Il boia di Edoardo Montolli

Milano, una delle solite estati afose: tutti vogliono rimanere rintanati in casa, ostaggi di un’aria condizionata che dona quel refrigerio che all’esterno è impossibile trovare.
Eppure per qualcuno il caldo non è un problema, tanto che una mente malata decide di assassinare Monsignor Alceste Contini, una figura di spicco della chiesa meneghina. Non viene soltanto ucciso, il suo corpo viene orribilmente martoriato.

Il commissiono De Nigris e l’esperto di serial-killer Settembrini devono indagare su questo caso che rischia di diventare una patata bollente, che nessuno vuole maneggiare troppo.
I riflettori si spostano su Manuel Montero, un giornalista con qualche pregio e molti vizi, autore di un’opera che parla di perversioni e che ha molto, troppo, in comune con il presunto autore della morte del prelato. L’assassino è stato davvero scoperto o qualcuno vuole soltanto incastrare Montero?
La scia di omicidi non si ferma e le piste si moltiplicano.
Una sola cosa, però, è certa: dove Dio ha costruito una chiesa, il diavolo ha edificato una cappella…

Con “Il boia” (Hobby & Work Publishing, 2005, collana Underground, prefazione di Andrea G. Pinketts, copertina a cura di Annia Bartolini, pp. 279) Edoardo Montolli ci racconta una storia che parte con una semplicità disarmante ma che si dirama inesorabilmente in molteplici direzioni, mandando in tilt le nostre sinapsi che, però, non molleranno la presa e seguiranno l’indagine con avidità.
Un’indagine che porterà i protagonisti di questa storia alla scoperta di segreti che forse non dovevano essere rivelati, segreti che avranno il potere di cambiare per sempre la vita di molte persone.
Introdotto dalla prefazione dell’immenso Andrea G. Pinketts, “Il boia” turberà i nostri giorni e le nostre notti con le sue parole taglienti, parole che saranno un pugno nello stomaco che ci farà male ma ci farà anche sorridere.
Un libro intrigante come non ne leggevo da tempo, una storia che ha il potere di conquistare con enorme semplicità.