Qualcosa c’inventeremo
- Autore: Giorgio Scianna
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2014
Non ero rimasta particolarmente colpita dal precedente romanzo di Giorgio Scianna, “Fai di te la notte”, mentre ho trovato "Qualcosa c’inventeremo" davvero un ottimo romanzo, ben scritto e pieno di attesa per una tragedia che sembra incombente e sul punto di travolgere la vita di due fratelli, i ragazzi di sedici e undici anni, Mirko e Tommaso, orfani di ambedue i genitori a causa di un tragico incidente d’auto.
La storia è molto ben costruita e ben raccontata: Mirko, bravissimo a scuola, molto intelligente e pieno di talento, bada al fratello minore. I ragazzi sono sotto la tutela del fratello della madre, lo zio Eugenio, che vive con la moglie Giovanna a Pavia e vorrebbe che i nipoti lasciassero Milano, la loro scuola, la loro casa, le loro amicizie per trasferirsi con gli zii. Il giudice ha accettato che i fratelli finissero l’anno scolastico nel capoluogo lombardo, ma il cellulare nelle mani di Mirko non fa che suonare per il controllo che lo zio vuole operare sulla vita, gli amici, le spese, gli spostamenti, le vacanze di Mirko e Tommaso.
Il lettore è certamente schierato dalla parte dei due orfani, bravi ragazzi, che malgrado il trauma orribile che li ha colpiti sembrano aver reagito in modo positivo, mentre lo zio tutore, pignolo ed esasperante, fa di tutto per alienarsi l’affetto e il dialogo con i ragazzi, pur compiendo il suo dovere di adulto responsabile di due minori.
Quando Mirko, infatuato di una compagna bella e sfuggente, convinto da coetanei più ricchi e viziati, accetta di trascorrere un week end segreto a Madrid per seguire una partita di calcio dove l’Inter si batte con la squadra spagnola, cominciano i guai. Lo zio ovviamente non anticipa i soldi delle future vacanze estive e i 1500 euro, tanto costa la trasferta spagnola, verranno “prestati” da un tipo, in realtà un pericoloso usuraio.
Le pagine centrali del romanzo sono davvero efficaci: l’ansia crescente di Mirko che si trova di fronte ad un mondo adulto molto più complesso di quanto lui, nella sua immaturità, aveva immaginato. La consapevolezza che si trova in grave pericolo e che la sua bravata lo ha condotto in un vicolo cieco dal quale non riesce ad emergere sono descritte dal punto di vista di Mirko con rara penetrazione psicologica: il ritratto di un sedicenne bravo e onesto, ma vittima di giochi più grandi di lui e affidato ad adulti che non sono i suoi genitori, ci mostra come i nostri ragazzi, spesso soli per ragioni familiari o drammi personali, abbiano bisogno di vicinanza, comprensione, dialogo aperto, qualche divieto ma anche qualche concessione, per non cadere preda di una società che vive nell’attesa di catturare i più deboli per inserirli nei circuiti dell’illegalità.
Un altro libro per giovani adulti, un altro consiglio per insegnanti di buona volontà: la prof di lettere di Mirko, pur attenta e partecipe, resta tagliata fuori dalle problematiche che l’adolescente deve affrontare ed è la testimonianza lampante di come la scuola, anche la migliore, raramente riesca ad intercettare le difficoltà e talvolta i drammi di molti ragazzi, anche se sono bravi e studiosi come Mirko.
Qualcosa c'inventeremo
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