I veri nomi di Andrea De Carlo

"I veri nomi", romanzo di Andrea De Carlo, scritto nel 2002 non è dei più belli o dei più riusciti. Dopo "Due di due" l’autore sembra scrivere sempre lo stesso libro: due amici, un viaggio, una donna.In questo caso la variante è data dalla mancata identificazione tra vita reale e vita fasulla.
L’ambientazione è a Milano, città molto presente nei romanzi di De Carlo e considerata "grigiazza, senza vita", odiata sempre da tutti i suoi personaggi.

La storia inizia negli anni Settanta con Alberto, io narrante, che per raccomandazione di un’amica, incomincia a realizzare interviste su rockstar, su invito di un equivoco editore, Diamantini. Dopo un inizio fallimentare Alberto si mette in società con un amico, Raimondo Vaiastri, che ha talento per la scrittura oltre che una profonda idiosincrasia per la realtà. Non potendo avvicinare tutti i divi del momento i due incominciano a creare interviste false giocando in modo pericoloso con la loro reputazione finché Diamantini non se ne accorge...
Il resto è facilmente intuibile, ma in esso si colloca la fuga dei due giovani verso l’America, vista all’inizio come il regno delle opportunità, in seguito, almeno da parte di Alberto, una terra crudele con i perdenti. Alberto sembra accettare con più facilità il mondo reale e anche per questo motivo è dubbioso, pieno di limiti, mentre Raimondo continua a credere nel suo sogno di poter cambiare le cose a suo piacimento. Non sarà così.

I due avranno una serie di avventure, scontri e delusioni dovute alla questione delle interviste, ma anche al desiderio di fuggire dalla noia milanese (la città sembra l’essenza stessa del disagio esistenziale), con esiti diversi.
I due si divideranno, anche se il finale è inatteso rispetto alle premesse iniziali.
Come ho detto all’inizio, l’autore in questo romanzo è stato per me deludente in quanto ho trovato la trama piuttosto inconsistente e i personaggi minori (l’editore Diamantini non può essere così sciocco) poco analizzati. La narrazione al presente rallenta l’azione, certe situazioni (ma soprattutto le reazioni dei personaggi ad esse) sono poco credibili.
Peccato. De Carlo sa scrivere sicuramente meglio.