Finis terrae
- Autore: Gian Luca Campagna
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2016
Ecomafia, prostituzione, mala politica, calcioscommesse: ce n’è per tutti i gusti a Villareale nel romanzo “Finis terrae”, noir mediterraneo di Gian Luca Campagna, edito a maggio 2016 da Oltre Edizioni di Sestri Levante (pp. 512, euro 19,00).
L’autore è giornalista, oltre che copy nel mondo visionario della comunicazione pubblicitaria, ghost writer nel mondo iperbolico della politica e aspirante romanziere nella vita reale.
La sua professione si riflette nel personaggio di Fabrizio Corelli, cronista-detective di provincia. A trentanove anni, “sopravvive non vive”, socialmente incasinato, sentimentalmente disamorato, autorifugiato nelle delizie della tavola, ma pur sempre con la vocazione del giornalismo d’indagine. Attorno a lui si sviluppano le contorte vicende di questo giallo non metropolitano, in una cittadina e in territorio immaginari tanto simili a Latina e dintorni, dove il quarantaseienne Gian Luca Campagna vive, opera e scrive nella realtà.
Cosa significa ecomafia a Villareale? Camion che passano dalla provinciale, come i ladri, di notte. Scaricano chissà dove e ripartono, ma lasciano puzza di monnezza. Da un po’, si è aggiunto un andirivieni di cassoni, carichi di ghiaia e segatura: impastandole alla calce si ottiene una mistura impermeabilizzante, anche se ovviamente non si scongiura che il percolato tossico vada a inquinare nelle falde acquifere.
Cosa vuole dire prostituzione a Villareale? Aimée, tra l’altro, la mulatta martinicana, a tempo pieno statuaria stripper nel night Iguana Blue e a tempo perso lucciola nella mansarda etnica in periferia.
Cos’è mala politica a Villareale (e non solo)? Inciuci, giochi, pastette, scambi di intese che non hanno come finalità il bene della collettività ma interessi personali o di gruppo. Annunci senza seguito di fatti. E se pure mutano gli attori sulle poltrone, il palcoscenico pubblico resta inalterato: una città avvitata su se stessa, avvilita dalle sue crisi cicliche, dalle promesse non mantenute.
Come funziona il calcioscommesse a Villareale? La capolista Cremese perde in casa contro la terzultima in classifica: un risultato impensabile perfino alla playstation, realizzato grazie alla complicità dell’asse portante della squadra: portiere, libero, regista, centravanti. Soldi comodi in saccoccia per chi sa ed ha puntato sul 2.
A Villareale fiorisce una realtà taroccata, una società più o meno delinquente, più o meno complice, più o meno impotente, con protagonisti e comparse che svolgono ruoli diversi nel mondo della prostituzione, in politica, nelle trame sotterranee per alterare i risultati calcistici e nel traffico e smaltimento clandestino dei rifiuti.
Vivendo in bilico sul crinale dell’illecito, è facile scivolare verso il crimine. Una rumena è sparita da una settimana, Lara Petrescu, lap dancer nell’Iguana Blue. Sarà tornata a Timisoara? Sì, a fare la parrucchiera, per pochi soldi, con quello che guadagnava in una sola botta con gli extra!
E poi c’è il delitto recente, che ha scosso tutti: il parroco trovato incaprettato in canonica, soffocato nel corso di una rapina, nella quale però non era stato rubato niente. Strano. Eppure gli inquirenti hanno fretta di chiudere tutto nel dimenticatoio, sospettando condotte inconfessabili del soggetto, per un certo vizietto! Corelli è certo che ci sia qualche collegamento con la militanza di don Andrea in un movimento ecologista contro la discarica tossica nel territorio.
Quante ne capitano a Villareale! Che ambientino!
E mica è finita qui! In tempi precedenti c’è stato l’orrore di un bambino seviziato, in tempi successivi ci sarà la sparizione dell’ing. Terenzi, imprenditore senza scrupoli. La Mercedes è abbandonata sul lungomare, sportello aperto e nessun segno di violenza. Si parla di una centrale nucleare dismessa, del progetto di realizzarne una a biomasse, di compravendite di terreni che somigliano a torbide speculazioni, di materie plastiche ridotte in polvere, di fanghi radioattivi.
“Finis terrae”, una terra alla fine del mondo, un luogo unico. Orribile ma attraente. Inferno, con qualche tratto di paradiso, tra “amara terra mia” e “terra bella e uguale non ce n’è”, come appare l’Agro Pontino in bianco e nero, tra lo squallore spettrale e la nitidezza abbagliante, nel film di Augusto Genina Cielo sulla palude, 1949, sulla vita di Maria Goretti, giunta nei primi del Novecento da Corinaldo, nelle Marche, con la sua famiglia che andava a bonificare l’area paludosa di Latina.
Ecco, è un romanzo neorealista, come quella pellicola.
Finis terrae
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