Il mondo nudo
- Autore: Raffaele Crovi
- Genere: Fantasy
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Fanucci
Quella particolare sottocategoria della fantascienza che si occupa di raccontare la situazione del mondo e la vita degli esseri umani in un ipotetico futuro viene spesso indicata come “narrativa di anticipazione”. Si tratta di un genere chiaramente meno avventuroso rispetto alla fantascienza comune, ma molto più coinvolgente per il lettore medio, in quanto i paralleli che si possono fare tra questo tipo di racconti e la vita di ogni giorno sono innumerevoli. Infatti, i pericoli che vengono sottolineati dalla narrativa di anticipazione (oppressione del popolo da parte di un regime, lotta alla cultura quale veicolo di libertà, omologazione delle masse per ingabbiare il pensiero dei singoli) sono talmente insiti nella società da risultare attuali praticamente in ogni epoca, facendo sì che i romanzi di questo genere risultino ancora freschi e sconvolgenti anche a distanza di decine di anni dalla loro pubblicazione, e che il monito che essi trasmettono non perda mai la propria attualità.
“Il mondo nudo” è stato pubblicato per la prima volta nel 1975, ma potrebbe essere uscito l’altro ieri. Non perché il mondo sia ancora in attesa di chissà quale catastrofe (periodicamente ne viene prospettata qualcuna, magari creando allarmismo nella popolazione, fino a che il tutto non si sgonfia da sé), ma in quanto è un ulteriore stimolo alla riflessione sui rischi che l’umanità ha sempre corso e sta ancora correndo a livello di libertà personale, per mezzo soprattutto dell’omologazione.
Breve e conciso, ma proprio per questo ancora più incisivo, questo libro viene definito un romanzo, ma in realtà si tratta piuttosto di una serie di immagini, notizie e stati d’animo, vari flash di cinque esistenze (che forse non potremmo neppure chiamare “vite”), fino ad arrivare al disastro finale, più accennato ed intuito che raccontato. Lo stile è intriso di poesia e crea un rimarchevole contrasto con il contenuto crudo e drammatico. Anche la struttura somiglia più ad una raccolta di componimenti poetici che ad un romanzo vero e proprio, con i suoi capitoli brevi, stringati, come veloci e tenui pennellate sopra una tela bianca che va man mano affollandosi di segni, ma non di colori.
Un generale, despota congelato nella propria torre d’avorio, controlla la vita degli esseri umani come se fossero pedine da usare per esperimenti, schiacciare e, soprattutto, omologare. Ossessionato dal distruggere qualsiasi impurità o contaminazione, non si cura di uccidere anche le piante per eliminare gli insetti, e così agisce per gli uomini. Un bambino inizia la propria vita in un cubicolo trasparente, isolato, lottando per l’affermazione di sé partendo dai bisogni primari, dalla scoperta della parola, dal pianto. Alex ed Elena si conoscono, parlano e iniziano un gioco di seduzione tramite computer (viene da stupirsi pensando alle moderne chat), con la voglia di evadere da un mondo nel quale anche la maternità è un diversivo per riempire una serata solitaria, e allattare al seno è una ribellione. Gli ultimi due personaggi quasi non si distinguono l’uno dall’altro: sono due individui che cercano di andare avanti come meglio possono in una realtà nella quale sono malattie anche la gelosia e l’astinenza dal sesso per il rifiuto di farlo senza amore. I protagonisti non si incontrano mai, ma dividono lo stesso, inesorabile destino di prigionia, di solitudine.
Delicato e terribile, un libro da centellinare e meditare, che merita più di una lettura.
Il mondo nudo.
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