Gli anni mancanti di Roberto Re

Gli anni mancanti (GPM Edizioni, 2020) è l’ultimo romanzo di Roberto Re, scrittore di Lanzo Torinese, conosciuto per la trilogia de Il Killer delle fiabe. Cambiando totalmente genere, egli ci pone a contatto col nostro ego bambino, a cui vorremmo fare tante osservazioni. Rispetto alla vita che ci eravamo immaginati, ne abbiamo forse disatteso le aspettative? Avrebbe potuto essere diverso, se solo avessimo fatto un altro tipo di scelta? Perché non abbiamo avuto il coraggio di perseguire l’amore fino in fondo, ma abbiamo mollato il colpo, rinunciando per vigliaccheria a quel che era a noi destinato?

Tante le domande che il lettore si farà leggendo la storia del trentacinquenne Stefano, questo protagonista diventato famoso scrittore, che dopo avere dato alle stampe un unico romanzo di successo convive con la frustrazione del cosiddetto “blocco della pagina bianca”.
La storia si alterna fra gli anni dell’adolescenza del protagonista e i giorni nostri; fra i ricordi di gioventù, con gli amici, le feste, le partite di calcio al paese alle pendici dei monti piemontesi, e la nuova vita che Stefano ha improntato in solitaria, in un tranquillo paese della Romagna.
Da giovani erano una bella combriccola, tutti amici che si spalleggiavano, erano uniti. Poi Stefano ha improvvisamente deciso di mollare tutto, persino Greta, la ragazza di cui era innamorato. Dopo quindici anni di lontananza ed esilio, il funerale di un amico diventa l’occasione per un ritorno, dove tutto viene messo nuovamente in discussione. Dove tutto può ancora cambiare o aggiustarsi. Dove, soprattutto, si può dare risposte a quei mille quesiti che, come fantasmi, lo hanno eternamente assillato. Perché si può fuggire, però i dubbi restano a martellare, a far sentire insicuri.

“La sensazione provocata da un ritorno alle origini che non ho avuto tempo di metabolizzare, con la consapevolezza che rivedrò persone con le quali non ho contatti da quindici anni e che non so con che spirito mi accoglieranno.”

Gli anni mancanti è una storia giovane, fresca, pubblicata da GPM Edizioni nel dicembre 2020, che fa riflettere. Induce a riconoscere la felicità, quando ce la ritroviamo davanti. Perché si può andare anche in capo al mondo, ma da nessuna parte si sarà felici come a casa.

“Rientro a casa e mi preparo a passare l’ultima notte tra queste mura che non ho mai sentito davvero mie, e quando al mattino salgo in macchina e riparto lasciandomi la casa alle spalle, mi rendo conto che la mia fuga è davvero arrivata al capolinea.”