Eravamo a Trebisonda. L’odissea dei greci del Ponto
- Autore: Emidio D’Angelo
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2016
Il crollo dell’Impero ottomano alla fine del primo conflitto mondiale ebbe nefaste conseguenze sulla popolazione greca che viveva in Anatolia, sulle rive del Mar Nero, nella regione del Ponto. In Eravamo a Trebisonda. L’odissea dei greci del Ponto di Emidio D’Angelo (Equinozi, 2016) si ripercorrono le vicende di una famiglia travolta dagli accadimenti e costretta a lasciare la sua terra. Una vicenda storica come quella degli Armeni, ma meno conosciuta, che ha non poche analogie con la situazione odierna dei profughi.
Nell’immaginario collettivo e nei ricordi scolastici la regione del Ponto è legata al re Mitridate, contro cui combatteva Pompeo. La regione del Ponto era abitata sin dal VIII secolo a.C. e i Greci vi insediarono colonie sulle coste del Mar Nero e in particolare alcuni centri come Sinope, Trebisonda, Kerasounta, Samsounta, Amasia ebbero notevole rilievo, tanto che anche Senofonte vi fa riferimento nelle sue opere.
Il Ponto ha una storia antica che proseguì nell’epoca bizantina, essendo una zona in cui il commercio era particolarmente florido.
Dopo i primi problemi che i Greci ebbero con la dominazione ottomana, si attraversò un periodo di relativa tranquillità nel rapporto con la popolazione turca in quanto si forniva loro un’importante sostegno nell’amministrazione e nell’economia. Funzionari e commercianti greci conducevano uno stile di vita agiato, dimorando in ville residenziali.
Il susseguirsi di eventi bellici, in ultimo il secondo conflitto mondiale, crearono situazioni di conflitto tra le due popolazioni, dettate da situazioni politiche a livello internazionale che prescindevano dal loro quieto vivere, costringendo il Greci del Ponto a trasmigrare verso altre terre. La popolazione del Ponto, che contava circa 700.000 anime, si ridusse alla metà e dovette andare profuga vivendo, come dice il sottotitolo di copertina, una vera e propria “Odissea”.
Il libro si basa su una serie di testimonianze, esperienze personali e collettive che hanno coinvolto l’autore, che ha voluto riportarle romanzandole.
Il fulcro culturale della grecità moderna non si trovava certo nella penisola greca, ma era allocato altrove, nella grecità d’oriente, dove assunse caratteristiche precipue con una cultura sua propria, un patrimonio straordinario di canti e di danze popolari e un suo proprio dialetto.
Eravamo a Trebisonda. L’odissea dei greci del Ponto è un libro di interesse per l’organizzazione del racconto, in cui parlano diversi personaggi, per primo un giovane che racconta della sua famiglia, di come trascorre le giornate e descrive la Trebisonda che lui conosce con le sue diversità.
Il titolo è carico di nostalgia, amarezza e di un sommesso rancore per l’impossibilità di ritornare indietro, per il dolore e rimpianto di una vita e una situazione cessata di essere improvvisamente.
Eravamo a Trebisonda. L’odissea dei greci del Ponto
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