Il mestiere del Signor Jordan di Sandro Scopinich

"Il mestiere del Signor Jordan", romanzo di esordio di Sandro Scopinich, racconta la storia di Filippo, un ragazzo timido e riservato, un impiegato modello che però soffre di un male tristemente contemporaneo: l’apatia che si manifesta con l’incapacità di provare emozioni profonde ed interessi particolari.
Alla vigilia di un’importante opportunità lavorativa, un tragico incidente sul lavoro che coinvolge un collega lascia impassibile Filippo, ma stravolge improvvisamente la sua vita. Il suo comportamento viene condannato all’unanimità, perde il lavoro, ma trova in Samantha, l’unica collega con la quale riusciva ad andare oltre il saluto, l’amore fin lì mai cercato.

Contemporaneamente qualcuno intuisce quanto Filippo e il suo modo di essere siano particolarmente adatti ad una mansione in cui è fondamentale avere sangue freddo. Nasce così il Signor Jordan, killer spietato e diligente nel "lavoro" e che deve dividere la propria vita tra la famiglia e il lavoro in cui sembra rifugiarsi per sfuggire alla sua insicurezza ed incapacità di affrontare la vita.
"Il mestiere del Signor Jordan" è un noir semplice e non banale, pungente e dai temi attuali, adatto ad un ampio pubblico, perché caratterizzato da una lettura leggera e coerente, resa ancora più credibile dall’atteggiamento del protagonista, coerente dall’inizio alla fine nel suo senso di insoddisfazione ed illusione di un futuro migliore.
Il libro consente di conoscere un personaggio dalle qualità particolari e particolarmente diffuse intorno a noi e una città che tanto si avvicina nella descrizione a quella Genova che di Scopinich è città natale.

Ciò che colpisce del libro è l’efficacia e la semplicità con la quale arriva il messaggio che, penso, l’autore voglia trasmettere. Scopinich vuol far emergere con amarezza quanto si possa essere Signor Jordan in vari modi e quanto sia diffusa intorno a noi la sua figura. Alla fine della lettura è quasi naturale una riflessione: anche io sono un Signor Jordan?