Giorgio Gaber. Il teatro del pensiero
- Autore: Mauro Germani
- Genere: Musica
- Anno di pubblicazione: 2013
Fare oggi il punto su una figura così importante come Giorgio Gaber è veramente necessario. La trattazione di Mauro Germani ci aiuta parecchio in questo intento. (Dalla prefazione di Mauro Gaffuri)
Avete presente una caterva di libri che messi in fila uno dietro l’altro arrivano alla metà di un campo di calcio? I saggi critico-biografici su Giorgio Gaber non si contano, secondi per numero solo a quelli su Fabrizio De André e non è che uno possa stupirsi più di tanto: trattasi di autentici supereroi della canzone (non soltanto italiana), il loro specifico musical-letterario è stato passato al setaccio dentro e fuori le righe, enfatizzato, liofilizzato, mandato a memoria, con esiti invero quasi sempre apprezzabili, nel caso di Gaber ancor più che in quello di De Andrè (non è che con Gaber possa cimentarsi il primo venuto). La domanda allora sarebbe questa: al cospetto di un simile apparato critico a disposizione è possibile scrivere di Gaber qualcosa di nuovo (di diverso)? Qualcosa che non sia stato scritto-affrontato-analizzato altrove, in altri libri? La risposta è sì, se si sposta, per esempio, l’ottica di osservazione (e basta con queste biografie minuziose sui cantanti, che tanto a noi italiani, salvo sparute eccezioni, non riescono bene), come nel caso di questo “Giorgio Gaber. Il teatro del pensiero” che Mauro Germani pubblica per Zona (2013) sottoponendo al vaglio della speculazione filosofica dieci- temi-dieci dello specifico gaberiano.
Per quanto mi riguarda nulla da obiettare: lo studio è serissimo, persino severo, puntiglioso, originale. Germani spacca il capello, opera il distinguo tra teatro-canzone (monologhi alternati a brani musicali) e teatro di evocazione (dialoghi e scene non musicate) e da lì si muove tra gli anfratti mica da ridere (non soltanto da ridere) del Gaber-universo, un occhio al polo dialettico dell’esistenzialismo, un altro al sociale. Le poderose sfumature dell’opera omnia gaberiana-luporiniana risultano così esplorate attraverso diversi capisaldi tematici - teatro, musica, pensiero, corpo, amore, società, potere, morte, Dio, uomo - un pre-testo come un altro per affrontare di petto, ma con straordinaria umiltà l’humus artistico del Nostro, la sua sfaccettata visione dell’uomo e del mondo.
Se e quando scrive di Gaber (e nella fattispecie scrive di Gaber), Mauro Germani sa benissimo cosa fa, lo sa sin da subito, sin quando ne riassume la teleologia attraverso queste parole:
“Gaber si definiva ‘un filosofo ignorante’. Questa espressione – che rimanda al sapere di non sapere di Socrate – rivela non solo la continua volontà di ricerca intorno all’uomo ma anche il proposito di non arrendersi mai di fronte a presunte verità confezionate. Il pensiero a cui tende tutta l’operar di Gaber non è l’affermazione di un sapere organicamente costituito, né tantomeno di una specifica ideologia, quanto un o slancio, una tensione ideale che vuole essere tutt’uno con l’esistenza, con l’esserci, qui e ora, dell’uomo”.
Se la memoria non mi gioca brutti tiri questo è il secondo libro che inquadra l’attività teatral-musicale di Giorgio Gaber mediante il focus della trattazione filosofica, con il valore aggiunto di approfonditi rimandi “letterari” - Borges, Celine, Sartre, Kafka, Pasolini: non si tratta di un caso, meno che mai di una forzatura. Alla faccia dei temi che tira in ballo, inoltre, Germani sa come farsi leggere facile (prendetela come tutt’altro che una diminutio), ne consegue che il suo “Il teatro del pensiero” (a proposito, bel titolo), appassiona e non annoia, (im)ponendosi tra gli excursus più riusciti della bibliografia sul cantautore.
Giorgio Gaber. Il teatro del pensiero
Amazon.it: 15,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Giorgio Gaber. Il teatro del pensiero
Lascia il tuo commento
Complimenti a Mauro Germani per il piglio e l’analisi dettagliata nonché rigorosa del libro su Giorgio Gaber. Ma complimenti anche a Mario Bonanno per la serietà, l’erudizione, o meglio, la cultura, la delicatezza e l’intelligenza dimostrate con la recensione al testo di Germani.
Una curiosità: che lavoro ha svolto finora? Un lavoro parallelo alla scrittura? O vive di questa? La sua prosa e il modo con cui snocciola, quasi senza parere, le sue conoscenze letterarie mi fanno pensare a un uomo maturo. In quale fascia d’età si colloca? Mi scuso per l’indiscrezione e gli auguro buona continuazione. Cordialmente. Carla Spinella