Il dodici di Agosto
- Autore: Roberto Todini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2010
L’attesa, quel limbo di ricordi e aspettative, quell’arma a doppio taglio che può aggiungere valore ad un evento, un amore, un’amicizia, oppure rivelarci, dopo averci tenuti crudelmente sulla corda, che ci sbagliavamo, che quello che ricordavamo non era esatto, o che tutto è cambiato e non potrà mai più essere come prima. A volte ci trasporta nella situazione di mezzo: ci fa trovare intatto il valore del sentimento e della storia che gli apparteneva, ma ci fa anche capire che un’evoluzione si è compiuta, e che con questa dobbiamo metterci in rapporto e, forse dolorosamente, in discussione.
In poche righe è questo il tema principale di questo libro, un lungo racconto più che un romanzo, al quale si adatta perfettamente la definizione di "racconto jazz", coniata dallo stesso autore. Una narrazione dalle atmosfere rarefatte, dall’aria pigra ed indolente, suggestione, questa, aumentata anche dall’appropriata collocazione dell’azione in piena estate. Nel locale dove i tre amici organizzano i festeggiamenti per il ritorno di Robert, novello Godot intorno al quale si intrecciano le attese e i ricordi degli altri, il tempo sembra essersi fermato a cinque anni prima, cioé alla sua partenza. Questa sensazione è unita ad una certa aria indefinita, che ci suggerisce un posto al di là di ogni collocazione geografica: i nomi dei personaggi sono inglesi o americani, ma l’ambientazione ricorda molto anche quei tranquilli paesini della provincia italiana nei quali la vita è ancora lenta ed i locali possono sempre vantare l’abituale gruppetto di amici che trascorre le giornate (almeno quelle libere) fra bevute e chiacchere per far passare il tempo. Una storia, insomma, che potrebbe svolgersi ovunque ed in qualunque decennio, senza che la sua sostanza ne venisse alterata.
Aladin, Frank e Mario (l’unico nome italiano che compare) stanno preparando i festeggiamenti per il ritorno di Robert dall’Africa, che avverrà fra pochi giorni, il dodici di Agosto. Robert, diversamente dal misterioso Godot beckettiano, è, nelle loro menti, un’entità viva e presente, della quale ricordano gusti, manie e comportamenti. Ogni tanto, però, il dubbio sottile si fa strada nelle menti degli amici: sarà ancora tutto così? Loro tre non sembrano essere cambiati molto, adagiati nelle loro vite (Mario e Frank sono sposati, ma le loro famiglie sono poco più di un appunto in sottofondo, mentre Aladin è uno scapolo impenitente), ma cinque anni sono tanti: sarà così anche per Robert? L’unica sicurezza che tutti loro, in fondo, hanno, è che la loro amicizia è rimasta inalterata, ed è a quella sicurezza che si appigliano nel mare del dubbio e della trepidazione.
Il romanzo, corredato fra l’altro da bei disegni dello stesso autore, è scritto con uno stile scorrevole, quasi cinematografico nella sua essenzialità, nella parsimonia di verbi ("Sono io!" la tipica voce di Pablo, e non "disse" la tipica voce di Pablo), tanto che a tratti si ha l’impressione di leggere il copione di un film o di uno spettacolo teatrale, con un effetto di immediatezza che non per questo toglie valore alla storia. Due appunti potrebbero riguardare qualche refuso (quale libro non ne ha?) ed un certo eccesso di insistenza sull’amore che i protagonisti hanno per l’alcol di ogni tipo: in certi punti si arriva quasi ad una bevuta ogni due frasi, il che tende a far perdere un poco di realismo. Ma questi difetti sono poca cosa davanti ad un racconto così ben costruito e di tale suggestione.
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...un appunto sul refuso riguardante l’uso degli alcolici (ed aggiungerei del tabacco): come scritto benissimo sulla presentazione a cura dell’autore, lo stesso ha voluto eccedere per sottolineare "l’astrattismo" che nel racconto vuole a tutti i costi divenire concretezza e viceversa. Credo perciò che questo eccesso sia voluto oltre che dovuto.
Grazie!
Concordo: questo bel racconto si potrebbe trasformare in una eccezionale sceneggiatura per registi raffinati.
Ho da poco letto questo libro e l’ho trovato molto,molto bello. Un complimento all’autore ed allo scorrere veloce dell’opera. Vi consiglio di leggerlo.