Il profumo della pioggia nei Balcani
- Autore: Gordana Kuić
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2015
Il profumo della pioggia nei Balcani (titolo originale Miris kise na Balkanu), di Gordana Kuić, pluripremiata scrittrice serba, è una saga famigliare che ripercorre oltre trent’anni di storia attraverso le cinque sorelle Salom, in libreria per Bollati Boringhieri tradotta da Dunja Badnjevic e Manuela Orazi.
“Mille bandiere e bandierine giallo-nere sventolavano già al venticello di giugno”.
28 giugno 1914, Sarajevo si preparava a ricevere la visita dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria-Ungheria e della moglie Sofia. Nella città bosniaca si festeggiava San Vito, ricorrenza molto importante per i serbi, che commemoravano la sconfitta dell’imperatore Lazar per mano dei turchi nella battaglia del Kosovo. La famiglia ebrea di origine sefardita dei Salom viveva in città ed era composta dal padre Leon, il quale “non guadagnava abbastanza” e non amava lavorare, dalla moglie Estera e dai figli: cinque femmine e due maschi. La sorella maggiore Laura che tutti chiamavano Buka, insegnava alle sorelle a leggere, scrivere e a parlare il serbo. Nina, la seconda delle ragazze, amava progettare grandi operazioni commerciali, a soli vent’anni, qualche anno prima dell’inizio della guerra aveva aperto un laboratorio di modisteria.
La boutique La Parisienne progetto impensabile nella Sarajevo d’inizio secolo, era stata avviata con il sostegno della sorella minore Klara e il successo non era tardato a giungere, grazie al gusto squisito delle ragazze. La capricciosa e graziosa Riki e la giudiziosa Blanka di quattro anni più grande erano molto legate pur nella loro diversità di carattere. Il giorno che avrebbe cambiato il destino dell’umanità, le due sorelle si trovavano insieme ai loro concittadini a festeggiare per le strade della città ma la festa si era conclusa con un grande nubifragio e l’uccisione degli illustri ospiti da parte del rivoluzionario serbo Gavrilo Princip, che avrebbe portato allo scoppio della I Guerra Mondiale. In casa Salom si parlava il ladino, lingua parlata dai discendenti degli ebrei espulsi dalla Spagna nel 1492 da “un uomo terribile di nome Torquemada”. La guerra era iniziata e il cibo cominciava a scarseggiare ma per tutto il mese che precedeva il Pesach (Pasqua ebraica), le donne ebree erano impegnate nelle pulizie di primavera. Gli anni passavano e le sorelle cercavano la loro strada: Blanka amava ascoltare le storie relative al popolo ebraico che Estera le raccontava “la mamma era al mondo per raccontare storie e preparare da mangiare” e si sarebbe innamorata di un serbo ortodosso, il ricco e colto Marko. La leggiadra Riki studiava per diventare ballerina e si sarebbe poi legata a un uomo sposato, l’intellettuale Milos. Buka si era sposata con Daniel, figlio di un’onesta famiglia sefardita mentre Nina, andando coraggiosamente contro corrente e suscitando scandalo, si era unita in matrimonio con il serbo Skoro convertendosi alla fede ortodossa. L’irrequieta Klara in vacanza aveva conosciuto e poi sposato Ivo, un disegnatore tecnico cattolico. Estera, certa che le donne dovevano pensare alla conservazione della stirpe si era domandata il motivo per il quale le sue figlie dovevano essere sempre le prime in tutto.
Gordana Kuić ha dichiarato di aver voluto narrare questa storia per conservare la memoria di queste donne eccezionali, la madre Blanka, alla quale il libro è dedicato, e le sue sorelle. Dalla bella e suggestiva fotografia, posta all’inizio del volume, che ritrae le cinque sorelle, il lettore ha la possibilità di dare un volto alle protagoniste. La seducente Riki guarda l’obiettivo con occhi maliardi e sbarazzini, la madre dell’autrice, la bella Blanka si mette in posa con naturalezza, le materne e premurose sorelle maggiori si concedono alla nostra vista. Le intraprendenti Salom, in un mondo dove vigevano rigide convenzioni, con le loro scelte coraggiose e anticonformiste volevano soddisfare i loro sogni e le loro aspirazioni.
Un romanzo ben scritto e coinvolgente che possiede il merito di raccontare vita, regole e riti della comunità sefardita residente a Sarajevo, città multi-etnica e multi-religiosa nella quale convivono tre diverse religioni: l’islam, il cristianesimo (due confessioni, cattolica e ortodossa) e l’ebraismo.
“Sì, mormorò, il profumo della pioggia nei Balcani è qualcosa di unico”.
Il profumo della pioggia nei Balcani
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Sono una profuga istriana. Quindi mi ero fatta un’idea degli Iugoslavi completamente sbagliata. Sono molto riconoscente a gordana che mi ha fatto conoscere il vero mondo degli jugoslavi
Ho avuto modo di conoscere la loro cultura e le terribili sofferenze che hanno subito sotto la dittatura di Tito. Gordana mi ha fatto conoscere molto bene e in modo positivo il suo mondo. Grazie gordana