Dall’altra parte. 26 storie inquiete di Moreno Burattini

Moreno Burattini è senza dubbio un demiurgo, il demiurgo dell’ultimo Zagor. Oltre 21.000 tavole sceneggiate in vent’anni al passo dello "Spirito con la scure" tra le lande meta-letterarie del selvaggio West. Se ci mettete che ha anche concorso ad episodi di Il Comandante Mark e di Tex, l’autore sembrerebbe decisamente votato alle storie di frontiera. E invece mai fidarsi delle apparenze, giacché nel suo curriculum di storybord creator c’è spazio anche per Dampyr, Lupo Alberto e Cattivik (fra gli altri).

Questo per dirvi della trasversalità di Moreno Burattini: qualora vi capitasse di imbattervi nel suo “Dall’altra parte. 26 storie inquiete”, (CUT-UP, 2016), vi accorgereste che non mi sbaglio, e di come lo specifico ispirativo burattiniano risulti molteplice e frastagliato. Uno specifico colluso al campionario topico di svariati generi: il macabro, l’avventuroso, il grottesco, il fantastico, il fantascientifico, l’umoristico, e persino il fiabesco riveduto e corretto in tinte nere e rovesciate di senso.

Ciascuno dei ventisei racconti compresi in “Dall’altra parte”, rintraccia nel finale spiazzante (sorprendente) il suo ulteriore punto di forza, la marcia in più che fa di Moreno Burattini uno scrittore capace di sorprendere alle spalle, alla maniera del Matheson più ispirato dei racconti di “Shock” (Oscar Mondadori, 1984). Come osserva acutamente Sebastiano Mondadori nella sua prefazione al volume:

“(…) questa raccolta di Moreno Burattini, si fonda (…) sul presupposto destabilizzante della metamorfosi della normalità nella mostruosità, in un ribaltamento che coincide con il colpo di scena a effetto. Solo che il processo innescato dal narratore, aprendo una breccia nella superficie della realtà, si estende a un disordine più profondo, e per questo straniante, dove l’horror spadroneggia in una scena metafisica che si impossessa della nostra visione”.

Tolto il fuori concorso - per manifesta notorietà - Cavalli bradi. Un racconto di Zagor, il podio ristretto ai tre migliori racconti della raccolta comprenderebbe il fobico Il risveglio, l’horror occhieggiante il fauna-killer Cibo per cani e l’inquietante-metafisico Il giudizio di Dio. Ma la scelta è personale e oggettivamente riduttiva. Il volume (iconicamente illustrato dalle chine di 25 famosi fumettisti) è di ottima caratura, tiene svegli, affascina, e, in alcuni casi, fa alquanto riflettere. Molto accattivante anche la copertina: da non perdere.