E il vento si fermò ad Auschwitz
- Autore: Maristella Maggi
- Genere: Libri per ragazzi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Nel volume “ E il vento si fermò ad Auschwitz” (La Spiga Gallucci 2024, Collana Imperdilibri, illustrazioni di Michela Ameli) di Maristella Maggi, una sopravvissuta ricorda coloro che le portarono aiuto a costo della propria vita.
La scrittrice, insegnante e autrice prolifica di storie per ragazzi, incontra spesso gli studenti delle scuole secondarie per guidarli in un percorso alla ricerca del valore della memoria.
“Fiume era una bella cittadina di mare, con viali alberati, piazze e giardini. C’erano teatri e librerie, eleganti palazzi e un porto variopinto”.
In ogni stagione, persone di ogni età passeggiavano intorno alla riva, avvolte in indumenti pesanti d’inverno o leggeri nelle stoffe colorate durante l’estate. Sara, quattordici anni, si divertiva a osservare i passanti e le sembrava di assistere a uno spettacolo bellissimo, un interessante teatro all’aperto, che la faceva sognare.
“Sognavo di crescere, viaggiare, vedere il mondo e visitare altre città belle come la mia”.
Nei suoi sogni facevano parte il fratello Giacomo, la madre e il padre. Infatti, era una famiglia molto unita e la ragazza non poteva pensare a nulla senza che ne facessero parte anche gli altri componenti.
A volte, dopo la scuola, la madre portava i figli a passeggiare nei pressi del porto. A tutti e tre piaceva molto guardare le navi e le barche che entravano nella baia o uscivano verso il mare aperto. Erano momenti sereni a cui Sara avrebbe ripensato molto negli anni a venire, momenti che le avrebbero tenuto compagnia e restituito tanto calore. La famiglia abitava in centro in un palazzo d’epoca le cui stanze erano piene di sole e dalle finestre entravano il profumo del mare e lo stridio dei gabbiani. Purtroppo l’esistenza pacifica di Sara e dei suoi cari stava per essere distrutta da una violenza cieca e brutale.
La voce schietta e accorata di Sara si rivolge ai lettori, specialmente ai più giovani, affinché si fermino per ascoltarne i lamenti e partecipare alle sue sofferenze. Anche il vento arresta il suo giro, vento che per l’autrice rappresenta la pietà di quelli che, nel dramma di Auschwitz:
“Non rimasero indifferenti, ma si misero in ascolto dei bisogni, delle richieste mute, del dolore profondo, e porsero aiuto”.
Quando sembra non esserci più speranza e la malvagità prevale occorre combattere con coraggio, perché il bene si può fare conservando la propria umanità. Quindi, la lettura per il giorno della Memoria del volume, arricchito da evocative illustrazioni, ha come scopo di non fare dimenticare l’orrore perpetrato, perché non si ripresenti mai più.
“Fare Memoria diventa un canto alla Vita, che è un valore grande in ogni tempo, appartiene a tutti e va tutelata sopra ogni cosa, diventa consapevolezza che l’ascolto, il rispetto e il dialogo sono strumenti di giustizia, e quindi di pace. Sempre”.
E il vento si fermò ad Auschwitz
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