Il peso della farfalla
- Autore: Erri De Luca
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2009
“Il peso della farfalla” è la storia di un camoscio, magnifico animale di montagna, che rimasto orfano, impara tutto da solo, senza appartenere a un branco. E’ forte, unico, bellissimo. Sfida tutti senza timore e diventa il “re dei camosci“. Ma questa è anche la storia del cacciatore che lo ucciderà. Il vecchio cacciatore che vive da solo nella casa del bosco e racconta poco della sua caccia, perché non ha storie da raccontare. Nemmeno una che possa conquistare una donna. Con sua sorpresa una giornalista si mette in testa di seguirlo, su in montagna. Non accetta subito la cosa. Perché lui non è abituato a frequentare le donne e chi non le frequenta, scrive Erri De Luca, ha “dimenticato che hanno di superiore la volontà. Un uomo non arriva a volere come una donna“. Il cacciatore è spaesato e ha timore. E poi da anni, tra lui e il camoscio, c’è un silenzioso scontro.
Uno scontro che conoscerà fine nel mese di novembre...
“Il peso della farfalla” è un libro breve, scritto benissimo, con un ritmo deciso, ma con una musica lenta, paziente. Erri de Luca racconta questa storia in maniera molto lieve, lieve come la neve che fa cadere in montagna e come il battito d’ali di quella farfalla bianca. Con abilità e rispetto entra in queste due solitudini, raccontandoci prima di un duello lungo anni e poi di una pietà finale, di un abbraccio forte e eterno che vede queste due solitudini legate nella morte, come lo erano anche nella vita. Leggera e presente emozione.
In libreria dall’11 novembre 2009
Il peso della farfalla
Amazon.it: 9,02 €
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Ed eccoti qui... :) Complimenti per il tuo lavoro. Ottimo, direi. Ti abbraccio. Con affetto. Manuela
Buonasera, Erri de Luca, é un libro dolce, una favola bella che raccontero’ un giorno alla mia nipotina, si chiama Olimpia ,ha tre mesi.Forse, attraverso il tuo racconto capirà della vita delle cose che dette dagli educatori suonano pesanti e si dimenticano subito nel vortice di parole saggie ascoltate dai nonni(in questo caso)e delle loro immediate contraddizioni veicolate dai media.
Sono una storica, ho lavorato alla Cattolica di Milano e alla Sorbona,solo da poco leggo romanzi e ne ho pubblicato uno anche io,mi piacerebbe parlarne con te.
Un caro salute e Buon natale.
Giovanna Troisi Spagnoli
Racconto di una bellezza sconvolgente...
gibbosky
Una favola di libro, un libro che è una favola...Insomma un racconto stupendo che ho letto in gran velocità e poi riletto con calma come si legge una lirica di eccezionale profondità.I miei complimenti all’autore innanzitutto per questo libro ma anche per i molti altri che ho letto e che ho sempre trovato magnifici, e mille auguri a che il nuovo anno possa portargli ancora estro, intelligenza e poesia come finora.
Gill
Magnifico questo libro impregnato di poesia.
Mi ha fatto pensare a ’ Il vecchio e il mare’ di Hemingway.
Lo rileggerò ancora, perché lo trovo così ricco di profondi pensieri, su cui poter meditare. Grazie, Erri e Buon Anno
Libro abominevole, scritto benissimo ma un concentrato di mostruosità, con un personaggio, un bracconiere!!! descritto come un eroe solitario con addiritura portato ad esempio di etica e moralità! con un finale assurdo in cui animale e bracconiere muoiono insieme come se cacciatori e animali avessero un unico destino!!
Mi ha suscitato ribrezzo e rabbia! Mai più leggerò un libro di questo figuro!
Un racconto magnetico in grado di commuovere e di far sentire il lettore un piccolo dinnanzi alla bellezza e alla supremazia della natura!
Grande Erri, non riuscirò mai a smettere di seguirti!
