Il garofano rosso
- Autore: Elio Vittorini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2013
Secondo una leggenda, i garofani rossi sarebbero nati dalle lacrime versate da un giovane pastore che, divorato dalla passione non corrisposta per la dea della caccia Diana e lacerato dalla sofferenza, sarebbe poi morto. Tale chiave di lettura può essere utile e suggestiva per leggere l’opera di Elio Vittorini, “Il garofano rosso”: si tratta del primo romanzo dell’autore, apparso a puntate nella rivista «Solaria», tra il ’33 e il ’34; dato che la censura fascista lo aveva giudicato contrario «alla morale ed al buon costume», solamente nel ’48 -quindi più di dieci anni dopo- venne stampato dalla casa editrice Mondadori.
Il romanzo, ambientato all’epoca del delitto Matteotti, si apre con il racconto del primo bacio tra il sedicenne Alessio ed una ragazza più grande di lui, Giovanna, figlia di un colonnello, la quale aveva mandato al giovane un garofano rosso all’interno di una busta: tale fiore diventa il simbolo dell’amore e delle relazioni che si susseguono nel corso della vicenda. Si tratta di un romanzo di formazione, complesso ed articolato, soprattutto per le ambiguità e i molteplici temi trattati, nonché per le sfaccettature poliedriche dei vari personaggi; la narrazione è in prima persona, interrotta talvolta dalle pagine di diario dello stesso protagonista. La vita di quest’ultimo, Alessio Mainardi, si divide tra la campagna, dove è cresciuto e nella quale affondano le sue radici, e la città, che profuma di limoni e granite di mandorle, dove vi sono il cinema, le scuole, i fermenti e le novità.
Lentamente, egli si allontana dai parenti e dall’innocenza, per dedicarsi ad interventi anche violenti con il suo gruppo di amici fascisti, scioperando, frequentando case di tolleranza, cercando di crescere e diventare uomo. In questo difficile e tortuoso cammino di maturazione, egli si infatua della prostituta Zobeida, con cui instaura un rapporto duraturo: sarà proprio a lei che il giovane Alessio donerà il garofano rosso.
Quest’ultimo è ciò che collega idealmente tutti i personaggi principali della vicenda; il protagonista, in particolar modo, sembra che, dopo aver toccato quel fiore, sia caduto in uno stato di assuefazione: “l’esca soave”, per citare il termine usato da Pindemonte nel nono libro dell’Odissea, non è il frutto del loto, ma è proprio il garofano, che spinge Alessio a confondere realtà e finzione, ricordi del passato ed esperienze presenti. Lete e Mnemosyne si intrecciano nella vita del ragazzo, come un fiume sotterraneo:
«Tutta la notte mi parve davvero che una ruota di mulino macinasse quell’acqua e che il mio garofano mi fosse caduto là dentro e la ruota lo stritolasse. Era anzi un’impetuosa corrente di garofani che mi scorreva sotto la guancia».
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