Questi sono giorni nei quali la parola “famiglia”, declinata nelle sue diverse possibilità, è divenuta virale sui media e nelle comunicazioni interpersonali. Una parola complicata e semplice ad un tempo, che rimanda a qualcosa di molto tradizionale ma altrettanto innovativo. Cambia la società, cambiano i costumi, forse si modificano i sentimenti o comunque il loro modo di esternarli.
In quanti libri la famiglia è protagonista?
Famiglia è una parola chiave che ritroviamo nell’800, penso al romanzo francese di Hector Malot “Senza famiglia”, ambientato nel nord della Francia che si andava industrializzando, ma anche alla grande famiglia rappresentata da Thomas Mann, “I Buddenbrook. Decadenza di una famiglia”, ambientato nella Lubecca di fine ’800, romanzo celeberrimo pubblicato nel 1901. Per passare invece a tempi più recenti, vorrei ricordare due libri molto diversi, ma incentrati sugli incroci familiari di Natalia Ginzburg: il vitalissimo “Lessico familiare”, un romanzo autobiografico pieno di ironia e “La famiglia Manzoni”, che racconta con grande documentazione la storia del grande Alessandro, lo scrittore sacro della nostra letteratura nazionale, che fu un pessimo padre di famiglia.
Una famiglia della grande nobiltà siciliana è protagonista del grande romanzo di Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo”, che fu un caso editoriale straordinario, assicurando al suo autore fama perenne. Nel 1929 esce il capolavoro di Alberto Moravia, “Gli Indifferenti”, storia di una famiglia romana nei primi anni del fascismo, esemplare del non amore familiare scontato. Al centro della grande Storia la famiglia Sereni, ebrea, oggetto della epica narrazione di Clara Sereni nel suo troppo poco ricordato “Il gioco dei regni”.
Nella narrativa italiana più recente ecco la descrizione di famiglie difficili: penso a “L’Arminuta” di Donatella Di Pietrantonio, nel quale la ragazzina protagonista viene ceduta ad un’altra famiglia per bisogno; o a “La più amata” di Teresa Ciabatti, un’autofiction in cui la scrittrice descrive la propria famiglia disfunzionale con realismo e dolore.
Lo scrittore Giancarlo Simi ha pubblicato un romanzo dal titolo “Come una famiglia”, con protagonista un ragazzo promessa del calcio finito in una storia drammatica e difeso dalla famiglia.
La barese Rosa Ventrella è autrice del romanzo “Storia di una famiglia perbene”, ed il perbene del titolo allude invece ad una vicenda complessa e spesso drammatica.
Recentissimo il libro di Chiara Ingrao, “[Migrante per sempre/Migrante-per-sempre-Ingrao.html]”: una poverissima famiglia siciliana negli anni ’50 è costretta ad emigrare in Germania, storia attualissima e dolorosa.
Quattro fratelli inglesi sono i protagonisti del romanzo della britannica Tessa Hadley, “Il passato”, nel quale viene ricostruita una storia dolorosa tra presente e passato, segreti innominabili, amori sfortunati, in una famiglia che credeva di essere tale.
Altra scrittrice inglese, Francesca Hornak, nel suo recente “Riunione di famiglia”, riunisce in una specie di evento claustrofobico i quattro membri di una famiglia e lascia che si scatenino le pulsioni e i risentimenti sopiti, i non detti, le menzogne, gli equivoci.
Un’altra famiglia domina nel romanzo di Chiara Marchelli “La memoria della cenere”, che vede chiusi in casa sotto un vulcano in attività una coppia e i genitori di lei, insomma una famiglia costretta a confrontarsi con il passato e un presente difficile.
“Sangue giusto” di Francesca Melandri ci porta dalla Roma odierna alla colonia africana durante la nostra tragica avventura coloniale, raccontandoci una doppia famiglia, di cui furono protagonisti tanti italiani “brava gente”.
Il tema delle famiglie omogenitoriali viene affrontato con sensibilità nel romanzo per ragazzi di Matteo Grimaldi dal titolo "La famiglia X", in cui il tredicenne protagonista viene dato in affido a una coppia di "papà".
Questi sono solo spunti e consigli di lettura, ma sul tema della famiglia c’è una produzione sterminata di romanzi, di film, di serie tv, di strisce, perché è una miniera di ricchezza e di contraddizioni, di solidarietà e di profonda infelicità, di lotte, di riconoscimenti, di malattia, di amore, quando si può. Meglio leggere, così si scopre che la cosiddetta “famiglia tradizionale” è solo un’astrazione linguistica.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La famiglia, protagonista di romanzi vecchi e nuovi
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