Fuga dal bunker
- Autore: Franco Massari
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Eroe per caso o per errore. Non è un vigliacco il tenente delle SS Bernd Hayek, ma non è l’impavido guerriero ariano che il poco che resta del Reich è convinto d’aver visto in azione contro i russi, in una Berlino devastata, a fine aprile 1945. Franco Massari ambienta tra le rovine della capitale assediata dai sovietici il romanzo “Fuga dal bunker”, edito nel giugno 2017 (174 pagine 15 euro) dalla Biblioteca dei Leoni, casa editrice di Castelfranco Veneto (TV).
L’autore è veneziano, ma vive dal 1981 a Monaco di Baviera. Ne sa di Germania ed anche di tedeschi. Ha interpretato il modo di pensare e agire di un ex fanatico giovane hitleriano, uscito a pieni voti dall’Accademia delle SS per combattere nelle divisioni dell’Ordine Nero, fin dall’inizio della guerra, in Polonia, nel settembre 1939.
Dopo cinque anni di battaglie per la grandezza di un popolo e un fuhrer, della Grande Germania restano morti e macerie. Adolf Hitler è chiuso da una settimana sotto il palazzo della Cancelleria, nel centro di Berlino, con pochi fedelissimi. Tra il suo bunker e l’Armata Rossa c’è solo una casamatta, di cemento scadente, difesa da poche SS, al comando di Hayek.
Il tenente è un veterano di guerra e proprio per questo avverte dentro di sé un grave senso di sconfitta. La situazione è disperata. I russi si stanno raccogliendo per travolgere la sua postazione e le munizioni anticarro rimaste non basterebbero nemmeno a fermare i primi tank che vedono farsi avanti. Hanno poco anche per colpire i fanti appollaiati dietro le torrette, pronti a saltare a terra per rastrellare i difensori. In Bernd la fiducia nella vittoria finale del Nazismo è svanita. Sa bene che i sovietici uccidono sul posto i soldati del partito, ma spera che possano fare un’eccezione, se riesce a evitare perdite inutili anche per loro.
Si avvia verso il nemico, con un fazzoletto sporco in mano, che una volta era bianco. L’amico più fraterno tra i suoi uomini gli spara due colpi alla schiena.
Hayek si risveglia in un lazzaretto militare, salvato da un contrattacco di giovani nazisti. Tutti i suoi sono morti ed è considerato un eroe, colpito alle spalle dai russi dopo averli sorpassati nello slancio. Un’infermiera capo delle SS ha procurato al chirurgo dell’anestetico, ormai introvabile.
Così, l’ufficiale che stava disertando per sfiducia verso il Nazismo si ritrova risparmiato, soccorso dall’amica Cornelia, promosso capitano per il contegno superbo davanti al nemico e incaricato di un compito speciale. Dopo essere stato nell’ultima casamatta del Reich, con le ultime munizioni e gli ultimi soldati, dopo essere finito nell’ultimo ospedale da campo e operato con l’ultima dose di sedativo, ha guadagnato l’ultimo onore: difendere il bunker della Cancelleria. Gli assegnano sedici SS e un sottufficiale. Gli attribuiscono la responsabilità di scegliere il momento in cui il rifugio dovrà saltare, seppellendo tutto e tutti, per sottrarre Hitler ai russi. Ma l’esplosivo va prelevato da un deposito. Provvederà lo stesso Hayek. Tocca tutto a lui.
I paradossi (e gli equivoci) continuano. In cuor suo, sente svanire i preconcetti che gli sono stati inculcati e crescere il rancore nei confronti dell’uomo al quale si devono tanti lutti e rovine. Medita di usare l’esplosivo per un obiettivo diverso: giustiziare il dittatore che ha insanguinato l’Europa e il mondo, completare quanto non era riuscito a von Stauffenberg. Far saltare Hitler. Un attentato per eliminarlo, non più un falò ariano per accompagnarlo nel Walhalla.
Anche la commedia delle incomprensioni prosegue. Gli alti ufficiali delle SS lo esentano da compiti difensivi che potrebbero esporlo ai colpi nemici e lo incaricano della scorta ravvicinata del fuhrer.
Bernd pianifica quello che è sempre più un progetto di giustizia in nome dell’umanità, lo spiega nelle lettere riservate che dissemina, indirizzate a Cornelia. Ma non c’è niente di facile e di scontato in questa situazione. Per varie vicende, l’ufficiale è all’esterno del bunker e rientrarvi non è agevole. Crede anche di aver capito che qualcuno pianifica una sortita per portare Hitler in un altro nascondiglio.
Fa effetto incontrare vari protagonisti della caduta degli dei, a cominciare da una pallida Magda Goebbels, mamma di sei bambini e bambine in tenera età, veri simboli della razza ariana, biondi e con gli occhi azzurri.
Azzurra: la Divisione Azul, ha un ruolo in questa storia il reparto di volontari spagnoli che combattevano contro l’Urss insieme alle truppe tedesche. Come ce l’ha il capitano Hayek, col suo progetto “regicida” e come ce l’hanno potenzialmente due piccoli aerei, ben nascosti, con dei segni inconfondibili sotto le ali: due vistose croci rosse.
Si badi, questo non è solo il romanzo del capitano Hayek, è soprattutto l’ipotesi della fuga di Hitler dal bunker della Cancelleria, ma non è il caso di dire altro…
Fuga dal bunker
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