I gelsomini fioriscono al tramonto
- Autore: Alessandra Comerio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
“Quando sono nata mia madre era triste, sarà per questo che anch’io soffro di malinconia”.
Wijdan il cui nome significa passione, viveva in un villaggio tunisino, una frazione di Graiba a sud di Sfax insieme alla sua numerosa famiglia. Un paesino tranquillo, dove Wijdan giocava nella piazzetta insieme agli altri bambini fino al momento nel quale la bambina avrebbe visto arrivare con il suo passo sincopato, la figura magra e lunga come “un’ombra al tramonto” di suo padre Alì-lenk, Alì lo zoppo.
“Papà... È papà Alì”.
La piccola Wijdan volava incontro all’uomo, avida del suo odore di mare e sudore e anche di menta e di aglio, proprio come sua mamma. Ogni volta la bambina sperava che suo padre come premio per la sua velocissima corsa “mi alzasse da terra e mi stringesse a sé”. Ma non avveniva mai, perché Alì, ora pescatore tunisino proprietario di un peschereccio dopo essere stato sindacalista, riteneva ciò poco dignitoso. Alì voleva un gran bene a tutti i suoi figli, in modo particolare a Petite Wijdan, la sua sesta figlia, la terza femmina. Di lei lo intenerivano la struttura sottile e la pelle scura. Del resto loro erano arabi d’Africa e non d’Arabia, “dunque perché stupirsi e dannarsi l’anima se una goccia di sangue nero affiorava in qualcuno, di tanto in tanto?”.
Se a suo padre, Wijdan non sapeva quale età attribuirgli, sua madre Fatma, era sembrata vecchia fin da quando era piccola. Quando Petite aveva cinque anni, Fatma aveva messo al mondo Mohamed II, in ricordo del bambino morto alcuni anni prima. Mohamed (Momo) era nato in fretta, nel mese di aprile, in quel momento in casa non c’era nessuno, una nascita a sorpresa, “un po’ come l’estate che da noi, al sud, ti sbalordisce scoppiando in un solo giorno”.
“Mammina” Wijdan aveva iniziato a occuparsi del fratellino fin da subito, imparando a cambiare, lavare e dare da mangiare al neonato dagli occhi obliqui e gialli da gatto. Era stata un’infanzia felice quella di Wijdan, dei suoi fratelli e delle sue sorelle, ora gli anni erano volati. La bella Samira aveva sposato un uomo crudele che la picchiava, Rachid il primogenito era un fanatico religioso, Omar e Momo avevano il sogno di lasciare il paese per cercare fortuna in Europa, Lampedusa era la loro stella polare, perché entrambi si sentivano “reclusi dalla nostra povertà”, Tahir cercava un lavoro migliore. Wijdan invece studiava all’Università.
“La Tunisia è un paese cattivo per chi ci vive”.
L’e-book I gelsomini fioriscono al tramonto è il terzo premiato della quinta edizione di IoScrittore, torneo letterario gratuito promosso dal Gruppo Editoriale Mauri Spagnol. È la Tunisia, terra ricca di tradizioni e di suggestioni, la protagonista di questo romanzo di formazione redatto dalla brava autrice lombarda Alessandra Comerio, nella quale Wijdan nasce, cresce e diventa donna attraverso un doloroso percorso di crescita.
La Tunisia, liberatasi alla fine degli anni Cinquanta dal protettorato francese grazie a Boughiba, leader della lotta per l’indipendenza e fondatore della Tunisia moderna, è ancora uno Stato diviso tra passato e futuro. Le dolorose immagini provenienti dal Museo del Bardo a Tunisi, dove in un attentato avvenuto lo scorso 18 marzo in cui 20 turisti stranieri (dei quali 4 italiani) sono stati uccisi da un commando di terroristi dell’Isis, hanno offuscato il ricordo del sacrificio di un uomo semplice. Il venditore ambulante Mohamed Bouazizi nel gennaio del 2011 si era dato fuoco per protestare contro il regime di Ben Alì e “il fuoco acceso nella propria carne si sarebbe esteso all’intera nazione”. Kifaya! Basta!
“I telegiornali di tutto il mondo parlavano di noi. La gente aveva vinto, sormontando l’insormontabile”.
I gelsomini fioriscono al tramonto
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