I frutti del vento
- Autore: Tracy Chevalier
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2016
Esce oggi 28 gennaio “I frutti del vento” (Neri Pozza 2016, titolo originale“ At the Edge of the Orchard”, traduzione di Massimo Ortelio), nuovo libro dell’autrice Tracy Chevalier del bestseller “La ragazza con l’orecchino di perla”, ambientato nell’America rurale di metà Ottocento.
Gli uomini di fronte alla bellezza e alle insidie della Natura e il duro lavoro dei “settlers” (gli agricoltori migratori) che contribuirono a costruire con tenacia e perseveranza il Nuovo Mondo, sono i temi dominanti del romanzo di un’autrice che sa coniugare con finezza e delicatezza la Storia con le passioni e i desideri dei suoi protagonisti.
“Il frutteto dei Goodenough non aveva niente di sbalorditivo, ma agli occhi di James rappresentava la prova che un fazzoletto di terra, almeno, si può domare”
Palude Nera, Ohio. Primavera 1838. Arrivati anni prima dalla campagna fertile e ordinata del Connecticut, James e Sadie si erano stabiliti in una landa desolata com’era la Palude Nera, dove
“l’acqua puzzava di marcio e il fango scuro si appiccicava alla pelle e ai vestiti e non voleva saperne di andare via”
Era anche per questo che ci voleva il buon sapore delle mele per addolcire l’amarezza di vivere in un posto così, dove un uomo doveva ammazzarsi di fatica per sbarcare il lunario. James sapeva tutto sulle sue trentotto piante di melo e avrebbe potuto raccontare la storia di ciascuna di esse: da quelle nate dai rametti che aveva portato con sé dal Connecticut (la bella mela Golden, specie inglese portata in America dai nonni di James, buona da mangiare dal sapore di miele e noci con un retrogusto di ananas), all’alberello che aveva comprato da John Chapman (“uomo dei boschi”) vendendo una pelle d’orso.
Se James era un uomo giudizioso che aveva un debole per le mele fin da bambino, l’acquavite aveva tirato fuori il lato peggiore di Sadie. Era ormai palese che la ragazza allegra con il vestito azzurro che gli si era concessa, ridendo, sotto un melo, rimasta nel Connecticut, aveva la tendenza ad andare da un estremo a un altro:
“Smorfiosa le rare volte che era in buona, Sadie prendeva fuoco in un istante per poi ripiombare nell’indifferenza”
I coniugi Goodenought erano sposati da vent’anni e dei dieci figli che avevano generato, ne erano rimasti in vita cinque (Caleb, burbero e violento, Sal permalosa, Martha irresoluta, Nathan fin troppo cinico e Robert, il prediletto), gli altri erano stati decimati dalla malaria che funestava quella pianura fangosa. Era un miracolo che da quella terra fradicia che faceva marcire le radici, i meli fossero sopravvissuti, come era sempre parso un miracolo a James l’innesto, cioè prendere il meglio di una pianta e unirla al meglio di un’altra, ottenendo un albero più forte e prolifico. Robert aveva ereditato la bravura di James nel sapersi dedicare all’innesto, Sadie era certa che quel figlio speciale avrebbe avuto un futuro diverso, lontano da lì.
“La Palude non se lo sarebbe portato via”
Così come i semi della pianta del melo che dall’Inghilterra erano stati portati dai pionieri nel Nuovo Mondo, i figli di James e Sadie, come “frutti del vento” si sarebbero ritrovati in California, alla ricerca di nuove radici. “I semi erano duri a morire, avevano bisogno solo del posto giusto per risvegliarsi”.
I frutti del vento. Nuova ediz.
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Vivere nella Palude Nera in Ohio nei primi decenni dell’ottocento è estremamente difficoltoso, e lo è ancora di più se le liti in famiglia sono all’ordine del giorno. I coniugi James e Sadie Goodenough, genitori di dieci figli, di cui solo la metà sopravvive alla malaria e agli stenti di una vita malsana, litigano ogni giorno. Lei, trascurata del marito, che trova rifugio nell’alcool e che non riesce a dimostrare l’affetto materno verso i propri figli, lui, divorato dalla smania di voler vendere le sue mele in tutto il mondo, catturato da una passione quasi morbosa verso gli alberi, incapace di vedere altro che le sue piantagioni, vivono una vita tra l’odio e brevissimi momenti di complicità, annientati entrambi da qualcosa che li allontana sempre di più l’uno dall’altra. Il loro legame si fa di giorno in giorno più frammentato e nemmeno i figli riescono a evitare la guerra che ormai li divide, sino a farli compiere gesti estremi che nessuno è più in grado di fermare.
La sopravvivenza dei figli dipende ormai solo dalla loro capacità di ricominciare una nuova vita ma, dei cinque rimasti, solo Robert e Martha sembrano dimenticare il triste passato, ritrovandosi dopo tanti anni di separazione l’uno dall’altra, decisi solo a riprendere il loro rapporto fraterno, vogliosi di andare incontro a un futuro roseo e dimenticare per sempre le agonie di un’infanzia tormentata.
Ma il destino sembra volersi opporre ancora a una volta a queste vite già infrante, e la dura realtà si prospetta di fronte ai loro occhi quando meno se lo aspettano.
Tuttavia, dopo l’ultimo grave colpo, il domani di Robert sembra finalmente scorgere un po’ di luce di fronte a sé, e l’oscurità che prima incombeva su di lui come una pesante cappa, lascia il posto alla speranza e a due nuove vite che lo accompagnano nel suo lungo e ignoto viaggio.
“I frutti del vento” è l’ultimo romanzo di Tracy Chevalier, scrittrice americana divenuta famosa per “La ragazza con l’orecchino di perla” nel 2000, ma autrice di numerosi altri titoli quali “La Vergine Azzurra”, “Quando cadono gli angeli”, “La dama e l’unicorno”, “L’innocenza”, “Strane creature” e “L’ultima fuggitiva”.
Per scrivere “I frutti del vento”, Tracy ha consultato diversi testi e tratto informazioni su personaggi realmente esistiti e inseriti nel suo romanzo, come John Chapman e William Lobb, vissuti a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo, il primo diffondendo i meli in Ohio e Indiana, il secondo importando in Gran Bretagna piante e fiori delle Americhe. Tra i luoghi citati nel libro, il Calaveras Big Trees State Park è realmente presente in California, creato nel 1931 per proteggere le sequoie giganti, oggi è una delle mete più visitate da turisti di tutto il mondo per ammirare questi giganteschi alberi.