L’egoismo è inutile
- Autore: George Saunders
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: minimum fax
- Anno di pubblicazione: 2014
Se non avete letto Il megafono spento, la raccolta di saggi e articoli di George Saunders, che comunque consiglio vivamente di leggere perché è interessante, attualissimo e divertente allo stesso tempo, concedetevi un po’ di tempo (a maggior ragione se lo avete letto) per questo libretto sull’elogio della gentilezza come narra il sottotitolo.
L’egoismo è inutile (Minimum Fax, 2014) non è altro che un discorso che lo scrittore ha tenuto di fronte ai laureandi della Syracuse University, quindi a dei ragazzi che hanno concluso con successo il proprio percorso di studi e stanno per affrontare il mondo lavorativo, che può rivelarsi duro e spietato per certi versi, o diverso da come ce lo si aspettava.
Saunders chiede loro di non perdere quello che secondo lui è uno degli aspetti umani di cui non dovremmo mai privarci, ossia la gentilezza. Come tutto, la gentilezza va coltivata e sviluppata e non è sempre semplice, ci vuole applicazione e costanza, ma le soddisfazioni che ne vengono fuori sono di gran lunga superiori a quelle alle quali potremmo erroneamente e superficialmente arrivare se intraprendiamo la via dell’egoismo.
Una lettura piacevole e un discorso convincente, senza grandissimi pensieri ma con parole semplici, senza urlare, ma con toni pacati, senza imposizioni ma con osservazioni. E questo conduce in modo naturale al saggio che segue, L’uomo col megafono, che fa parte della raccolta Il megafono spento e che è una parodia della comunicazione dei giorni nostri e un allarme lanciato dallo scrittore verso questo modo di fare notizia, rivolto solo al sensazionale anche quando la sostanza è nulla; una comunicazione che si sta impoverendo sempre di più e che soprattutto non permette all’uomo di fermarsi a pensare. Una considerazione che vale negli Stati Uniti come in Europa e in Italia dove possiamo facilmente trovare i nostri personaggi con i megafoni a tutto volume.
Il libretto si conclude con un’intervista allo scrittore che regala anche alcuni retroscena della sua vita e carriera, che come si potrà vedere è una delle più normali che possano esistere. Con un modo di scrivere semplice e allo stesso tempo ricercato (la ricercatezza della semplicità), George Saunders ci garantisce scritti, saggi e racconti sempre interessanti e mai banali.
L'egoismo è inutile. Elogio della gentilezza
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’egoismo è inutile
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Dello scrittore americano George Saunders (1958), di cui in Italia sono state pubblicate quattro raccolte di racconti, molto celebrate e premiate negli USA, la casa editrice romana Minimum Fax propone due brevi saggi dedicati rispettivamente alla gentilezza e al dominio dei media nella società contemporanea (L’egoismo è inutile. Elogio della gentilezza)
Se il primo intervento sottolinea con garbo e delicatezza l’urgente necessità di rinunciare, oggi e nei rapporti interpersonali, all’egoismo e alla sopraffazione derivanti dalla volontà di raggiungere posizioni di prestigio, rifacendosi invece a un’esigenza etica di rispetto per gli altri e per la propria vita, nel secondo capitolo Saunders risulta più polemicamente ironico e dissacrante, meno serafico e conciliante.
I suoi strali, ragionevolmente puntuti e spesso sarcastici, sono rivolti contro "l’informazione deficiente" da cui siamo intontiti nei messaggi mediatici, e da cui ci lasciamo convincere e intorbidire mentalmente rinunciando a qualsiasi spirito critico. Un’informazione sempre più prona agli interessi economici e politici di chi ci governa, agendo sui nostri meccanismi di difesa, di paura, di dipendenza: e rendendoci illusi gregari in una corsa esistenziale che non riusciamo più a indirizzare secondo le nostre vere priorità.
Ormai qualsiasi dj radiofonico, qualsiasi imbonitore pubblicitario, e qualsivoglia Talent show o fiction televisiva è in grado di condizionare milioni di persone più di un premio Nobel. I media non si interrogano tanto sulla validità o veridicità di una notizia, quanto sulla sua capacità di "fare colpo", di reclutare ascolti, e in concreto di realizzare profitto. Usando spesso volgarità e sproloqui, esasperazioni e gusto per il torbido, pur di ottenere audience.
Il volume si conclude con un’intervista di Christian Raimo all’autore, che sempre con ironia e intelligenza racconta di se stesso, della sua fiducia buddhista in un mondo più umano, e nel dovere morale di chi scrive nei riguardi dei lettori e della sua stessa scrittura.