Il megafono spento
- Autore: George Saunders
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: minimum fax
- Anno di pubblicazione: 2009
“Il megafono spento. Cronache da un mondo troppo rumoroso” di George Saunders è una raccolta di saggi e racconti che sembrano non avere un comune denominatore. Si va dal semplice racconto, all’inchiesta, al reportage passando da uno all’altro senza che ci sia qualcosa che presuppone l’imminente sviluppo di quello successivo. Cosa lega tutte queste letture? Probabilmente, come dice il titolo originale “The Braindead megaphone”, quello che potrebbe collegare tutte le vicende raccontate è lo spegnimento progressivo del cervello dell’uomo che preferisce lasciarsi distrarre da quello che la società dell’apparenza vuole proporre piuttosto che cercare di capire la realtà delle cose, o quantomeno di cercare di capirne le ragioni. Come dice il sottotitolo si tratta in fondo di cronache da un mondo troppo rumoroso, dove per ritrovare sé stessi forse occorre isolarsi (si veda il saggio sul piccolo Buddha).
La cosa interessante nel leggere questa raccolta è certo la ricerca di un modo diverso di vedere e capire le cose, di un modo non urlato, ma pensato e ponderato. Ne viene fuori un ritratto pungente e satirico delle nostre civiltà. E se quella americana è la società che più di tutte è messa in evidenza dall’autore, quando cominciamo a leggere questa opera ci accorgiamo di quanto anche noi in Italia non siamo molto differenti e molto distanti da quello che avviene oltreoceano. Si pensi per esempio alla questione dell’immigrazione messicana, di come questa viene vissuta, alle ronde spontanee che vengono organizzate per cercare di frenare questo flusso; si pensi al viaggio a Dubai e alla scoperta di come tutto quel lusso può esistere solo perché si poggia sulla miseria e povertà di numerose persone provenienti dalle parti povere del mondo.
E si pensi soprattutto al primo racconto/saggio che è un chiaro manifesto contro la cultura “urlata” dei nostri tempi, dove chi urla riesce a piegare le coscienze e a pilotarle per avere sempre più consenso. Una lucida critica all’informazione contemporanea scorretta e corrotta che serve solo a far spegnere il cervello per far rifugiare l’individuo in un mondo fittizio costruito ad hoc per impedirgli di indagare sulla reale situazione sociale economica e politica del Paese.
Una lettura spietata e reale, ironica e tristemente vera del mondo contemporaneo. E insieme una lettura divertente, a tratti esilarante, e in fondo ottimistica. Perché quelli che alla fine costituiscono la maggior parte della popolazione sono quelli che vogliono semplicemente pace e tranquillità, che vogliono lavorare, che vogliono sorprendersi, quelli che possono sbagliare ma sanno chiedere scusa, quelli che portano avanti questa loro opera senza clamori. Questo è il CUA (una sorta di manifesto che chiude il libro) ossia quelli Contrari a Uccidere per un’Astrazione
A quelli che ci contrasteranno, posso solo dire: Siamo in tanti. Siamo in tutto il pianeta. Anzi, siamo molti più di voi. Anche se fate più chiasso, anche se increspate per un attimo l’acqua della vita, noi dureremo e vinceremo.
Forse è davvero tempo di spegnere i megafoni e accendere il cervello.
Il megafono spento. Cronache da un mondo troppo rumoroso
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