Gli intrusi
- Autore: Isacco Turina
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Graphe.it edizioni
- Anno di pubblicazione: 2024
Chi scrive non sapeva nulla di Isacco Turina, nato a Villafranca di Verona, ora ricercatore in sociologia all’università di Bologna. L’autore ha scritto due saggi di ricerca sul cattolicesimo. E una raccolta di racconti, Elogio delle merci, edita nel 2018.
Una voce appartata, ma sapiente, una scrittura dove il realismo fa fatica a contenerli tutti, i cinque racconti de Gli intrusi (Graphe.it, 2024).
Il primo, Sottomissione, racconta la storia di due ragazzi, Agnese e Michael, di origine filippina. La madre lavora come domestica in una casa enorme, di un onorevole e non sa che il figlio ha duplicato le chiavi e ha trovato il codice di sicurezza. Nel frattempo il giovane insiste con Agnese, per portarla a casa di un amico molto benestante. Ma una volta entrati, la ragazza capisce che Michael non è mai stato in quella casa. Lei vuole andare via, lui le regala un braccialetto che ha trovato in camera da letto, dove conduce la ragazza. Ma l’onorevole, tornato all’improvviso a casa sente dei rumori nella camera. Vorrebbe chiamare la polizia, poi si accorge che sono due ragazzi. Arriva nella stanza da letto, e il ragazzo deve dire tutto, confessando chi è e chi è sua madre. Il prezzo è terrificante, da uomini che hanno perduto il concetto di pietas.
Turina scava nel cuore del male e ci lascia attoniti.
Poi c’è il racconto Giuliana, narra di una scimmia che è scappata da un laboratorio di ricerca ed è approdata a casa di un uomo gentile, che la cura, le dà da mangiare. Non è così semplice, poi la stanno cercando e allora prendono una casetta tra i boschi. Qui lo scrittore cerca di capire quanto noi e le scimmie siamo uguali. Meno di quello che si pensa, ma gli slanci di affetto di Giuliana sono reali. In questo racconto prevale la gentilezza e la compassione di un amore impossibile.
Il successivo dal titolo Nodo è la storia di un’ossessione e delle sorti dell’arte contemporanea. Forse quello meno riuscito, a mio avviso, ha voluto scrivere una storia dove non ci sono connessioni umane, ma solo incontri per capire se l’artista era davvero cosciente di aver riempito un’intera stanza con un nodo. E se quella può essere arte contemporanea.
A mio avviso, invece, il racconto “perfetto” è l’ultimo, La parentesi.
Un uomo braccato dalla polizia trova il modo per entrare in un monastero, dove viene accolto chiunque. Il nome dell’evaso è Damiano e gli viene dato un posto dove dormire e da mangiare.
Tale è la leggerezza del tocco in Turina, che vorresti essere lì, per capire se è tutto vero. Damiano si annoia a non fare niente e chiede a frate Fabio un lavoro per lui, anche pesante. Il frate lo mette a tagliare alberi, i rami, i pezzi storti e brutti per loro del monastero, quelli, invece dritti e tagliati della stessa misura, per venderli, perché il monastero ha un bisogno costante di soldi.
A tavola i frati parlano con Damiano, tranne frate Filippo, che non accetta questo permissivismo e soprattutto la frase:
Stai quanto vuoi, potrebbe piacerti fare il monaco.
Si vede benissimo che Damiano non ha fatto nulla di buono nella vita, ma al contempo di vivere senza donne, senza birre, senza contatti esterni, non vuole saperne, alla fine impazzirebbe. E poi non è tutto chiaro. Dopo quello che ha visto potrebbe esserci un frate alcolista, oppure un frate che in un angolo bacia la figlia del proprietario dello spaccio. Paradossalmente in quell’ambiente monastico Damiano è quello virtuoso, finché non nota una donna con una bambina. Di getto l’uomo bacia la donna, che scappa con la bambina.
Questo racconto, che sembra un romanzo breve, ha dentro una luce, come se stessi leggendo un breviario religioso adattato ai nostri tempi.
Gli intrusi
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