Il randagio di Salvatore Bernocco

Dagli occhi del randagio traspare il dolore del mondo, un dolore ignorato dai piccoli, che giocano tra i rifiuti (scarto del nostro mondo sempre più votato all’apparenza) al tramonto, metafora della vita che passa lentamente e inesorabilmente.
Pochi versi, ermetici che però spiegano il disagio esistenziale del Poeta, destinato a convivere con la superficialità della vita malgrado amore profano e amore sacro siano le sfere che muovono il mondo.

Molte poesie sono dedicate all’amore, che sia per una donna, mosso dalla carnalità o da una spiritualità di fondo, o quello per il padre, uomo che ha sempre ispirato con la sua retta condotta il poeta, o quello per la terra d’origine, brulla e arsa ma amata perché terra natia, o ancora quello più alto per la divinità.
Salvatore Bernocco è poeta moderno che ne "Il randagio" rende con poche pennellature il pensiero, non fa uso di schemi fissi ma procede spontaneo ispirandosi ad altri poeti o a passi della Bibbia.
Così nell’albarosa riecheggia l’albatro baudelairiano mentre l’amore ricorda la magnifica lettera di san Paolo ai Corinzi.
Forse nichilista, forse pessimista, il poeta che vuole tornare analfabeta dei sentimenti per riprenderseli a pieno, offre se stesso e si immola al servizio della parola da lui abilmente lavorata come l’artefice e la sua creta.