Il buio e il miele
- Autore: Giovanni Arpino
- Casa editrice: Baldini+Castoldi
Nel corso di una torrida estate, l’ex ufficiale dell’esercito Fausto G., divenuto cieco ed invalido a causa dello scoppio accidentale di una granata, intraprende un viaggio di una settimana toccando tre città: Genova, Roma e Napoli. Ad accompagnarlo è un giovane militare di leva, che presto si accorgerà di quanto gravoso ed ingrato sia tale compito. L’ufficiale, infatti, macerato com’è dagli affanni e dalle paure che tenta invano di nascondere, intende realizzare un estremo gesto eclatante di congedo dalla vita.
Il giovane militare si trova così ad essere il mero testimone della vicenda, mentre la figura di Fausto G. si staglia nitidamente in tutta la sua forza espressiva e complessità di atteggiamenti e stati d’animo. In lui, si potrebbe dire, sono racchiusi tutti i vizi e tutte le virtù del genere umano, che oscilla tra sprezzo del pericolo, viltà e meschinità quotidiane. Proprio l’eccezionalità di questo carattere rappresenta il punto forte dell’opera: Fausto G. domina e dirige gli altri personaggi, ne coordina azioni e pensieri con la maestria di un burattinaio, riducendoli a sbiadite ed inconsistenti figure di contorno.
Il libro possiede un ritmo incalzante, scandito da dialoghi serrati (anche se non sempre memorabili), che conducono verso un inatteso finale. Il pessimismo che attraversa tutta l’opera si stempera inaspettatamente nelle pagine finali, quando lo sfiorare della tragedia diventa l’occasione di una nuova nascita. E così il misantropo Fausto G., fino all’ultimo fermo nelle sue convinzioni inossidabili, rinasce a seconda vita, arrendendosi al sentimento dell’Amore.
Si tratta di un’opera complessa, un’acuta riflessione sul rapporto tra dolore e misantropia, tra malattia ed amore, tra pessimismo e speranza.
Il buio e il miele
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