I passi sull’acqua
- Autore: Dato Magradze
- Categoria: Poesia
“con le ali abbassate
come la croce di Santa Nina …” (Pag. 58)
Dato Magradze è un poeta attivista della Georgia. Non si limita a raccontare in versi un paese meraviglioso di umanità, e purtroppo, di difficoltà, ma ha contribuito in prima persona alla creazione della Georgia. È stato ministro della cultura dal 1992 al 1995, e deputato al Parlamento fino al 1999.
Nel libro I passi sull’acqua (Centro Culturale Studi Storici “Il Saggio”, Eboli, 2012) sono riunite delle sue poesie. Il centro del pensiero è l’orgoglio di essere georgiano.
I georgiani sono gente fiera, coraggiosa, amante della propria nazione e della propria chiesa.
Dato Magradze ha scritto le parole dell’Inno nazionale della Georgia, dal titolo enfatico di Libertà. Per un paese sottoposto a lunghe e disgreganti invasioni, il concetto di libertà è un fabbisogno primario. Non è un’immagine astratta ma materiale. Perché per l’autore la libertà esiste solo grazie alla Georgia:
La Patria è mia icona,
sacrosanta Terra mia,
…
benedetti son da Dio
La nostra libertà quest’oggi
… (Pag. 47)
Il collegamento fra libertà e Georgia è evidente, ma per raggiungerla c’è un passaggio, quello della Chiesa georgiana. La Georgia è un’icona e per un ortodosso l’icona è la materializzazione di Dio (baciando l’icona si bacia Dio). Nella frase si concretizza la consacrazione della patria.
All’esistenza della nazione Georgia contribuisce una popolazione determinata ma benedetta da Dio.
Il filo conduttore – la Georgia, l’amore per la patria, la spiritualità – unisce la poesia di Dato Magradze.
Lo scrive lo stesso autore nella prefazione:
“Io, il servo di Dio, Dato, porto questo libro rilegato, solido e pesante come deve essere, e chiedo la benedizione di Lui, incoronato di spine …” (Pag. 12)
Lo conferma Rosa Messuti nella postfazione:
“… molteplici sono i riferimenti a figure e luoghi biblici e della tradizione cristiana e la struttura tematica … evocatore di fascino.” (Pag. 71)
Ci sono richiami a Santa Nino e alla sua croce, agli angeli, alla Cappella Sistina di Michelangelo, a Mosè, ma rivolge le parole principalmente a Dio. È la centralità, la sua presenza è fondamentale per glorificare la patria:
“Dio benedica il mare, Dio benedica il cielo
di coloro che navigheranno nel mie barche di carta.” (Pag. 23)
Le poesie sono scritte al passato, come dei ricordi andati, un mondo georgiano partito nell’anno in cui Sant’Andrea convertì la Georgia al cristianesimo. Infatti, i testi iniziano con:
“C’era un ordine”
“Ti ricordi”
“Una domenica abbiamo”
“C’era un reggimento sulla collina”
“Quando il cielo nacque”
“Si pettinò”
è una maniera perfetta per stabilire una comunicazione con il passato di tutti noi, qualcosa da non dimenticare.
Perfino le poesie sulla bellissima Tbilisi sono un’esaltazione patriottica.
L’opera con il titolo XVIII (Pag. 38) è stupenda. Il poeta cammina sulle strade della capitale. L’uomo procede per immagini, il tempo e lo spazio si uniscono perciò: “… spinto sul corso Lenin …“ distrugge la storia e un trascorso umiliante e: “mi sono ritrovato in via Bush.”
Non è un cambiamento banale, la strada è la stessa, ma nuovi amici s’insidiano nella toponomastica.
C’è una vivace vitalità a Tbilisi, un entusiasmo religioso:
“quando il bus passa dinnanzi alla chiesa di Kashueti / ogni passeggero si segna per paura”.
Ma c’è pure una popolazione di ubriachi, traditori, leccapiedi, ignoranti, venditori d’armi, spacciatori.
E poi ci sono i nemici “con nemici all’interno” e altri “e con nemici fuori”. La Georgia di pericolosi avversari nella sua storia ne ha conosciuti molti, alcuni veramente cattivi. Anche oggi sente: “Questo è diventato il nostro destino permanente” molti sono visibili e altri sono solo dei pessimi amici.
Le poesie sono tutte belle e sono degne di un paroliere con grande sensibilità. Alcune sono dei racconti, altre sono ermetiche e brevi.
Eureka è la più emotiva, la più veloce a entrare nel nostro cuore.
C’è una poesia dedicata a Eboli, con un richiamo a Carlo Levi.
Un’unione di tono patriotico e religioso.
Alla fine comprendiamo il valore di una nazione e della propria forza culturale.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I passi sull’acqua
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