I salmoni aspettano agosto
- Autore: Elena Panzera
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
La vita e la musica possono camminare fianco a fianco nell’esistenza umana ed esiste spesso una stretta relazione tra di esse. Raccontare questo meraviglioso legame in letteratura è molto interessante, ma è necessario saperlo fare con competenza, intelligenza e sensibilità d’animo. Tale legame talvolta può diventare indissolubile per alcune persone, in un certo senso come quello che si crea fin dalla nascita tra due gemelli.
Questo e molto altro viene raccontato nel romanzo breve I salmoni aspettano agosto (Perrone, 2023) che segna l’esordio narrativo, almeno quello ufficiale, di Elena Panzera. Si tratta di un’opera prima nella quale l’autrice sceglie la forma del diario per raccontare la vita del protagonista Michele, l’io narrante in quanto autore, nella finzione narrativa, del diario stesso.
In esso egli riversa tutte le emozioni, le speranze, i sogni, ma anche i propri dubbi, le paure, le fragilità, i tormenti, le insicurezze che lo accompagnano nel suo cammino caratterizzato in particolare dalla musica classica, in quanto Michele è un pianista e attraverso la musica riesce a esprimere al meglio la propria personalità.
Un diario che non è però un semplice resoconto di fatti e notizie della propria quotidianità, bensì un esercizio mirato allo scopo di conoscere meglio se stesso e farsi conoscere alla sorella gemella Francesca, alla quale decide di destinarlo, scrivendolo nel corso di alcuni mesi che abbracciano il corso di un’intera estate. Il rapporto che lega Michele e Francesca, due ragazzi che vivono a Viareggio accomunati dalla passione e dallo studio della musica classica e in particolare del pianoforte, è molto stretto come quello che si instaura quasi sempre tra due gemelli, ma forse il loro lo è anche di più. Michele, nato alcune ore prima della sorella e che è rimasto per tutto il tempo senza piangere fino a quando ella a sua volta è venuta al mondo, è un ragazzo un po’ problematico, timido, sensibile che ha difficoltà nelle relazioni interpersonali e che soltanto suonando il pianoforte riesce a esprimere tutte le sue migliori potenzialità, dando un significato autentico alla sua esistenza. Francesca invece è solare, socievole, sempre pronta e generosa, molto diversa da suo fratello, ma che condividono il talento come interpreti al pianoforte. I due ragazzi crescono a Viareggio in una famiglia di buone possibilità economiche, con il padre ingegnere meccanico originario di Roma, ma che nel periodo in cui Michele scrive il suo diario è quasi sempre lontano per lavoro e sua madre, che in passato ha insegnato musica a scuola, ma che adesso si limita a farlo qualche volta privatamente in casa, dedicandosi soprattutto alla famiglia.
Si capisce fin da subito che Michele soffre di un qualche disturbo, in particolare non sopporta la lontananza della sorella ogni qual volta lei esce per impegni vari, compresa la sua relazione con il fidanzato Alberto. Michele è cresciuto fin da piccolo quasi in simbiosi con la sorella e, a parte la scuola prima e lo studio del pianoforte in conservatorio in seguito, sembra non essere molto autonomo. L’assenza del padre, spesso impegnato in lunghe trasferte all’estero e la relazione che nel corso del tempo diventa più solida della sorella con il fidanzato, lo fanno sentire solo sia da un punto fisico che psicologico. Le uniche persone che riescono in parte ad alleviare la sua solitudine sono sua madre Marta, che sembra però sempre preoccupata e pensierosa, la migliore amica di lei e vicina di casa Palmira e il suo maestro privato di pianoforte Perrotti, con il quale trascorre molto tempo. Michele è un po’ geloso della sorella, ma soprattutto sembra far fatica a trovare un suo spazio nel mondo, a parte quando compone brani e suona il pianoforte, tanto quasi da non percepire la sua stessa esistenza, come egli stesso dichiara quando Francesca non è in casa, o comunque insieme a lui.
