I soldi sono tutto
- Autore: Fabio Calenda
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2018
Il romanzo che il giornalista economico Fabio Calenda ha pubblicato con Mondadori ha un titolo simbolico ed ironico ad un tempo: la frase “I soldi sono tutto” si trova alla pagina 218 del lungo racconto e ne riassume icasticamente lo spirito. La vicenda che viene raccontata è in parte auto fiction: lo stesso autore fu coinvolto anni fa in quella truffa che venne riassunta dai giornali attribuendone la responsabilità a Gianfranco Lande, soprannominato il Madoff dei Parioli.
E proprio dall’ambiente di Roma Nord prende spunto Calenda per ricostruire con tratti romanzeschi la vicenda che ha per protagonista Gianni Alecci, un bell’uomo sportivo ed elegante, marito di Eleonora Marcucci, padre di due maschi: il quasi trentenne Roberto, finanziere internazionale con carriera fulminante, ora fisso a Shanghai, e il sedicenne Stefano, liceale poco studioso e molto appassionato di cucina.
Bell’appartamento in Prati, liceo al De Merode di piazza di Spagna, quasi separato da Eleonora, giornalista mancata, ma figlia di gente ricca e potente, Alecci lavora in una società di Marketing all’Eur, ma non è del tutto soddisfatto della sua posizione subalterna; anche il rapporto con la giovane e focosa amante Lou, con cui si incontra in convegni clandestini in uno squallido magazzino alla Garbatella, lo lasciano svuotato e insoddisfatto. L’unica ricchezza che sembra appagarlo è una moto appena acquistata, elegante, la mitica Triumph Bonneville verde scuro e crema, in sella alla quale crede di riproporre l’atmosfera della sua giovinezza; in realtà ha oltre cinquanta anni, e si sente un fallito, soprattutto agli occhi della invadente suocera Luisa, del figlio maggiore, da sempre il primo della classe, allontanatosi di casa per studiare sin dal liceo frequentato in Inghilterra a spese della nonna. L’incontro fatale che gli cambia la vita è quello con un ex compagno di scuola, presentatogli da un amico, l’avvocato Lepore, assiduo frequentatore di un luogo di potere, il Circolo Aniene. Si tratta di un ragazzo a suo tempo pingue e insignificante, Vincenzo Greco, oggetto di scherno dei compagni di classe del prestigioso collegio De Merode, ma individuato dal professore, il Frère Raymond, come persona “redoutable”, temibile. L’uomo è ora un elegante finanziere in grisaglia grigia, che promette ai suoi clienti che gli affidano somme di denaro interessi altissimi, esibendo una sicurezza ed un aplomb tale da essere fatto oggetto di fiducia anche da parte di personaggi diffidenti e certamente non sprovveduti.
Notai, professionisti, imprenditori, politici, esponenti del bel mondo romano fanno la fila per affidare a Greco somme di denaro sempre più ingenti: una società misteriosa, dal nome greco, Aletheia, raccoglie con discrezione i denari che lui e i suoi silenziosi collaboratori investiranno in modo sicuro, mentre già si sta manifestando la crisi finanziaria che a partire dal 2008 travolgerà banche, investitori, risparmiatori.
Non mi addentro sulle parti che nel libro ricostruiscono con maniacale precisione i vari passi che portarono ai famosi fallimenti delle banche americane, e alle tragiche conseguenze della finanza internazionale che tuttora viviamo. Ciò che mi è piaciuto nel romanzo di Fabio Calenda è la ricostruzione fedele di un pezzo di società romana che lui ben conosce, raccontata nella sua amoralità, nel suo disprezzo dei valori più sani della convivenza civile, nei picchi di disperazione a cui la corsa forsennata al denaro ha precipitato tanti. I rapporti familiari distrutti, la paternità mal vissuta o rimossa, la perdita del valore dell’amicizia, gli incontri fatti solo per convenienza, il sesso consumato frettolosamente, il disprezzo per le donne, la mondanità intesa solo come possibilità di incontri utili e fruttuosi, la frequentazione di ambienti troppo elevati ed escludenti, l’invidia sociale, tutto questo è lo scenario in cui si inserisce la vicenda del protagonista e dei suoi numerosi comprimari.
