Il mio regalo sei tu
- Autore: Sarah Spinazzola
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Marcos y Marcos
- Anno di pubblicazione: 2012
Si intitola “Il mio regalo sei tu” edito dalla Marcos y Marcos, il libro di Sarah Spinazzola, già autrice di racconti pubblicati nell’antologia “Scontrini”. E’ la storia di Lidia, una giovane ragazza di appena diciotto anni che vede per la prima volta il padre alla tv. Decide così di contattarlo per conoscerlo, per colmare quel vuoto che li ha separati fino ad allora. Un tempo lunghissimo fatto di esperienze ed attimi di vita negati. Un amore incondizionato la spinge a cercare di incontrare quell’uomo che per diciotto anni l’ha ignorata. Una ragazzina piena di sogni, che vuole sembrare grande fumando le sigarette e bevendo alcolici ma che poi interroga le stelline per capire cosa fare.
La protagonista è simpatica, è timida, a tratti quasi una fanciulletta che speranzosa crede ancora nelle favole. “Il mio regalo sei tu” è un ottimo romanzo, a tratti incredibile e Sarah Spinazzola è davvero brava. Racconta la storia con il cuore. Descrive la fatica di una ragazza ad entrare nel mondo degli adulti, la sofferenza, la spasmodica ricerca dell’amore del padre. Le sensazioni sono descritte in modo minuzioso senza cadere nel patetico. C’è molta dignità nel personaggio di Lidia. E la sua storia è incredibile. Ti arrabbi a vedere le batoste che prende da un uomo che potrebbe fare tutto, tranne il padre. Un uomo egocentrico ed egoista che nega la cosa più bella che ha: una figlia. Il libro si legge facilmente, i discorsi sono semplici, i periodi chiari. Sullo sfondo di una Milano fatta di strade, treni e tram si sviluppa la storia.
Un romanzo che fa pensare, riflettere e talvolta ammutolire. Lo stile è giovane, fresco e originale. In un mondo costruito sulle bugie, sarà la verità a portare la nuova Lidia a casa.
“Oggi sono rimasta io ad aspettare con una bambina. Dopo mezz’ora arriva il papà. Non lo vedeva da tutto il giorno, e lei gli corre incontro con un regalino in mano.
«Questo regalo è per te!»
«Grazie!” dice lui “Ma il mio regalo sei tu».
Mi sono commossa. Certi giorni io me lo chiedevo che cosa sarebbe stata la mia vita, se avessi avuto un padre. E quando sentivo quello che sentivo, cioè il nulla, era come un uovo che si apriva dentro e mi faceva piangere. Mi sarebbe piaciuto avere un padre. Invece mi sembra di essere stata tagliata fuori. Di non avere avuto la possibilità.”
Il mio regalo sei tu
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Ci sono dei romanzi che racchiudono grandi verità, perché fondate sulla realtà dei sentimenti e dei rapporti umani, attraverso una prosa limpida e mai scontata. Rientra a pieno titolo in questa categoria Il mio regalo sei tu (Marcos y Marcos, 2012), l’esordio letterario di Sarah Spinazzola, che racconta in maniera poetica e sincera il legame travagliato tra la diciottenne Lidia e suo padre Gian, un uomo assente ed egoista. Il tema della paternità viene affrontato in maniera concreta, perché non si riduce ad una mera identità biologica ma richiede quell’amore che dovrebbe essere imprescindibile nel confronto genitore – figlio.
Il lettore viene catturato, sin dalle prime pagine, dai toni intimi di una narrazione in prima persona della protagonista, che cerca di comunicare con una figura sconosciuta fino a quel momento. Lidia si trova così davanti a un individuo distaccato e freddo, che tenterà di coinvolgerla nella sua esistenza solo quando lo reputa più opportuno, ovvero mentre è impegnato in una nuova e trascinante relazione amorosa. Per Lidia non è facile constatare con i suoi occhi le mancanze di colui che dovrebbe essere un punto di riferimento, soprattutto in un momento personale di crescita e scoperta di sé: si impegna con un lavoro estivo per pagarsi le spese di iscrizione all’università e sceglie la facoltà di filosofia di Milano, la città dove vive con sua madre. Questo percorso di studi non è casuale, infatti una delle sue passioni è scoprire le motivazioni di tutto:
Dotata di sensibilità e ironia Lidia si conferma un personaggio indimenticabile e, nella sua personale e vibrante storia, non si può fare a meno di schierarsi con lei e chiedersi, con rammarico, quanti altri Gian esistono in giro.
Un debito riconoscimento va, infine, all’autrice, che ha dimostrato di saper padroneggiare tutti gli strumenti stilistici del mestiere con una freschezza e una profondità rare.