Fai di te la notte di Giorgio Scianna

Il sospetto è la parola chiave di questo intrigante romanzo che promette molto, che si legge con piacere ma che alla fine, come avviene a molta narrativa italiana attuale, finisce per deludere.

La storia si svolge in ambiente universitario a Pavia: Clara, genetista al Policlinico, è sposata con Sergio, un abile e noto ortopedico, e ha due figli di pochi anni, Francesco, più grande e consapevole e Tommaso, di appena cinque anni. C’è poi papà Giò, il padre di Sergio, malato terminale molto legato alla nuora Clara, che stabilisce con lui un rapporto che con il passare del tempo si fa sempre più intimo, quasi morboso. Ma la situazione di apparente normalità borghese è alterata da un sospetto che Clara ha nei confronti di un insolito e sconcertante atteggiamento che ha scorto nel marito, chiuso in una camera scura a compiere strani rituali...

Si scoprirà che egli è un marrano, cioè discendente per linea paterna da molte generazioni di ebrei falsamente convertiti al cristianesimo che in modo occulto continuano a perpetuare le loro abitudini di preghiera silenziosa e clandestina sin dalla fine del quindicesimo secolo...

La trama risulta un po’ forzata: la storia dei marrani, debitamente ricostruita attraverso una seria bibliografia, non sempre si sposa efficacemente con i personaggi del romanzo che restano un po’ avulsi dal contesto storico, fortemente drammatico, in cui la storia si inserisce: un contrasto troppo marcato tra la vita di provincia tra barbecue, piscina e villette a schiera e la vicenda lugubre di roghi e auto da fè...
Il libro è ben scritto, la solitudine di Clara ben raccontata, ma nel complesso il romanzo risulta troppo pieno di qualcosa di sospeso e non detto.