Anche io sono rimasto molto colpito dal finale, perchè l’ho visto come un tentativo di "alleviare" quelli che io definisco i "crimini" che il bracconiere ha commesso nella sua vita. Tuttavia, dopo una rilettura più attenta, soprattutto delle pagine finali del libro, ho cambiato idea. Sono infatti molti i punti nei quali emerge l’amore dell’autore per la natura, e credo che la frase che chiude il libro sia davvero la più significativa. Credo anche che questo racconto abbia molto da dare, e che forse (come accade per i grandi scrittori) ci vorrà del tempo perchè riusciamo a capire fino in fondo tutto quello che Erri De Luca ci vuole dire... Per ora posso dire che concordo pienamente con il pensiero che ho colto dal libro: ogni volta che, per soldi o per puro divertimento, qualcuno uccide un animale, e quindi un altro essere vivente, sia esso un pesce, uno stambecco, un cerbiatto o un camoscio, ebbene... E’ l’uomo che ha perso.
...a volte leggi qualcosa che qualcuno ha scritto e diviene musica dentro colui che ascolta... attimi ed emozioni divengono allora per magia eterni..
Ho regalato questo libro ad un cacciatore, spero serva.
A me è piacciuto tantissimo, quasi poesia questo racconto, complimenti.
Mi sento un po’ come l’uomo sulla montagna. Ostica e solitaria. Due grandi re così determinanti nelle loro rispettive vite, sconfitti da una creatura quasi insignificante. Ridà dignità a chi si sente piccolo ed inutile nella vita. Grazie signor De Luca
Grazie Erri, per l’importanza che dai al valore delle parole, alla capacità lucida e immediata di trasmettere una profonda osservazione di ciò che esiste intorno. Ho letto questo libro con emozione, mi sono trascritta dei pezzi su un quaderno ed è la prima volta che lo faccio, rimpiangendo di non averlo fatto con tutti i libri belli letti. Per me i libri sono come tanti mamme e papà: ci accompagnano nel nostro cammino di crescita e ci plasmano l’anima, ci temprano il carattere come tutta l’esperienza del nostro vissuto. Così come le persone che ci hanno lasciato rimangono dentro di noi se ne abbiamo rubato e conservato un tratto di carattere, così i libri restano in noi. Quando sei venuto a Verona, hai detto che sono i libri a doverci portare. E’ vero, ma poi, una volta finiti siamo noi a custidirli nell’impasto del nostro animo. Grazie ancora perchè tu arricchisci il mio.
straordinario il modo di scrivere di De Luca, commovente il racconto.
non l’ho ancora letto, ma oggi ho seguito un’intervista al sig. De Luca. mi ha commosso come persona e mi ha commosso il racconto del libro. Domani andrò ad acquistarlo. Grazie, intanto, per questi dieci minuti di dolcezza!
Non so descrivere l’emozione che ho provato ma la prima volta l’ho "tracannato" come un bicchiere d’acqua dato a una persona che ha fatto una lunga salita e assetata ha cercato un goccio d’acqua per ritemprarsi...la seconda volta l’ho assaporato come un frutto gustoso e profumato che dà gioia quando lo raccogli lungo la strada mentre cammini immerso nella natura...la terza volta l’ho fatto scendere piano piano dentro di me, come l’emozione che danno le gocce di pioggia desiderate dopo una afosa giornata d’estate...
GRAZIE ERRI
ora che ho letto come finisce... grazie eh...
ho ricevuto questo libro come regalo per i miei 17 anni e mezzo..l’avevo sentito descrivere proprio dall’autore e mi ha incuriosito..ci ho trovato all’interno 1 poesia indescrivibile, un nodo di emozioni che mi ha fatto commuovere...l’ho letto tutto d’un fiato!! ringrazio i miei che me l’hanno regalato e lo scrittore per cio’ che mi ha dato con queste sue parole!
