Raccontami una storia
- Autore: Giovanni Arpino
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
Raccontami una storia (Rizzoli, 1982) è una raccolta di brevi racconti, che lo scrittore Giovanni Arpino scrisse dalla metà degli anni cinquanta fino agli inizi degli anni ottanta, qualche anno prima della sua scomparsa. Scrittore, poeta, critico, giornalista, Arpino per la sua ecletticità venne considerato uno spirito dissacratorio, esuberante, non a caso un uomo dal carattere impossibile. Uno degli scrittori più significativi della nostra metà del Novecento, inspiegabilmente dimenticato.
Non amava i salotti letterari e le élites culturali: uomo schivo, con il mito di Cesare Pavese, grande fumatore e la passione per il calcio. La critica di allora non gli risparmiò commenti feroci ai suoi romanzi: Piovene lo definì un caso imbarazzante e Calvino nutriva dubbi sulla sua scrittura. Diversamente, Elio Vittorini considerò interessante il suo primo romanzo e lo pubblicò; Sereni lo apprezzò come poeta ed infine Montale valutò La suora giovane, un capolavoro. Dai suoi romanzi sono stati tratti film che ancora oggi sono considerati opere indimenticabili e che tutt’ora apprezziamo.
Un autore le cui storie sembravano essere scritte per il cinema. Dal romanzo Delitto d’onore è stato tratto Divorzio all’italiana di Pietro Germi, da L’avventura di due sposi un episodio di Boccaccio ’70 diretto da Mario Monicelli e da Il buio e il miele l’indimenticabile Profumo di donna di Dino Risi. Piemontese di origini si laureò in Lettere, nonostante il padre lo volesse avvocato, e pubblicò dopo un anno il suo primo lavoro con la casa editrice Einaudi, entrandone così a farne parte. Molti premi gli sono stati riconosciuti nella sua vita di scrittore. Va ricordata anche la sua carriera giornalistica, soprattutto la sua passione per il calcio che, ritenendolo un fenomeno culturale, affiancò con altrettanto impegno all’attività letteraria.
In Raccontami una storia le storie narrate vedono i protagonisti, con sullo sfondo un’Italia uscita dal dopoguerra, riprendere in mano le proprie vite lasciando alle spalle il dramma della ricostruzione. La ripresa economica è in atto e molte vicende umane saranno caratterizzare dai cambiamenti culturali e collettivi nella società di allora. Il nostro autore ha sempre amato personaggi particolari come nel racconto Il ritorno di Casanova nel quale un giocatore settantottenne, avventuriero e casanova, cerca amabili e nobili signore avanti negli anni, ancora di buona presenza, per essere invitato al loro tavolo di gioco e ospitato nelle loro case.
Nel Diario di Rodrigo, invece immagina la vita del noto Rodrigo senza la colpa dell’ossessione per Lucia. Rodrigo, in prima persona, narra la sua vicenda e quanto abbia vissuto imprigionato in un destino non voluto, detestando l’uomo di penna che lo ha rinchiuso nel ruolo del cattivo. La sua storia avrebbe avuto un altro percorso, come se Omero avesse deciso che Ulisse venisse slegato dai compagni dall’albero mentre cantavano le sirene.
“Diventato simbolo di sopruso grazie ai vostri scopi, ancora mi tenete in catene per servirvi di me. La mia stessa morte è ormai una comoda leggenda di orrori, della quale vi servite per impartire lezioni che nessuno dei vostri figli seguirà, se esiste giustizia.“
Ma sono tante anche le occasioni che la vita offre, forse quelle più mancate, come nel racconto Whisky a gogò. Lei è sfinita da un rapporto d’amore nel quale ha posto tutte le sue energie, ma nel quale lui non le offre nulla di diverso se non una monotona quotidianità e un’algida affettiva. La stanchezza visibile del suo lavoro di chirurgo è pari a quella che manifesta stando insieme. Trascinarlo in una serata whisky a gogò, come vorrebbe lei, è impossibile.
“Lui ha continuato con me le sue stupide abitudini di scapolo e io non gli ho cambiato la vita… stanca per il richiamo esercitato su quei pensieri, ma anche umiliata per la costrizione mentale e la povertà che li avevano spinti a galla. Si povertà, ecco il fondo vero, non poté evitare pur avvertendo il pericolo della riflessione, è proprio povertà la mia. Non so stare da sola, mi sono aggrappata a lui in un modo ignobile.“
L’inquietudine, le malinconie ed una necessaria ironia sembrano essere i motivi costanti di tutta la narrativa del nostro autore. Egli amava la stessa umanità descritta da Flaubert e da Dostoevskij, ai quali si ispirava per poter scrivere dei misteri dell’uomo e del suo animo. Viaggi introspettivi, affascinanti e sorprendenti che stupiranno il lettore per lo stile raffinato e per le tematiche culturali e sociali di grande attualità. Un grande scrittore che per la sua onestà intellettuale non accettò mai compromessi per ottenere il successo.
“Io so chi sono, cosa penso, cosa voglio soltanto quando ho la macchina da scrivere. Scrivere mi dà ordine, costanza, serenità, fede, rimorsi e pentimento.“
Raccontami una storia
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