Gianni aspira a frequentare il “tavolo sociale” dell’Aniene, dove incontra persone che possono essergli utili per affermarsi come consulente del diabolico e ormai affermato Greco; dopo aver convinto la moglie ad investire il ricavato della vendita di un appartamento di via Archimede nei prodotti finanziari di Aletheia, ecco che Eleonora si riavvicina al marito e procura anche lei nuovi probabili clienti, interessata al denaro quanto lui. Un’alleanza basata sull’interesse, visto che non c’è amore, destinata a non durare, come vedremo. Nella Roma descritta da Calenda il lusso domina negli arredi, lumi di Flos e poltrone Frau, nelle tavole apparecchiate con piatti Meissen e porcellane Limoges, nei regali che ci si scambiano, gemelli di Bulgari, cravatte di Battistoni o di Marinella, nelle automobili che si possiedono, Maserati, Porsche o Suv Mercedes, nei luoghi che si frequentano, Cortina, Capalbio, Cala Galera, nei cibi e nei vini raffinati, aragoste, gamberi, e l’immancabile Mont Blanc dell’Euclide. Nella Roma modello “La grande bellezza” si prende il tè da Badmington, si mangia alla Casina Valadier, si cena al Bolognese, ci si incontra al Locarno, si fa la convention aziendale all’Excelsior; ma tutto questo spreco di denaro è destinato ad una fine drammatica. Gli imbrogli di Greco a danno di centinaia di clienti non possono che concludersi con l’intervento della giustizia. Ma la vicenda umana di Gianni Alecci ha un esito diverso, che Fabio Calenda racconta nelle ultime pagine del romanzo con un sorta di empatica commozione, e che riscatta tante pagine del romanzo ciniche, intrise di sentimenti negativi, di storie sordide.
Il libro è diviso in tre parti, che scandiscono una sorta di diario cronologico, un arco di tempo che va dal novembre 2006 al dicembre del 2009, anni cruciali per gli esiti della crisi finanziaria nella quale ancora ci dibattiamo, riflesso nelle vicende del protagonista. In mezzo a tanti termini tecnici inglesi con i quali abbiamo imparato a convivere ogni giorno, prodotti offshore, distressed Securities, Subprime, private equity, l’autore inserisce parole di origine greca, personaggi della mitologia classica: ecco allora che termini come Erkos, baluardo, Polumetis, molto accorto, Giano, il dio bifronte, Ares, dio della guerra, sono scelti da Vincenzo Greco per nascondere dietro un paravento di cultura raffinata prodotti finanziari senza garanzia. Nelle pagine del romanzo si incontrano numerose citazioni di libri evidentemente amati dall’autore: ecco Dante e il celebre canto di Ulisse, un Ulisse però anche personaggio omerico; e poi Anna Karenina, che la moglie Eleonora alterna al libro erotico di Almudena Grandes, o Henry Miller, il Pinocchio di Collodi, il Chisciotte di Cervantes, un brano biblico dell’Esodo e un esergo profetico di Francesco Guicciardini. Così il linguaggio del romanzo è una sorta di pastiche linguistico, nel quale le locuzioni del parlato colloquiale infarcito di termini volgari, zoccola, troia, merda, cazzate, si alternano al linguaggio tecnico ed elitario dell’economia e della finanza, a quello della letteratura classica, pecunia non olet, un’intera citazione di versi dell’Odissea
Ogni volta che Ulisse abilissimo si levava/ stando in piedi, guardando in giù, gli occhi fissi a terra,/sembrava un uomo insipiente…./ Quando però, voce sonora mandava fuori dl petto, / parole simili a fiocchi di neve d’inverno/ allora nessun altro mortale lo avrebbe sfidato/ allora nessuno si curava di guardarne l’aspetto.
C’è una bambina nel romanzo di Calenda, la piccola Stéphanie, l’unico personaggio femminile che sembra riscattare la misoginia latente che caratterizza i rapporti di Gianni Alecci con le donne: una bambina di cinque anni, affidata ad una tata etiope da genitori gelidi e lontani, che desidera l’attenzione degli adulti, a cui l’uomo sostanzialmente solo si avvicina: proverà a raccontare alla piccola la fiaba di Pollicino, nella sua enorme stanza da letto nella villa sontuosa dell’Aventino,
La solitudine si taglia a fette, accentuata dall’algore della luce. Pur essendo tenue, si riflette con maggiore intensità su un imponente orso bianco dalle fauci spalancate e sul doro scuro di un leone marino, piazzati l’uno accanto all’altro, come alla deriva su un iceberg…..Nel caos della stanza, risalta un ambiente polare in miniatura! La cifra del gelo affettivo dei genitori.
Vi sono molte parole chiave nel testo che ricorrono con frequenza a conferirgli un particolare valore “semantico”, un termine amato da Gianni Alecci: vergogna, fiducia/sfiducia, paura, panico, gelo, fango, e presente e reiterato sin dal titolo, soldi. “L’occasione da sempre sognata di farne a palate”, si rivela, nella narrazione di Calenda, davvero un brutto investimento, che solo le parole della letteratura riescono a raccontare con la sensibilità e l’esperienza di chi, scrittore, intuisce la possibilità di indagare le ragioni profonde di troppi assurdi comportamenti umani.
Video Presentazione
Giovedì 25 ottobre 2018 a Roma, nella Libreria Koob di Piazza Gentile da Fabriano 16, Elisabetta Bolondi di sololibri.net, l’economista Mario Martelli e il giornalista Paolo Mazzanti discutono del libro "I soldi sono tutto", edito da Mondadori, insieme all’autore Fabio Calenda.
I soldi sono tutto
Amazon.it: 18,04 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I soldi sono tutto
Lascia il tuo commento