Elena
Una metafora della vita in una poesia che è racconto di altri tempi , dove anche la morte ha una sua collocazione e una precisa ragion d’essere, assolutamente lontana da visioni postmoderne dove tutto è consumato in fretta, percepito e forse mai vissuto fino in fondo. Si legge e si respira un’aria "buona" e viene voglia di passeggiare tra prati o boschi di grandi abeti...
Ho letto questo libro con le lacrime agli occhi, l’autore ci propone molte cose su cui riflettere. La solitudine che tutti proviamo(uomini o amimali) ci accomuna, ma invece di unirci come sarebbe naturale, purtropppo l’essere "pensante" uomo non fa altro che distruggere tutto ciò che tocca. Questo racconto è uno spaccato della nostra società: avara di sentimenti, egoista, ignorante anche per quel che riguarda la nostra stessa sopravvivenza. Grazie Erri, il tuo libro dovrebbe essere portato nelle scuole.
Probabilmente non verra pubblicato questo commento, ma il re dei camosci in realtà viene sventrato subito.E’ la madre dello stesso che il cacciatore non apre per rispetto davanti ai due cuccioli orfani..il resto della recensione è davvero benfatta.
E’ inconcepibile!!! Una recensione NON dovrebbe essere una sintesi del libro con tanto di finale raccontato!!!! Così hai rovinato tutto il piacere della lettura del libro a chi ha letto la recensione!!!
Ancora una volta mi perdo nelle frasi, nelle parole, nella magia delle emozioni che Erri De Luca fa scaturire dalle righe di un libricino piccolo ma grande e maestoso come la storia dei due re.
La presentazione del libro fatta alcuni mesi fa da Licia Colò nella sua trasmissione "Alle falde del Kilimangiaro", in presenza dell’autore Erri de Luca mi ha incuriosita. Il libro l’ho portato con me in vacanza: l’ho letto assaporandone la freschezza, la semplicità,
la dolcezza delle frasi, alcune delle quali, una vera poesia. Mi ha fatto commuovere, emozionare, riflettere. Mi è piaciuto moltissimo. Grazie
io ho letto questo libro ed è favoloso lo consiglio a tutte le persone che hanno poco tempo e che però hanno voglia di leggersi un libro bellissimo...
anche se un libro corto questo libro è molto impegnativo nel senso che se non ti piace questo genere di libri è meglio lasciar perdere!!
A volte le sue parole sono dure come pietre e poi nel cuore s’appoggiano come piume. E’ un uomo che ha vissuto, che sa trasmettere la forza della vita, l’amore per la vita con tutte le sue contraddizioni e le sue vette più sublimi. Ho letto quasi tutto quello che ha scritto e trovo che il peso della farfalla sia l’apice (per ora) del suo modo di scrivere, ho pianto, mi sono profondamente commossa tra queste pagine. Grazie ad Erri di farci parte della sua grande anima, della sua spiritualità.
Lina
...racconto delicato e raffinato, come il titolo che mi ha spinta ad acquistarlo... grazie.
