I fatti. Autobiografia di un romanziere di Philip Roth

Questo romanzo di Roth arriva in libreria nel 2013 con Einaudi dopo che lo scrittore aveva annunciato che non avrebbe scritto più, suscitando un’esplosione mediatica di interesse sul Nostro.

"I fatti" è l’autobiografia non convenzionale di uno scrittore non convenzionale. (Note di copertina)

Più ti ritrai più sei sempre sulla scena, un Roth come un Salinger mancato. Ha deciso di non scrivere mai più? Allora gite paganti nella sua natia Newark, un film su di lui, insomma un diluvio.
Einaudi editore rimette in giro l’infanzia reale di Roth, l’adolescenza fino ai primi successi. Perché un’autobiografia? Lo scrive lo stesso autore in una lettera a Nathan Zuckerman:

"Sul pendolo della esposizione pubblica che oscilla tra l’aggressivo esibizionismo di un Mailer e la vita appartata di un Salinger, direi che io ho una posizione mediana... superata la cinquantina, poi, si sente il bisogno di trovare dei mezzi per rendersi visibili a se stessi."

E non finiscono qui i motivi per scrivere un’autobiografia, tra cui anche una medicina per la depressione, che gli fa venire in mente le colazioni con i genitori, le battute, i litigi, l’ebraismo pesante della famiglia, scuola, giochi, l’adolescenza, le pulsioni sessuali, la prima volta che Roth fa l’amore.
Tutto questo nasce anche da una depressione nervosa, da cui guarisce coi ricordi su carta, come l’autore descrive splendidamente:

"Anche se qui non c’è bisogno di entrare nei particolari. ti dirò che nella primavera del 1987, alla fine di un periodo di dieci anni di creatività, quello che avrebbe dovuto essere un piccolo intervento chirurgico, si tradusse in un prolungato travaglio fisico che mi fece precipitare in una depressione così profonda da portarmi sull’orto della dissoluzione emotiva e mentale".

Scrivere come potere taumaturgico, come bisogno per uscire fuori da una disistima profonda. Roth non dà enfasi alla sua autobiografia, sembra un entomologo.
La scrittura è sempre una panacea contro gli sbandamenti del cuore, contro l’odio e l’amore. La parte migliore.
Lo stile di Roth, unico e bellissimo, è tradotto con maestria da Vincenzo Mantovani.