Dacci oggi il nostro pane quotidiano di Catena Fiorello

Il pane: alchimia di acqua e farina, fermento di lievito e calore per dare forma, consistenza, sapore.
La vita: alchimia di gioie e dolori fermento di sogni, passioni, sconfitte, conquiste a cui il calore dell’amore alla fine dà un senso a tutto. A tutto ciò che accade e nulla accade per caso, ma soltanto perché qualcos’altro debba comunque accadere nel bene e nel male. E per vivere occorre cibo, pane per il corpo e pane per lo spirito là dove il pane non è solo materia che sazia la fame, ma momento d’incontro d’affetti, trofeo quotidiano di vittoria nella lotta di vivere e far vivere un’intera famiglia.

“E’ la storia di una famiglia. Una come tante. La mia” scrive Catena Fiorello e narra di come la semplicità, gli affetti, i valori possano diventare il lasciapassare, se non verso la felicità, almeno verso quella serenità che dal pianto appena asciugato sa trarre un altro sorriso, un’altra speranza, un’altra voglia di continuare il gioco più antico del mondo: vivere. Vivere e se non sempre per vincere, se non sempre per pareggiare, certamente sempre per imparare ad andare avanti. Sapersi sempre rialzare è la non sconfitta. Saper trovare sempre un rimedio è una garanzia. Il primo rimedio per vivere è il cibo, l’indispensabile rimedio per vivere è l’amore, così un cibo preparato con amore diventa l’elemento capace di trasformare la quotidianità in una magia del vivere serenamente in mezzo ad un’infinità di piccoli e grandi guai.

Fratelli e sorelle crescono insieme sullo scenario dei loro tempi portandosi dentro le conoscenze di chi li ha preceduti perché il passato non si perda, ma faccia da ponte verso il domani e sia cambiamento, ma anche fondamento dato che senza una storia si resta nessuno.
In questa storia fatta di pane e d’amore c’è il tempo della guerra e della ripresa, della modernità e del passato, degli arrivi e delle partenze sulla piattaforma della vita. Ma anche chi va rimane col segno che ha lasciato negli esempi, negli insegnamenti, nell’amare senza riserve.

L’autrice racconta di una famiglia e il respiro si fa largo presentando nel contempo aspetti storico-sociali, dinamiche infantili e adolescenziali che conducono ad una maturità tanto più ricca quanto più è stato difficile il guadagnarsela.
Il pane si fa metafora e, da necessario nutrimento quotidiano, diventa rituale d’affetti profondi, magari mai palesati a parole eppure fortemente sentiti.

“Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Ricordi, sogni e ricette di una famiglia come tante. La mia” (BUR, 2014) è uno specchio di vita di un’epoca pretecnologica dove ci si aggregava spesso per consumare insieme pietanze tipiche e semplici speziate di sicilianità, dove lo stare insieme aveva anche il gusto e l’odore delle cose buone.

Il corredo fotografico ci regala un tocco di autenticità, ci apre pagine intime, ci concede d’entrare in famiglia con la semplicità di un invito a pranzo. Le ricette allegate ci propongono un’alternativa alla fantasia lasciandoci modo di sperimentare personalmente.

Felicemente ci si accosta alla mensa dei “grilli” come se ci fossimo sempre appartenuti, grazie all’autrice che più che un libro ci offre un’esperienza.