Il giocatore. Il virus dell’azzardo di Germano Dalcielo

“Il giocatore. Il virus dell’azzardo” (Leucotea Edizioni, 2012) è una storia vera. Può un brillante studente universitario, con un futuro sicuro come assistente alla cattedra di Lingua Inglese, decidere una mattina di giocarsi la vita? Ebbene sì.

“Varcare la soglia di un’agenzia di giochi… rimanere estasiati dal colore delle luci e dei monitor… lo spartiacque della mia vita… il momento in cui salii sulla metropolitana del mio futuro e della mia carriera universitaria e mandai tutto a puttane compreso il primo anno appena finito, quindi esami, sacrifici, soldi, tempo, viaggi avanti e indietro in treno, e soprattutto le aspettative di mia madre”

Il gioco è intorno a noi, slot machine, gratta e vinci, poker, bingo, lotto. Si inizia per puro divertimento per poi precipitare in un girone infernale: lo trovi nell’agenzia nei pressi dell’Università, com’è stato per Germano Dalcielo, nei bar, nei centri commerciali e a casa seduto di fronte al proprio computer. “Il giocatore” di Dostoevskij era innamorato di Polina, la cui famiglia era in rovina, e in preda alla febbre del gioco puntava un mucchio di denaro sul rosso e sul nero per vincerne e per poterlo donare alla donna che amava. “Il giocatore” di Gianrico Carofiglio, un brillante studente, giocava a carte perché era un abile baro e amava il successo facile.“ Il giocatore” di Dalcielo narra il suo dramma intimo e personale, la sua patologia senza uso di sostanze e il suo divenire un gambler. Studente modello, ragazzo serio, con una morale ferrea e un’educazione ineccepibile, alla prima vincita (perché così accade) si abbandonerà a momenti di grande piacere e il gioco lo terrà stretto in una morsa senza via d’uscita. Il glamber non ama il possesso dei soldi, gioca anche quando non li ha, gioca i soldi del biglietto del treno per rientrare a casa, i soldi della borsa di studio ed infine i risparmi sul conto corrente. È così che si diviene scommettitori compulsivi. Gioca perché si ritiene invincibile, non avverte nessun senso di colpa e la sfida che lo appaga aumenterà la tensione e la sua adrenalina. Si ritiene fortunato fra i tanti, lui sa di poter sfidare la dea bendata. Una ritualità che diventerà in poco tempo quotidianità, e la convinzione che la vita potrà cambiare anche mentre si sta perdendo, razionalizzando e giustificando il proprio desiderio di gioco.

“L’adrenalina, la suspense e la tecnica dello spillo; spillare il risultato dell’evento di gioco un centimetro alla volta in modo da assaporare l’adrenalina milligrammo per milligrammo. Il cuore batte le campane come nei giorni di festa. Vincere al gioco è un piacere prima mentale e poi fisico. La gioia lascia presto spazio all’amletica insoddisfazione dell’animo umano. Non ti accontenti, agogni subito per un’altra sfida.”

Germano Dalcielo è un giovane scrittore ligure che ha pubblicato ad oggi libri e racconti brevi. Il Giocatore è il racconto della sua dipendenza dal gioco d’azzardo. Un dolore vissuto pienamente, le cui ferite si sono rimarginate nel tempo con la convinzione di quanto il gioco possa non divertire ma rovinare, distruggendo la propria famiglia, le amicizie e tutto quello che si ha intorno. Un romanzo coraggioso che vuole essere soprattutto una testimonianza. Il lettore è reso partecipe del circolo vizioso della dipendenza e della disabilità intellettiva in un giocatore d’azzardo, delle sue ansie e della depressione che implode nella sua personalità. Si comprende come la dipendenza possa divenire una necessità irrefrenabile con tutte le devastanti conseguenze fisiche ed emotive che sorgono nella persona vittima del gioco. Un libro di denuncia sociale, perché il gioco in Italia è legalizzato in ogni sua forma e con ogni modalità ed è lo Stato, l’unico e ultimo, benefattore. E’ stato calcolato che solo in Italia il gioco legalizzato coinvolge circa trentaduemilioni di persone, di cui molti minorenni, terza impresa del Paese con un fatturato legale di 76 miliardi di euro. Sono cifre da capogiro che dovrebbero farci riflettere.