Il musicista oscuro
- Autore: Giacomo Melloni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Voland
- Anno di pubblicazione: 2017
Le edizioni Voland proseguono nella loro meritoria iniziativa di scoprire e incoraggiare giovani talenti della nostra narrativa. Dopo “Vita e morte delle aragoste” di Nicola H. Cosentino, ora ci propongono in lettura il primo romanzo di un autore romano, Giacomo Melloni, classe 1984, che vive e lavora a Parigi come insegnante e traduttore dal francese.
“Il musicista oscuro” narra di una ossessione, una sorta di incubo che affligge il personaggio principale: il confronto schiacciante con chiunque consideri superiore a sé. Del protagonista non conosciamo nemmeno il nome: sappiamo però che vive solitario in una stanzetta disordinata, nel quartiere più sordido e pericoloso di una metropoli, mantenendosi con il lavoro precario di guardiano in un museo, giusto per pagarsi vitto e alloggio, e potersi dedicare al sogno di ottenere qualche riconoscimento nel mondo discografico. La consapevolezza delle proprie scarse doti musicali si è insinuata in lui già dal primo affacciarsi della passione per le note: a dodici anni, con le prime lezioni di chitarra affidate a un maestro mediocre e vanesio, poi con la partecipazione a una band dilettantesca. Nonostante la lucidità con cui sa analizzare l’inconsistenza delle sue utopie, abbandona gli studi universitari per seguire il suo miraggio, rischiando non solo la sopravvivenza materiale, ma addirittura la salute mentale. Diventa infatti presto preda di allucinazioni, manie di persecuzione, attacchi di panico, dipendenza dall’alcol, autolesionismo, a cui tenta di sfuggire frequentando locali di terz’ordine dove esibire inedite composizioni, mal recepite dallo scarso pubblico e dai colleghi. Già l’incipit del romanzo, in tono sarcastico e astioso, indica quale sia il sentimento che il giovane musicista nutre verso chi, come lui, alimenta patetiche illusioni sulle proprie capacità artistiche e su un improbabile successo futuro:
“Ogni martedì vado in un locale e partecipo alle jam session che organizzano. Lì, oltre a imbattermi in qualche ragazzo pieno di speranze e privo di talento, ho a che fare con quella montagna di escrementi umani che riunisce il variegato universo dei musicisti falliti. Ultracinquantenni nostalgici di tempi remoti, vecchi bluesman inascoltabili, metallari inquietanti, un teatro degli orrori che esibisce un look altrettanto spaventoso: gilet di pelle, pantaloni attillati, grosse e pesanti cinture di cuoio, catene d’acciaio, volgari occhiali da sole, bandane umide di sudore, calvizie precoci dissimulate sotto inaccettabili cappelli a bombetta, stivaloni col tacco”.
Allo smacco di non essere all’altezza delle proprie aspirazioni, si aggiunge per il protagonista la coscienza della sua scarsa avvenenza, afflitta anzi da una “bruttezza tragicamente comune”: l’incontro con Silvana, donna tanto ricca quanto fisicamente orrenda, lo precipita nel baratro del disprezzo di sé e dell’autocompatimento, rendendolo inoltre aggressivo e geloso nei riguardi di chi reputi eccessivamente fortunato e capace. La competizione umiliante con gli altri si concretizza soprattutto nel confronto con il vicino di casa violinista e dandy, rumorosamente boccaccesco, che arriva a spiare in casa e a pedinare fuori casa, invidioso fino allo spasimo dei suoi successi, amorosi e musicali.
Il naufragio esistenziale del protagonista assume i contorni di un delirio psicotico, e la sua immaginazione malata finisce per farlo interagire con le figure di un quadro improvvisamente animatosi: l’irrealtà allucinatoria diventa preferibile alla detestata realtà di una vita da perdente. Dalla quale riesce infine a riscattarsi con un eclatante e disperato gesto finale: l’omicidio del violinista attraverso cui raggiungerà la notorietà tanto desiderata.
La narrazione di Giacomo Melloni, espressa con ritmo incalzante, da empatica e solidale con il suo personaggio quale sembrava inizialmente, nel proseguo delle pagine diventa irrisoria e beffarda, intenzionata a demolire l’inconsistenza caratteriale, gli atteggiamenti esaltati e i propositi farneticanti di lui, che ne rivelano la velleitaria personalità di “oscuro” pseudo-artista, assillato dai propri fallimenti.
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