Il gregge
- Autore: Davide Grittani
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Non è di certo una sorpresa scoprire che l’attualità - economica, sociale e politica - influenza la letteratura di praticamente ogni Paese, eppure in un romanzo come Il gregge di Davide Grittani è così lampante come verità da non poter essere ignorata.
Ci troviamo in un romanzo dove l’ambientazione è quella italianissima di una grande città con tram e terrazze con vista sul duomo (nel mio immaginario ci si trova nella tecnologica Milano, ma non è un’informazione confermata dalle pagine del romanzo) di cui non viene mai rivelato il nome, e in fondo non è neppure un’informazione così importante per l’economia della storia; anzi, possiamo dire che si tratta di una trama dove “tutto il mondo è effettivamente paese”. Qui siamo in quella che è definibile a tutti gli effetti una colossale campagna elettorale che vede amici di vecchia data, compagni di scuola (che un tempo non sapevano fare nulla, non prendevano sul serio i propri incarichi, oggi fanno politica o comunque desiderano farla) e detestati avversari contendersi i voti della gente. A qualunque mezzo.
Anche del protagonista non si conosce molto, il nome è celato e della sua vita si hanno poche certezze tra cui l’unica è la relazione con Claudia, che viene descritta come una convivenza portata avanti per inerzia degli eventi.
Da decenni in cabina elettorale si consuma un trapasso, dalla vita reale a quella cui ci illudono di partecipare: così votare – che non è mai stato un gesto umano, giacché incoraggia una goffa selezione della specie – è diventato il safari che conosciamo.
L’obiettivo intero del romanzo - come d’altro canto l’autore ha abituato i propri lettori da molto tempo - è quello di poter raccontare la realtà politica gettando luce su quelle pratiche che effettivamente si verificano nel mondo reale. Quando il gruppo di amici si candida, fin dall’inizio, per il protagonista appare chiaro che stanno puntando a colpire la gente nel suo punto debole, ovvero promettendo ciò che un vasto numero di elettori desidera di più senza ragionare su conseguenze.
L’individualità è morta. In questa società non rimane spazio per il volere dei singoli, neppure della massa, l’importante è che chi è al potere - o punta ad arrivarci - si preoccupi che la gente segua la sua rotta, inneggi alla sua di individualità. Esercitare quello che è un diritto di ogni singolo individuo, ovvero lo spirito critico, è quasi impossibile: pochi lo fanno, ancor meno ci provano sul serio e alla fine chi davvero ci crede finisce per essere un puntino minuscolo in un mare di omertà, finzioni e lotta al potere.
Di per sé il lettore si trova davanti a un romanzo con grandi potenzialità, un po’ per le caratteristiche dell’autore e un po’ per la decisione di affrontare anche in questo libro una vicenda tanto spinosa quanto reale della nostra società; il problema è che a tratti il romanzo perde un po’ il filo del discorso, si discosta troppo dal suo proposito e diventa quasi un garbuglio di frasi fatte.
Anche la narrazione si fa di tanto in tanto lenta, soporifera, mentre in altri punti è scorrevole anche se un poco confusionaria.
In generale comunque lo trovo un romanzo da leggere, anche solo per rendersi un po’ conto di quanto sia una lucida analisi della realtà del mondo odierno.
Il gregge
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