I rebbi molli. Ricettario musicale per l’apocalisse
- Autore: Paolo Romano
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
So she has had that romance in her life! - James Joyce
Un insieme di racconti che ti lasciano senza respiro, una scrittura dai toni particolari e forme lessicali accattivanti. Chi sono i rebbi molli?
I rebbi sono i denti delle forchette e non tutte nascono perfette, scrive nell’introduzione il nostro autore, Paolo Romano, alcune escono fallate e vai a capire il perché, e i rebbi molli sono anche parole che per assonanza sono simili a re-bemolli, le tonalità musicali.
Il rapporto fra la musica, una delle passioni del nostro autore e la scrittura sarà significativo; una reciproca influenza e ispirazione.
La trama di questo impetuoso e trascinante romanzo saranno le storie con personaggi tutti declinati al maschile: Giulio, Vittorio, Alfredo,Galeano. Giovani adolescenti, uomini, mariti, padri, un’ umanità di perdenti, di emarginati, di fragili e con pochi riscatti sociali. Le persone con difficoltà, la naturale variabilità delle caratteristiche umane, a volte inadatti o complicati che
attraversano la nostra vita, come lo è stato per Paolo Romano, che ricostruisce di alcuni di loro qualche frammento del tempo, e di qualcun altro lo lascia a terra come coccio.
Paolo Romano, giornalista di Roma, scrive di musica e cultura su Musica Jazz e altre riviste specializzate: ha scritto solo due romanzi e simpaticamente ci confida che ne ha letti molti di più.
I rebbi molli. Ricettario musicale per l’apocalisse (Scatole Parlanti, 2023) sono racconti brevi, ognuno narrato, come scrive nella sua postfazione inutile Igor Ebuli Poletti, con una sfiziosa raccolta di pezzi musicali e di ricette di cucina. Da Nick Cave a Brahms, da Charles Mingus a Bach, da Miles Davis a James Brown; dal baccalà al vapore alla zuppa di ceci, dal risotto alle fragole alla porchetta, dal kebab alla torta rustica di scarola.
E sullo sfondo Roma e la sua periferia, un tempo memoria di ricoveri e baracche, e ancora riparo per chi rifugge dal ricordo delle proprie occasioni perdute. Da Galeano oriundo italiano di Buenos Aires, nato in quelle che a Roma erano le pasoliniane borgate e li le chiamavano villas, a Lazzaro, un tipo meticoloso con la sua coda di capelli lunga venti centimetri, e con un ciuffo che rivelava una fronte spaziosa, un aspetto moderatamente spaventoso. Alfredo e la sua campagna laziale, un guardiano affidabile di un piccolo rifugio di proprietà del suo amico. Lontano dalla modernità, Alfredo era maestro nel suo territorio: falciava l’erba, tagliava la legna, produceva il suo vino e non chiedeva soldi. Giulio, cresciuto con problemi e con una fame smisurata: i suoi eccessi venivano tenuti a bada dagli sguardi del padre Plinio.
Dolcezza mista a esasperazione in un famiglia argine della disabilità. Vittorio, timido con i suoi sedici anni, affogato nelle sue prime letture di formazione e con il desiderio di avere una ragazza. E Tommaso che a dodici anni, età agra che sta per piombare come un proiettile sparato al bersaglio adolescenza, riconosceva una canzone dopo pochi secondi dall’ascolto: Freddie Mercury, Sergio Endrigo.
Un vero talento, e oggi che di anni ne ha cinquantaquattro, verrebbe voglia di chiedergli, la vita come ti va?
Costruisci vite parallele, che pur costandoti molto in termini di produzione onirica, ti fanno preservare in una teca etica tollerabile ogni devianza.
Paolo Romano con i suoi racconti d’immagini, entra dentro le vite e le esistenze dei suoi personaggi, narra attraverso i volti di “rebbi molli” la sua generazione, quella degli anni Ottanta. Di coloro che videro l’inizio della fine, un susseguirsi di governi pentapartito che dovevano assicurare stabilità, il crollo della Prima Repubblica e la corruzione dei partiti.
Di coloro che silenziosi e impossibilitati a cambiare hanno poi trasformato la speranza, la delusione, la fragilità in una reale resa.
I rebbi molli. Ricettario musicale per l'apocalisse
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