

Reticenze
- Autore: Mauro Germani
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Il nuovo libro di racconti (settanta) di Mauro Germani sta tutto nel titolo: Reticenze (Fallone Editore, 2024). Un titolo esposto a meta-significazioni, se è vero che il sottaciuto spesso rivela più del dichiarato, e che l’in sé è inesprimibile (nella sua pienezza), che la sua traduzione in fonemi, per quanto volenterosa, deve arrendersi a un’originaria componente indicibile. Sulle impenetrabili asimmetrie di senso (ontologico) si era peraltro espresso l’oscuro Thomas Stearns Eliot di Sogno e realtà: “tra l’idea e la realtà cade l’ombra”. In ulteriori e definitive parole: l’inane abita lo iato tra pensiero e agito; per quanto ci si impegni resterà sempre indietro uno scarto, un non-detto, uno snodo non intrapreso, esiliati nell’ambito del potenziale. Mauro Germani è, dal canto suo, un narratore elegante; proviene da buone letture e dalla poesia, e tutto ciò si capisce a occhio dalle prime righe di Reticenze.
Forse era troppo tardi o forse troppo presto. In ogni caso fuori tempo. Fuori luogo. Fuori di me. Preparai tutto come avevo programmato. Presi l’occorrente e lo sistemai in un angolo. Per alcuni giorni mi piaceva fissarlo, immobile. Ogni tanto chiudevo gli occhi, mi facevo sorprendere dal buio. Tremavo un poco e sorridevo. Sentivo che avrei avuto il privilegio di godermi tutta la verità. Poi venne il momento. Rilessi le poche righe che avevo scritto: ‘Se cercate spiegazioni, seguitemi’. Lasciai il biglietto sul tavolo, in bella vista, appoggiato al vaso di fiori.
Immanente a ciascuno dei settanta racconti - parafrasi dei Sessanta racconti di Buzzati, di cui l’autore è stato estensore di un saggio, L’attesa e l’ignoto (L’arcolaio 2012), si percepisce - al pari di una voluta pudicizia narrativa - una chiave ossimorica, riferente all’aspettativa chiaroscurale di una svolta, o di un silenzio ulteriori. Qualcosa collocabile oltre l’accaduto (l’esplicitato), il detto/non-detto, talvolta persino oltre il visibile.
Settanta racconti brevi, non arrivano a due pagine ciascuno, e potrebbero arrivare a contarne altre cento. Settanta climi differenti. Settanta narrazioni differenti e in fondo una sola, commista a paradigmi di disvelamento/nascondimento interiori. L’eleganza formale di Germani fa il paio con la capacità di tenere viva la suspense interna alle micro-storie che si susseguono nel testo, ciascuna stazione di una medesima partitura narrativa, divaricata fra abisso e metafisica. Espresso e occultato.
Non è mai agevole entrare nel merito di un libro di racconti. I podi sono sterili (e in fin dei conti personali) e la traduzione pedissequa delle trame lo è altrettanto. Insisto perciò sull’ineffabile, continuo a rimarcare l’interiormente sottile, che addensa di significati l’ossatura portante di Reticenze. Una raccolta di storie brevi, focalizzata sui frame di un quotidiano possibile altrove, coniugato per lampi o barbagli, rotte frastagliate, istanti nodali, attimi sorprendenti, fantasmi del passato e del presente, mistero e fantastico buzzatiani, attualità. Reticenze è tra le prove più compite e mature di Mauro Germani, mi sento di caldeggiarne senza remore la lettura.

Reticenze
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