Il giallo sole di Vendicari di Antonello Carbone

L’inverno è passato e Giacomo Cassisi, simpatico giornalista con il pallino delle indagini, creato dalla fervida penna di Antonello Carbone, dai vicoli magici di Taormina si sposta nell’oasi meravigliosa di Vendicari in piena primavera.

È chiamato ad occuparsi di un morto per overdose, un noto ex calciatore ritrovato nelle campagne di Vendicari e, subito dopo, di un morto che mostra segni di violenza sul corpo, un transessuale di colore ritrovato sulla spiaggia di Portopalo. I due omicidi sono legati fra loro. Cassisi, cronista curioso della Gazzetta del Mattino segue gli sviluppi dell’inchiesta.
Un’inchiesta resa ancora più difficile dai filo rosso che unisce i due assassinati alla sua amica Elena, suo capo redattore, a Gina, sorella di Umberto Bruno, il calciatore trovato morto, e un clan mafioso che sfrutta le donne provenienti dall’Est a un prete, Don Enzo. A detta di Elena e Gina, e confermato dai referti medici, Umberto non aveva mai fatto uso di stupefacenti in precedenza e dopo aver appeso le scarpette al chiodo, suonava jazz nei locali di Catania. Kira Fabre, invece, secondo Jamil, un marocchino che la conosceva bene, è l’amore, non poi così segreto, di Umberto e, purtroppo per lei, sapeva troppo sul giro losco di migranti usati come schiavi e di neonati sottratti alle giovani mamme dell’Est.
Giacomo nel seguire le indagini - portate avanti ufficialmente dal commissario Iconio Bagnato - e scrivere la cronaca dei fatti è aiutato da un informatore, un siciliano stravagante conosciuto come Zanzara.

Dopo il successo di “A Taormina, d’inverno” (Manni, 2013) Antonello Carbone ritorna con un’altra storia avvincente, “Il giallo sole di Vendicari” (Manni, 2017) e ancora una volta accanto a un disincantato Giacomo Cassisi, dai tratti molto simili all’autore, la vera e unica protagonista è la Sicilia. La Sicilia mozzafiato di Marzamemi, della riserva naturale di Vendicari, del barocco siciliano di Noto, dell’estremo Sud di Portopalo Capopassero, della sempre bella Taormina e di Siracusa e Catania, colonie greche. Carbone in questo noir fa proprio

“lo stile di scrittura dai capitoli brevi e dai quadri narrativi introdotti da titoli di canzoni, un’immaginaria colonna sonora che accompagna i personaggi e coinvolge il lettore”.

Tra le righe, gli omaggi ai suoi modelli letterari, rigorosamente siciliani, tra cui Luigi Pirandello e Leonardo Sciascia. Attendiamo adesso con trepidazione un Giacomo Cassisi sulle tracce di altri avvincenti crimini nel caldo torrido estivo, in qualche altro luogo magico dell’isola per eccellenza.