I quattro enigmi degli eretici
- Autore: Armando Comi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2018
Tardo medioevo, metà del 1300, il papa è ad Avignone, Roma nel caos. Tradimenti, complotti, delitti e poi soprannaturale, esoterismo, paranormale, sono gli ingredienti del thriller storico “I quattro enigmi degli eretici” (Newton Compton editori, aprile 2018, 282 pagine, 9.90 l’edizione cartacea, 2.99 l’eBook).
È l’opera prima del catanzarese Armando Comi, dottore di ricerca in storia della filosofia, neo scrittore appassionato e studioso di millenarismo, simbolismo, profezie, nuova firma della casa editrice romana sempre attenta alla buona narrativa esoterico-storico-investigativa, genere che non di rado offre romanzi di valido contenuto letterario.
Ecco una nuova firma, di cui sentiremo parlare in futuro ed ecco un romanzo di carattere, con un avvio brutale, nel capitolo zero: “Gemini”, gemelli.
Le prime pagine propongono una scena agghiacciante, in cui viene espressa una violenza quasi animalesca, degna della Bestia dell’Apocalisse, poi evocata nel corso della narrazione. Un infanticidio in chiesa, nel 1342, a Roma, in San Giovanni in Laterano.
Un cavaliere, con in capo una corona con dieci corna, strappa dalle braccia di un sacerdote un neonato trovatello, appena abbandonato da una donna. Il piccolo sta per essere ucciso senza pietà dal guerriero, ossessionato dalla convinzione che quel bambino potrebbe spalancare il mondo all’Anticristo. In particolare, l’uomo dice al prete qualcosa di molto sinistro, prima di sbattere il bimbo contro il pavimento:
oggi è nato il falso profeta, se non lo uccido adesso, un giorno l’umanità ne pagherà le conseguenze.
Prima di andare via, aggiunge che ora tocca al “complice”, Cola di Rienzo.
Il neonato aveva fatto di tutto per farsi notare a forza di strilli, ma quello di cui l’uomo non si è accorto è che nel cesto dal quale lo aveva strappato ce n’era un altro, coperto da un panno e del tutto silenzioso, nonostante dovesse avvertire i morsi della fame proprio come il gemello. Immobile, silenzioso, eppure attento, fissa con occhi da lupo padre Raimondo, che ancora scosso dall’orrore sente dentro di sé di doverlo chiamare Pseudo.
Cinque anni dopo, una Roma sempre senza papa ribolle letteralmente. Autoproclamatosi tribuno del popolo, sul lontano esempio di Tiberio Gracco, il rossocrinito Cola di Rienzo scatena i poveri contro le famiglie nobili che affamano la città, facendo incetta di generi essenziali di consumo, come il pane e rivendendoli a caro prezzo. Sono gli Orsini, i Caetani, i Colonna, gli Stefaneschi. Con i loro servitori e scherani affrontano Cola, che oltre ad avere il popolo dalla sua parte, vede al suo fianco un coraggioso guerriero, il ghibellino toscano Baroncelli e Luna, una bella ragazza, con poteri da strega.
In un contesto ancora più cupo e decisamente oscuro, ma facendosi notare per le conseguenze del proprio operato, agiscono due sette occulte, le Ombre e la Fedeltà, che perseguono il dominio del mondo e rinnovano antichi giuramenti, dicendosi al servizio di Cristo. Sono nate prima della Chiesa, la controllano e in questa situazione di disordine a Roma hanno motivo di stringere un patto di non belligeranza.
Tutti vogliono lo Speculum in Aenigmate, che ha riflesso il momento in cui Dio ha realizzato la creazione. È lo specchio ricavato da una pietra incastonata nella corona di Lucifero e racchiude la formula pronunciata dal creatore per dare inizio al tempo. Ha il potere di partorire ciò che riflette. Può rendere l’uomo distruttore del mondo o anche costruttore di un nuovo ordine.
Quanta “roba” in questo romanzo! Linciaggi, impiccagioni. Evocazioni di vescovi morti da nove anni, che bramano carne di donna per riprendere vita (come i vampiri). Figli di re di Francia scambiati nella culla con bimbi senesi. Tanti protagonisti misteriosi, oltre a Pseudo, beninteso o chi per lui.
E poi magia, cartomanzia, simboli, immagini anamorfiche da decodificare per capirne i significati nascosti. Cola segue gli indizi e compie i suoi passi. Assedia il barone di Vico a Vetralla e conquista la città fortificata. Alla notizia, il popolo romano fa festa, dietro un carro di trionfo, uccidendo chi è vestito da patrizio e incendiando le case dei nobili.
Nella chiesa dell’Ara Coeli, il “Nano” (un ometto che non si fa mai vedere), convoca un raro convegno delle due sette. Oggetto del conciliabolo è Cola. L’intesa è di lasciarlo vivo, per usarlo a loro vantaggio, anche se questo non va bene a tutti.
Non potendo uccidere di Rienzo, perché deve condurli allo Specchio, il Duce della Fedeltà e la formidabile guerriera Giovanna Colonna provvedono a eliminare chi gli sta intorno. Un mancato re di Francia viene cinto con una corona crudelmente infissa nel cranio con dodici chiodi.
Il fiorentino Baroncelli e la strega Luna sanno di correre un rischio mortale, ma non possono che restare accanto a Cola di Rienzo, vada come dovrà andare.
I quattro enigmi degli eretici
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