forse il più misterioso.
Valentina insiste. Antonio, scettico sulle prime, comincia a provare curiosità. Avverte anche un brivido. C’è qualcosa di oscuro in quella fabbrica, qualcosa da svelare.
In Liguria abita Simona. Non si sentono da anni, ma c’è stato qualcosa tra loro. Quando decide di lanciarsi nel progetto, Brando la contatta con tanta faccia tosta e chiede di ospitarlo. Lei acconsente. Non è cambiata affatto, anzi, sembra più giovane di allora, la pelle tesa, abbronzata, il fisico atletico. Sorride, spalanca le braccia.
Quello che è cambiato è lui, ingrassato certo, ma dopo l’incidente ha scoperto di avere una specie di sesto senso, delle visioni, come sogni ad occhi aperti, quando è molto teso, nelle situazioni di pericolo o di mistero. Fatti del passato, flash sul futuro. Questa sensibilità tornerà a tormentarlo nell’avventura in cui si è cacciato. Quella fabbrica non è morta, anche se tutti si ostinano a ripetere che il disastro ecologico è cosa risolta e la bonifica completata. Poi, un ex operaio, Luigi, lo contatta, dicendo di avere cose importanti da dirgli. E Simona è rapita…
Cromo
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