Il nostro gioco
- Autore: Ilaria Pasqua
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
È sabato mattina e Davide, appena dodicenne, insieme alla sorella Flaminia, la piccola di casa, corre in strada senza fermarsi. Non ha quasi più fiato ma corre oltre le proprie forze e nel mentre incita la sorella ad essere più veloce di lui perché è quello il loro gioco, il nostro gioco non ricordi?
Era la mattina del 16 ottobre 1943, il giorno festivo per gli ebrei, scelto intenzionalmente dal comando nazista per il rastrellamento nel ghetto, perché ognuno di loro era nelle proprie case ed era il giorno giusto per sorprenderne il più possibile. Le truppe tedesche della Gestapo, con a capo Herbert Kappler, portarono via milleduecentocinquantanove persone, tra cui duecentosette bambini. Dopo due giorni partirono diciotto vagoni piombati dalla stazione Tiburtina. Arrivarono al campo di concentramento di Auschwitz, dopo sei giorni di viaggio, in condizioni disumane. Soltanto sedici di loro sopravvissero allo sterminio e nessuno dei bambini tornò.
Una pagina di storia dolorosa ed indelebile che non finirà mai di essere raccontata a memoria della immensa tragedia, ed è questa la storia che fa da sfondo alla trama del nuovo romanzo della giovane scrittrice Ilaria Pasqua.
Davide è l’io narrante, racconta la sua fuga insieme alla piccola Flaminia di soli sei anni, lungo il tragitto studiato con mamma e papà, le strade più strette, quelle più sconosciute dove i camion non potevano arrivare. La guerra era entrata nella sua vita e non gli aveva più permesso né di essere un bambino né di pensare come un bambino. Insieme, tenendosi per mano, erano scappati dalle urla dei genitori e degli altri che venivano caricati sui camion. La mamma lo aveva incitato a far presto a mettere in salvo se stesso e la sorella, correndo, la stessa corsa di quando giocavano, proprio il loro gioco. Ora è nascosto in una buia cantina, dopo aver vagato per ore per le strade, è lì che abbraccia Flaminia e accarezza i suoi riccioli neri, a volerla proteggere da tutto e da tutti. L’avrebbe tenuta sempre lontana dai dolori e dalla cattiveria del mondo. Sono sudati, sporchi, affamati, e non ha idea di come dovranno muoversi tra quelle strade e tra quelle persone che non li hanno saputo proteggere.
“Quando iniziò a calare la sera mia sorella si agitò, borbottando lagnosa: Quando andiamo a casa? Solo in quel momento aveva realizzato che non vedevamo mamma e papà da quella mattina… Io restai a guardare quel raggio di luna che si insinuava tra le grate della cantina… quando i volti dei miei tornarono a urlare nella mia mente… e mi addormentai senza sentire freddo.“
Ha una promessa da mantenere e il suo impegno sarà di mascherare l’orrore di quei giorni, continuando a far credere a Flaminia che il tutto sia un gioco, come la corsa o il nascondino. Ma come si può mascherare l’orrore?! Come si può allontanare la paura che ti blocca il respiro, quando risenti le urla o rivedi l’ultimo sguardo dei tuoi genitori?! Pensi che sia tutto un sogno, solo un brutto sogno, perché Roma è una città protetta, diceva il padre, e per questo sicura per noi ebrei. Come si può allontanare la paura quando, nascosti in un posto sicuro in casa di Enrico, della stessa età di Davide e che li ha salvati dalla strada, senti i passi pesanti delle SS o le voci degli uomini in divisa, i fascisti, che cercano da giorni due bambini fuggiti dal ghetto? Forse ciò che ha promesso a se stesso è più grande di quanto possa fare, è pur sempre un bambino, anche lui trema di paura, soffre la fame e in quelle circostanze non riesce a riaversi e a trovare le forze per raccontare a Flaminia un nuovo gioco.
Era convinta che noi giocassimo… non mi chiedeva nulla di mamma e papà e aveva smesso di chiedere quando saremmo tornati a casa.
Rannicchiati in un angolo buio del nascondiglio, tremanti, Davide spera che tutto possa finire fuori dalle mura di quella casa. Vorrebbe che i suoi sogni della notte, che ora sembrano combinarsi con la realtà del giorno, possano tornare ad essere sogni e i suoi pensieri, che si mischiano ai ricordi, tornino ad essere pensieri. Vorrebbe fermare nella sua mente i ricordi della vita vissuta insieme ai suoi, perché l’angoscia e i patimenti potrebbero farli scomparire. Rivede la sua scuola, la sua aula e loro studenti in piedi per salutare, la sua cartella riposta nella ribaltina; le domeniche a Villa Borghese con il papà in bici e il ricordo più dolce, il sorriso della sua mamma. Cosa li attende, cosa succederà domani?
Il nostro gioco di Ilaria Pasqua è una bellissima storia di solidarietà, di coraggio e di complicità, sentimenti invincibili contro le miserie dell’uomo, una fratellanza salvifica che unirà il destino dei ragazzi nonostante gli eventi della storia. Una scrittura lineare, intensa, quella della nostra giovane scrittrice, che ha una particolare espressività narrativa da porre il nostro lo sguardo su di un piano sequenza di immagini ed emozioni tanto da poter essere un libro perfetto per una sceneggiatura. Una trama coinvolgente ed originale che porta il lettore a vivere le vicissitudini della narrazione con i protagonisti della storia.
Il nostro gioco. Sogni sospesi
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