Feroce è la notte
- Autore: Mattia Molini
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Un capolavoro, la copertina e l’abstract di un giallo nuovo e fresco sono un capolavoro. Se poi lo sarà anche il romanzo (noi ci siamo fatti un’idea), lo lasciamo giudicare ai lettori di Feroce è la notte, dell’esordiente Mattia Molini, pubblicato a settembre da Golem Edizioni di Torino (180 pagine, 13.90 euro, disponibile in versione ebook a 4.99 euro).
L’immagine molto movimentata in copertina, di Nicoletta Carbotti, ci porta in Piazza IV Novembre a Perugia, con la fontana e il Palazzo dei Priori sullo sfondo di una scena dinamica, in cui spiccano due feticissime scarpe femminili con un tacco interminabile, sotto i pantaloni di taglio maschile di qualcuno armato di pistola. Sul risvolto si legge questa descrizione:
Pacifisti violenti, psichiatre anomale, dinamitardi cinefili, papponi logorroici, prostitute-artiste concettuali s’incrociano in una Perugia che da città d’arte, jazz e cioccolatini si trasforma in un teatro d’incubo.
Il che potrebbe far pensare a un horror, ma no, Perugia è pur sempre uno dei salotti buoni d’Italia ed è quindi più congeniale al noir di provincia. Per trovare una ragazza accoltellata alla giugulare, non occorre nemmeno andare in via della Pergola, fuori delle mura etrusche. Basta avvicinarsi a casa della Scimmia Perugina, dalla quale esce stordito, confuso e in cuor suo innocente come un bambino, l’Ignoto n. 1 di questa storia. È il feticista del naso che ha appena ammazzato preterintenzionalmente una partner occasionale che lo aveva rimorchiato a una festa in maschera, ubriaca più di un marinaio, ch’è poi il costume indossato dall’involontario omicida. Alla ragazza sconosciuta e pur infoiata, sommariamente vestita ancora da scimmia, non erano andate giù le insistenti attenzioni verso le sue delicate narici e dopo un “Basta, te dico di no” e un “Piantala torzone, maniaco de merda” (sennò che Perugina sarebbe), tra parapiglia, spintoni, cocomerate in testa, è un attimo che una lama finisca nel collo. Questo per scrivere un po’ alla sghemba, ma in modo brillante, secondo il Mattia Molini style.
Il nemmeno quarantenne perugino è uomo di cinema e non è un caso che questo soggetto narrativo sia nato come sceneggiatura, prima di finire nelle mani sapienti di Giancarlo Caselli. Messo un editor capace a disposizione del neo autore, ecco plasmato un prodotto all’altezza del livello qualitativo elevato dei titoli Golem. Una volta bisognerà parlare di questo Caselli. Bene, la volta è questa. L’amministratore delegato di Golem Edizioni è psicologo clinico e del lavoro, esperto in risorse umane. Nel 2010 ha rilevato una libreria e nel 2013 ha fondato la casa editrice, col progetto di dar voce a proposte culturali diverse e con l’ambizione di proporre sempre libri di qualità, per forma e contenuti. Da lettore apprezza in particolare il genere noir-thriller, da editore ha saputo circondarsi di uno staff eccellente, a caccia di proposte eccellenti.
Difficile trovare qualcuno in grado di confezionare hard boiled scanzonati e divertenti come quello di Molini. Torniamo all’abstract capolavoro: incaricato delle indagini sul primaticidio perugino “è Titta. l’affascinante quanto brutale ispettore di polizia dedito al travestitismo: il tacco 12 armato della legge”. Scarpe decolleté lucide nere, stiletto infinito sotto lunghe gambe infilate in leggins seconda pelle, natiche d’acciaio, capelli freschi di parrucchiere tirati dietro le orecchie, un volto perfetto, lunghe ciglia all’insù, occhi azzurri e... la mascella quadrata accarezzata da una barba ben curata. Sì, è un uomo e che colosso!
Brusco, incalzante, bizzarro, non l’ispettore Titta ma il romanzo. È così che lo descrive il suo papà, Mattia, al quale si deve il plot dell’inguaribile feticista del naso che diventa un serial killer per conquistare il poliziotto drag-queen che gli dà la caccia. In un carnevale psicotropo senza sosta, l’assassino che dormiva sotto la grigia quotidianità si prende una cotta per l’investigatore e in un impossibile omaggio d’amore e morte a lui dedicato si lancia in una caccia sfrenata che fa sprofondare la città in un vortice di violenza e sangue, tra delitti in serie e allucinati stati di colpa.
C’è lo zampino di Giancarlo Caselli in questi imperdibili sommarietti di un giallo non lunghissimo, ma intrigante e attraente, a cominciare dai colori vivaci del volume, dal formato agile (12 x 16,8 cm) e dalla grafica accattivante: un tascabile di nuova generazione. Mentre la cadenza degli omicidi incalza, il tono del racconto resta leggero, divertente, quasi giocoso, un valore aggiunto questo andamento schizzato-brillante, dissonante con la sequenza di ammazzamenti che pure si verificano. Filmaker laureato in teoria e tecnica del linguaggio cinematografico, Mattia Molini ha realizzato un drole de thriller, un noir che veste solo in apparenza i panni del giallo sanguinario. È una commedia gialla, arrampicata su scarpe fetish tacco 12.
Feroce è la notte (Le Vespe Vol. 28)
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Feroce è la notte
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