Il declino delle guerre civili americane di George Saunders

Nel mondo ci sono di sicuro persone eccezionali, che eccellono in qualcosa, che sono vincenti. Ma la maggior parte della gente che popola questo nostro pianeta è nomale e vive nella normalità, senza slanci particolari, in una mediocrità che non deve essere vista in un’accezione negativa ma semplicemente come quella condizione che accomuna la stragrande maggioranza della popolazione. A questa parte della comunità è rivolta l’attenzione di un grande George Saunders. Bravo cronista e eccellente scrittore, con i suoi saggi e racconti cerca di descrivere in modo obiettivo quello che gli succede intorno, con particolare attenzione alla società in cui vive e quindi, ancora più in particolare, a quella americana. E per chi è abituato a vederne solo le eccellenze, i successi, i progressi, forse resterà deluso a leggere quello che una tale società riserva ai più deboli e ai più “normali”, una società che spesso non fa niente per loro e che anzi rischia di portarli inevitabilmente alla sconfitta.

L’autore in questi racconti descrive quindi, in modo critico e ironico, il disagio di quelle persone che non sono vincenti. E così ecco l’uomo che non riesce a prendere decisioni e si vede sfuggir via qualsiasi cosa, quello che a valle di un trauma ha forse bisogno di toccare il fondo per tornare a vivere, quello che riesce a dare tanto amore da una parte ed è altrettanto violento dall’altra, l’uomo per cui la guerra o tutte le violenze subite riempiono di una malvagità che trova sfogo solo nella morte. Tutta un’umanità insomma che preferirebbe voltare pagina ma non riesce, che vorrebbe cancellare tutto il passato perché troppo pesante da gestire da soli.

Saunders descrive le paure profonde dell’uomo, ma non fini a sé stesse quanto invece contestualizzate all’interno di un vivere comune, “spennellando” così una società al collasso che ha perso di vista il suo significato intrinseco e che è sempre più lontana dagli individui che la compongono. Particolarmente interessante in questo senso è l’ultimo racconto (Bengodi} che è anche quello più lungo dove in uno scenario futuristico si muovono personaggi che potrebbero sembrare grotteschi ma che alla fine sono quanto mai realistici e che “comicamente” ci portano a riflettere sulla deriva di un mondo che qui è volutamente ed esageratamente compromesso.

Un linguaggio semplice e diretto per una lettura piacevole dove l’umorismo la fa da padrone in ogni racconto, un umorismo che ci fa e ridere e pensare. Un libro che indubbiamente merita attenzione e riflessione.