Margini della parola. Note di lettura su autori classici e contemporanei
- Autore: Mauro Germani
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2014
Ho conosciuto taglio e spessore analitici di Mauro Germani quando ho letto "Il teatro del pensiero”, il suo saggio dedicato a Giorgio Gaber dell’anno scorso (Zona Editrice). Non è un libro musicale come gli altri: va bene che lo specifico gaberiano invoglia(va) ma il lavoro di Germani risulta intrinseco a letteratura e filosofia, e insomma non è da tutti.
L’autore ha un certo "peso", si intuisce che è uno scrittore vero, soltanto di passaggio per la saggistica sulla canzone. Ne ho avuto riprova con questo “Margini della parola. Note di lettura su autori classici e contemporanei”, fresco di stampa per le edizioni La Vita Felice (2014), discendente diretto dei contenuti di “Margo”, il blog letterario che lo stesso Germani cura sul web.
“Margini della parola” è un compendiario di “sottili” recensioni su libri e autori mutuati da presente e passato della letteratura, inquadrati - con le parole strettamente necessarie - nel loro sinolo significativo, nel nocciolo portante del loro specifico. Più facile a dirsi che a farsi, poiché anche la sintesi non è da tutti, soprattutto se va di paro passo coi contenuti. Qualche esempio: questo è Dino Buzzati, secondo Germani, a pagina 29 del suo testo:
“La città, la grande metropoli moderna, il labirinto di vie, case, vicoli, piazze e piazzette diviene il mistero che racchiude innumerevoli misteri, vite, sogni segreti, ansie, angosce e vizi inconfessabili. La cronaca di Buzzati è sempre, in fondo cronaca del mistero e, come i suoi racconti, non lascia mai tranquillo e sereno il lettore, il quale viene spesso assalito da continue domande ed interrogativi, aventi proprio lo scopo di far vacillare la sua apparente sicurezza.”
E questo Louis-Ferdinand Celine, spalmato tra le pagine 52 e 53:
“La sua genialità, accompagnata da un furore incalzante e da una visione angosciata e allo stesso tempo beffarda della condizione umana, gli permise di creare un linguaggio inconfondibile, una prosa antiletteraria, sincopata e sospesa, frammentata, fisica, ricca di umori, dai toni alternati, in cui il francese è unito all’argot, alla ricerca di un’emozione vera, oltre la carta stampata.”
Come si può vedere anche il passo descrittivo gioca a sostegno delle tesi, la prosa di Germani è tanto ficcante quanto puntuale, sia che si intrattenga sui così detti classici da antologia sia che indaghi sul nuovo, sulle voci più recenti della lirica italiana, per esempio.
Un’analisi che non soffre di tentennamenti, trattando il narratore affermato quanto quello potenziale con identici rispetto e attenzione.
Per chiudere dalla prospettiva da cui avevamo cominciato: in “Margini della parola” Gaber figura con “Il grigio” (parabola "lata" sulla condizione umana), a dimostrazione di come il teatro-canzone (nella forma e nella sostanza gaberiana-luporiniana, però) sia quanto di più prossimo alla prosa e alla poesia abbia prodotto l’illetterato mondo dell’industria discografica. Dopo quei dischi (e quegli spettacoli), più o meno le deluge.
Margini della parola. Note di lettura su autori classici e contemporanei
Amazon.it: 16,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Margini della parola. Note di lettura su autori classici e contemporanei
Lascia il tuo commento