Il romanzo, pur breve, è molto intenso e si articola in tre movimenti proprio come una partitura musicale ed è caratterizzato da un ritmo lento, ma mai noioso, nel quale il lettore familiarizza con esso a poco a poco, come con i personaggi e con il protagonista in particolare. L’autrice ha dichiarato che lei stessa che ha avuto bisogno di tempo per entrare in sintonia con Michele. Il diario che il protagonista scrive è incentrato su un momento importante nella sua vita e in quello della sua famiglia, quello dell’esame finale al conservatorio come pianisti che i due gemelli devono sostenere poco dopo la fine di un’estate, ma all’interno della narrazione ci sono tanti altri spunti, eventi con continui rimandi al passato, come quelli all’infanzia o a vicende significative nella storia familiare. Diversi personaggi entrano in scena recitando quasi tutti un ruolo importante: lo zio paterno Michele del quale si sa poco, scomparso prematuramente a seguito di una grave malattia, da cui il protagonista ha ereditato il nome; Chiara, l’amica e compagna di liceo sia di Michele che di Francesca, con la quale ella interrompe bruscamente il rapporto di amicizia in seguito al fidanzamento con Alberto, ma che rimane in contatto con il suo gemello; Hanna, la moglie di origine tedesca del professor Perrotti, con la sua eleganza, la sua bellissima voce, la sua dolcezza e la sua presenza che sembra portare armonia a tutti; il professor Perrotti appunto, severo ma giusto, molto affezionato ai due gemelli e bravo a insegnare loro l’amore per lo studio, l’applicazione, ma anche la bellezza per l’arte e la conoscenza, che si rivela una persona di grande cultura e umanità, quasi un padre per i due ragazzi che vede crescere nel corso degli anni; Alberto, il fidanzato di Francesca, ragazzo misterioso, ma educato e rispettoso, che conosce la ragazza durante gli anni trascorsi in conservatorio, essendo egli studente di violino, che svolge un ruolo importante nella storia, sia pur un po’ controverso; Palmira, l’amica di mamma Marta, presenza costante, donna determinata, coraggiosa, appassionata della vita, nonostante il dolore provocato da un tragico incidente nel quale hanno perso la vita Valerio, il migliore amico del padre dei due gemelli e la figlia Martina; mamma Marta, persona silenziosa, grande appassionata di musica, che ha trasmesso l’amore per il pianoforte ai suoi due figli, donna capace di portare avanti con impegno e dedizione il suo ruolo, nonostante l’assenza forzata per lunghi periodi di suo marito; papà Cesare, di origini romane, sempre pronto alla battuta, allegro, affettuoso con i figli, ma a volte incapace di comprendere e accettare i problemi di Michele e che delega molti compiti a sua moglie; il nonno paterno dei due gemelli che vive a Roma, ex partigiano e grande artigiano, capace di costruire con le sue mani moltissimi oggetti anche di grande utilità e che regala a Michele una bicicletta costruita da lui prima di morire, come un dono da lasciare a suo nipote; infine la nonna paterna, donna molto devota, che dopo la morte di suo figlio Michele, si chiude in se stessa, dedicandosi quasi esclusivamente alla preghiere recitate nella sua stanza. Un discorso a parte merita il personaggio di Renato, che compare nella parte inoltrata della storia e che rivela una verità nascosta per anni in famiglia e avrà un suo spazio importante nella parte finale della vicenda.
Il finale della storia sarà caratterizzato da scelte definitive per Michele e Francesca, che porteranno a dare direzioni diverse alle rispettive vite e questo distacco sarà difficile da accettare, ma necessario, soprattutto per Michele. Fa da sfondo principale alla vicenda una Viareggio ben descritta, ma molto lontana dalla cittadina che spesso viene dipinta solo come meta del turismo balneare o per il famoso carnevale e che l’autrice sa ritrarre nella sua autenticità quale luogo di provincia genuino, con una sua identità precisa. Questo è uno dei punti di forza di questo romanzo: l’autenticità di tutto quanto viene descritto, dai personaggi alla storia assolutamente credibile, pur nella finzione narrativa di molte sue parti, alla purezza e alla bellezza della musica classica, con molti riferimenti a brani, caratteristiche tecniche dei testi e autori famosi, tutti fatti con precisione e competenza.
Pur non essendo musicista, come l’autrice ha tenuto a sottolineare nella parte finale del libro, Elena Panzera si è documentata molto, anche grazie al fatto di aver avuto in famiglia una pianista, sua sorella con un suo mentore, che le è servito di ispirazione per creare il personaggio del professor Perrotti. Dalla sorella ha imparato quanto sia importante l’abnegazione, la costanza, la disciplina nello studio della musica e del pianoforte in particolare e anche come l’ordine del tempo sia molto diverso da quello esterno, in quanto la fretta è nemica del musicista e sia necessario per questo scandire un ritmo del tempo più lento e quindi compatibile con lo studio, simile a quello che l’autrice ha cercato di ricreare in questo suo romanzo. Si è addirittura messa a studiare le partiture del pianoforte, strumento che aveva iniziato a suonare nei suoi primi anni di vita per poi in seguito abbandonare, quantomeno per orientare al meglio la scelta dei brani musicali da inserire nel testo, grazie al prezioso aiuto di un compositore di Torre del Lago Puccini, un paese situato a pochi chilometri da Viareggio, "un’esperienza meravigliosa" come lei stessa ha dichiarato e "un viaggio dentro al viaggio questo ritorno alla musica".