Libro corto e veloce , dominato da brevi ed essenziali frasi che donano alla narrazione un ritmo deciso e cadenzato. Le rapidi frasi ,inizialmente , trasportano il lettore in una dimensione simile a quella delle favole ,ma poi lo trascinano nella tagliente realtà. L’autore racconta in maniera molto delicata la storia di due differenti solitudini: quella del re dei camosci e quella del ladro di bestiame. La solitudine di un animale straordinario che domina le montagne va ad opporsi ed infine a conciliarsi con quella del solitario uomo, del ladro di bestiame, che non ha mai avuto una vera storia da raccontare, due differenti solitudini che si uniscono e conciliano nella morsa della morte. Erri De Luca narra la sfida tra due esseri soli ma molto simili: orgogliosi, che amano la natura in modo differente. Emerge in modo evidente la relazione tra uomo e natura, il cacciatore, simbolo di tutto il genere umano nonostante il suo intelletto è in difficoltà dinnanzi alla natura. “Il corpo e l’ombra disegnano l’articolo IL .L’uomo sulla montagna è una sillaba nel vocabolario”. L’animale vive nel tempo reale, ha conoscenza del solo presente, la sola conoscenza che serve, mentre l’uomo ha consapevolezza del passato ,e grazie ai suoi sensi teorizza il futuro ma non comprende ciò che ha davanti: il presente. L’esistenza di entrambi , sia dell’uomo che dell’animale sembra scorrere priva di significato , o meglio esistenze che vedono come unico punto di arrivo lo scontro finale. Il racconto è dominato da una atmosfera di rassegnazione data dalla consapevolezza, sia del ladro di bestiame che dal re dei camosci ,che ormai il loro tempo è giunto al termine, che ormai è arrivato il momento dello scontro, il cacciatore ora ha una storia da raccontare alla donna. Nello scontro con il re dei camosci, è l’uomo ad uscirne perdente. Il finale si presenta inatteso , stupisce il lettore, anche perché mostra gli aspetti differenti tra l’uomo e l’animale, aspetti che nel corso della narrazione a volte si conciliavano e a volte distanziavano; la grandezza morale del camoscio salva il cacciatore dalla morte,ma la vittoria del ladro di bestiame è contrassegnata dal senso di colpa; l’animale si rassegna al suo destino,dandosi alla morte con la forza e il coraggio di cui l’uomo né è privo. Il camoscio salva,perdona il cacciatore. Oltre al camoscio e al cacciatore emerge anche un’altra importante figura : la farfalla. La farfalla ha ,chiaramente, un peso impalpabile rispetto a quello del camoscio e del ladro di bestiame. Eppure , nonostante la sua inferiorità ,la farfalla riesce a lasciare un segno , un ’impronta, rappresenta un punto di contatto tra due mondi, tra due solitudini che inizialmente lontane si conciliano nella morsa della morte.
Mia figlia tempo fa me lo regalò. Me lo sono portato nello zaino a caccia. Accucciato nella posta nell’attesa del “mio” camoscio gli ho dato una sbirciata. Mi ha talmente preso che ho trascurato l’attesa della preda ed mi sono perso nella lettura. Libro stupendo, anche dal punto di vista di un cacciatore. PS poi il “mio” camoscio è arrivato….
Lo scenario delle tofane e’ impresso nella mia mente quasi sempre.Una storia di un camoscio ,diviso da due eserciti, e’ storia mai perduta.
Vado in montagna da molto tempo e conosco un po’ quelle zone . Spero di incontrarla e di fare due passi con lei.
... bisogna conoscere il fischio del vento... la voce del silenzio e la struggente poesia di un addio. Grazie per questo.
Ho letto solo oggi i vari commenti dedicati al libro.
Ebbene, caro Gabriele, vedi di rileggerlo con più calma.
Un libro molto poetico, Mi è piaciuto veramente tanto, come quasi tutto di De Luca. Bella recensione, speriamo che vinca. Ilaria
Un bellissimo libro. Commovente e avvincente, complimenti a Erri De Luca.
Sicuramente Italo Calvino avrebbe inserito questo testo nella prima delle sue Lezioni Americane, la leggerezza e gli avrebbe dedicato parole preziose
Un uomo e un camoscio.Retour ligne automatique
Due mondi diversi, quello umano e quello animale, uniti entrambi dalla solitudine di chi vuole badare a sé stesso perché non riesce a trovare una collocazione nel suo habitat naturale.
La paura di aprirsi ad un sentimento da parte dell’uomo-cacciatore e quella di vivere la vita comune del branco del cervo-preda.
Due universi paralleli uniti dalla consapevolezza dolce-amara di essere giunti entrambi alla fine del proprio percorso.
Uno sparo concluderà l’inseguimento durato tutta la vita.
molto bello:)