Il pittore di anime
- Autore: Ildefonso Falcones
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Longanesi
- Anno di pubblicazione: 2019
Il pittore di anime (Longanesi 2019, titolo originale "El pintor de almas", traduzione di Pino Cacucci, Stefania Cherchi, Camilla Falsetti Spikermann, Marcella Uberti-Bona) è il nuovo romanzo di Ildefonso Falcones, già autore del bestseller La cattedrale del mare (2006), La mano di Fatima (2009), La regina scalza (2013) e Gli eredi della terra (2016), tutti editi da Longanesi.
“Sciopero!”, “Sbarrate le porte!”, “Fermate le macchine!”, “Abbassate le saracinesche!”.
Barcellona, maggio 1901. Le donne in corteo, molte accompagnate dai figli piccoli, percorrevano le vie della città vecchia esortando gli operai, gli artigiani e i commercianti che tenevano ancora aperti laboratori, officine e negozi a fermare subito le attività. Tra i vicoli della Barcellona medievale echeggiavano le loro urla, mentre gli abitanti delle case, che si affacciavano dai vicoli, osservavano la scena. Nell’aria c’era una forte tensione, perché erano arrivati anche gli uomini della Guardia Civil, alcuni a cavallo con le sciabole sguainate, ma consapevoli del conflitto che stavano vivendo: se il loro dovere era quello di impedire la manifestazione non autorizzata, non per questo erano disposti a caricare donne e bambini. La storia della rivoluzione operaia a Barcellona era legata alle donne e ai loro figli. Le donne esortavano i loro uomini a non esporsi, affinché restassero in disparte durante le azioni violente, come era stato il caso di quel maggio 1901 quando era stato convocato dalle associazioni operaie lo sciopero generale a sostegno dei tramvieri. I nemici degli scioperanti erano sempre i “crumiri”, ma bisognava pure mangiare e per procurarsi il cibo occorrevano quattrini.
Nel frattempo il corteo delle donne era arrivato al mercato della Boqueria e si venne subito a creare uno scompiglio composto di animali imbizzarriti, carrettieri e venditori che correvano da una parte e dall’altra. Come tanti altri, Dalmau Sala aveva seguito il corteo attraverso la città vecchia dietro la Guardia Civil, in una zona aperta come le Ramblas, la visuale era completa. Il caos era totale: cavalli, carri e venditori, cittadini curiosi che correvano, poliziotti che si schieravano davanti al gruppo di donne con i bambini, che a loro volta li fronteggiavano formando una barriera umana che li tenesse lontani dalle altre donne accalcatesi sulle rotaie per fermare il tram. “Lottavano per gli operai”, pensò ammirato Dalmau.
Fin dal suo libro d’esordio, La cattedrale del mare, caso editoriale da 7 milioni di copie nel mondo, Falcones ha dimostrato di essere interessato alla narrazione della Storia, quella Storia fatta da personaggi minimi, sconosciuti. È sempre Barcellona, luogo natale dell’avvocato/scrittore nato nel 1958 nella cosmopolita capitale della regione spagnola della Catalogna, celebre soprattutto per l’arte e l’architettura, dove l’autore vive con la moglie e i quattro figli, la location ideale, dove Falcones ambienta le trame dei suoi romanzi. Nelle pagine de Il pittore di anime la Barcellona dei primissimi anni del XX Secolo vive momenti di grande fermento divisa tra la seduzione del Modernismo catalano e delle opere architettoniche di artisti come Gaudì e le prime rivolte operaie e le contestazioni anarchiche. Lo sguardo realista di Falcones si sofferma sulla “Semana Tràgica”, “Settimana Tragica” serie di sanguinose contestazioni contro l’esercito da parte delle classi operaie di Barcellona e di altre città catalane, supportate da anarchici, comunisti e repubblicani, durante l’ultima settimana del luglio 1909. Lo scrittore è talmente bravo nel descrivere gli scontri nelle Ramblas e i tormenti dei protagonisti, che sembra di osservare un quadro dipinto da un pittore di anime empatico tanto quanto Dalmau Sala. Splendida Barcellona, che altro non è che lo specchio della Spagna folle e povera di inizio Novecento.
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Com’è sua abitudine, l’autore, avvocato, Ildefonco Da Falcones, in questo suo ultimo lavoro, “Il pittore di anime”, ci proietta in un angolo della sua città, Barcellona, e della storia catalana, esattamente agli inizi del ‘900.
La storia del ceramista e pittore Dalmau Sala, e della corona di comprimari, dalla bella Emma, alla sventurata madre Josefa, dalla piccola mendicante al mentore di Dalmau, don Manuel Bello, fanno da sfondo alla nascita di nuove correnti artistiche, del Modernismo, con interessanti affondi sui problemi sociali oltre che economici di una civiltà in evoluzione e rinascita.
De Falcones, che in alcuni passaggi a me ricorda il miglior Follett, fa centro ancora una volta, mostrandoci di nuovo la sua maestria nel dare rotondità, concretezza, vividezza ad ogni singolo personaggio, calando il lettore in epoche e realtà sconosciute.