Il titolo del romanzo deriva dal viaggio che in natura i salmoni compiono nel mese di agosto per risalire i fiumi dove sono nati in Alaska e ai quali ritornano per riprodursi, prima di concludere la loro esistenza. Per farlo devono affrontare numerosi pericoli come la presenza dei pescatori, ma soprattutto l’impetuoso flusso della corrente e gli orsi Grizzly. Marta, la mamma di Michele, nel corso della storia guarda in TV un documentario su di essi, dando vita quindi alla metafora che non solo fornisce il titolo, ma simboleggia anche il viaggio controcorrente che, proprio come i salmoni, Michele desidera fare cercando di tornare indietro nella sua vita.
Da ricordare una parte della storia molto importante che è quella relativa a un fatto di cronaca realmente accaduto che fa da sottofondo alla vicenda: quello del tragico incendio ferroviario avvenuto nella stazione di Viareggio il 29 giugno del 2009, che ha portato, in seguito alla caduta del contenuto di una cisterna contenente GPL, alla morte di ben trentadue persone residenti in aree vicine alla stazione stessa e per la quale le famiglie di tale vittime ancora aspettano giustizia.
Si tratta di un ottimo esordio narrativo e ciò che colpisce dell’autrice è la grande umiltà che esprime sia all’interno del libro nella parte finale da lei dedicata ai ringraziamenti, che nelle numerose presentazioni e interviste fatte per presentare questo suo romanzo. C’è amore per la scrittura che traspare dalla pagine di questo libro e nelle dichiarazioni rilasciate, ma al contempo grande consapevolezza dei propri limiti e di essere soltanto all’inizio di un percorso. In realtà Elena Panzera dimostra, pur essendo ancora molto giovane, di essere un’autrice già matura nel linguaggio, ma soprattutto nei contenuti e nella passione che mette nel raccontare i personaggi e la vita in generale. Persona positiva, idealista, ma con grande attenzione alla realtà, appassionata lettrice e con un grande bagaglio culturale, Elena Panzera si rivela con questo romanzo una tra le più promettenti autrici italiane della nuova generazione.
I salmoni aspettano agosto è stato pubblicato da Giulio Perrone editore nella collana Hinc nel 2023.
Elena Panzera è una giovane scrittrice nata a Viareggio, in provincia di Lucca, è laureata in Lettere e ha un master in Editoria e Comunicazione. Ha svolto per alcuni anni la professione di copywriter, editor, traduttrice e attualmente lavora in una libreria indipendente a Viareggio.
Scrive di politica, poesia e letteratura su diverse riviste letterarie, sia cartacee che online. È tra le fondatrici del progetto Linoleum nato nel 2022 e dedicato alla narrativa breve.
I salmoni aspettano agosto è un romanzo con una sua complessità, che nasce da un’osservazione attenta delle relazioni umane e delle dinamiche che scaturiscono all’interno di esse, ma, superato qualche scoglio iniziale, la narrazione prosegue in maniera più leggera, soave, liberando energia positiva, nonostante il dolore legato alla scomparsa di alcuni personaggi, ad altre relazioni che cambiano e a qualche momento nel quale si avverte una sorta di incomunicabilità, che nell’idea dell’autrice non risulta però mai irreversibile,ma che può essere superata grazie alla volontà comune. Un messaggio positivo emerge quindi alla fine della storia ,che invita a cercare di affrontare con coraggio le sfide che la vita ci riserva, senza arrendersi perché la nostra esistenza è preziosa e come tale va considerata sempre.
Un ottimo libro di un’autrice davvero brava nel comunicare le emozioni dei luoghi a lei cari, come la sua Viareggio, ma anche tutte quelle che la vita ci riserva con uno stile efficace, una prosa densa di contenuti e una capacità di emozionare a piccole dosi in una storia ricca di sentimenti autentici, ma che invita anche a riflettere.
Davvero una bella scoperta Elena Panzera, che si distingue nel panorama letterario italiano grazie al suo sguardo autoriale attento, originale e sensibile degno di una scrittrice davvero di ottimo spessore. Merita quindi di essere seguito con attenzione il suo percorso di crescita, data la sua già ottima preparazione e il suo amore per la scrittura e la vita, che si fondono in questo suo romanzo in un’unica, delicata e bellissima melodia.
I salmoni aspettano agosto
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