I mandarini di Ciaculli. Una saga familiare nella Sicilia del dopoguerra
- Autore: Roberto Tagliavia
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
L’autore discende da una illustre famiglia dell’imprenditoria marittima siciliana ed è stato funzionario del Partito comunista italiano, ricoprendo anche la carica di consigliere provinciale nel capoluogo siciliano.
I mandarini di Ciaculli (Edizioni Zolfo, 2022) inizia facendo immergere il lettore nella natura dei giardini con la descrizione dell’unico lembo che resta della splendida Conca d’oro dove l’autore ha vissuto gli anni della sua infanzia tra la villa di Ciaculli e la residenza di città al numero 22 di via Butera. Era questa una zona dove erano manifesti gli esiti dei devastanti bombardamenti del secondo conflitto mondiale e di poi testimone delle radicali trasformazioni del tessuto umano, politico e urbanistico del dopoguerra.
Salvatore Tagliavia, prozio dell’autore, aveva fatto costruire la villa di Ciaculli all’inizio del secolo scorso all‘interno di questa vasta proprietà, ma egli era anche un importante armatore ed assicuratore nel porto di Palermo; aveva il titolo nobiliare di Conte per nomina del re Umberto ricoprendo la carica di Sindaco di Palermo dal 1914 al 1920.
Il giardino della “Favarella”, così veniva denominato, si estendeva per 56 ettari di mandarineto, immerso in quella che era stata la magnifica Conca d’oro, ma tutta la proprietà, il Conte ebbe la non favorevole ventura di farsela amministrare da” Pidduzzu” Greco, padre di Michele, chiamato “il Papa”, il capomafia più influente nei successivi anni Settanta e Ottanta. Questi non solo prese progressivamente possesso della proprietà dei Tagliavia, ma acquisì nel tempo una potente influenza politica. Gli affari imprenditoriali dei Tagliavia, per cattivi investimenti iniziarono ad andare male e questi presero la decisione di farsi assistere da un parente avvocato che costituì una società destinando alla famiglia soltanto il 40 % delle azioni.
L’autore, Roberto Tagliavia, è uno degli eredi della famiglia. Nel libro narra le vicissitudini cui è andato incontro per potere alfine rientrare faticosamente nel possesso di queste terre, ma tratta anche della sua esperienza nel PCI specie quella sul campo svolta nel Corleonese dove era stato mandato per confrontarsi con un territorio pieno di contasti e di rivendicazioni. Il Corleonese, già al tempo dei Fasci Siciliani alla fine dell’Ottocento, era stato una zona di accesi scontri sindacali poi ripresi dopo la seconda guerra mondiale.
Un romanzo tutto da leggere che abbraccia un lungo periodo dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. Una fase storica che segna la vita e le scelte del protagonista, ma anche quella della città e dell’intero paese.
Vi sono infatti capitoli che trattano tra l’altro, della vicenda Sindona, della seconda guerra di Mafia, della tragedia aerea di Montagna longa, dell’installazione della la base missilistica militare di Comiso, della scomparsa del giornalista Mauro de Mauro e di quella di Piersanti Mattarella, per seguire poi con le stragi di Falcone e Borsellino, il maxiprocesso.
Nulla di quello che avviene in Sicilia accade per caso, e le vicende della famiglia Tagliavia si incrociano e si intersecano con la storia d’Italia.
Un libro che tratta di un luogo che è stato importante per la città di Palermo dove si sono saldate le vicende di una parte della Mafia palermitana con quella di Corleone, con una pesante influenza non solo sulla vita locale ma su quella dell’intero Paese con la nefasta stagione delle stragi.
Un libro che tratta di argomenti di rilievo che spiega i legami, gli intrecci, i grovigli di interessi in cui si è trovata l’imprenditoria siciliana che è stata sostituita da persone che grazie agli appoggi politici, potevano accedere a finanziamenti pubblici.
Un libro di vero interesse con la efficace e prestigiosa prefazione di Entico Deaglio, tutto da leggere essendo non solo, una saga familiare, come recita riduttivamente il sottotitolo di copertina, ma una vicenda emblematica, al centro anche dell’attenzione degli organi inquirenti tra cui il giudice Giovanni Falcone che più volte ebbe a dichiarare come, per combattere efficacemente la Mafia, bisogna seguire il denaro.
I mandarini di Ciaculli. Una saga familiare nella Sicilia del dopoguerra
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